Disturbi mentali tra i giovani, un nuovo centro contro una ‘pandemia’ nascosta. Agostini: “Mancano Neuropsichiatri? Pochi posti nelle scuole”

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TRENTO. Il problema continua a esistere e ad amplificarsi. Esiste un’altra pandemia, inaspettata e subdola, che negli ultimi anni sta sempre più colpendo i giovani trentini. Sono sempre di più i ragazzi che si trovano ad affrontare disturbi psichiatrici e la fascia maggiormente colpita è quella che va dai 14 ai 22 anni.

 

Si tratta di disturbi mentali che riguardano una struttura disarmonica del comportamento e della personalità. Insorgono alla fine dell’adolescenza, a volte in modo non facile da riconoscere, con instabilità dell’umore, delle relazioni e delle emozioni. Ma accanto a questo c’è la difficoltà a instaurare e, soprattutto, a mantenere i rapporti. C’è l’isolamento sociale, ma non solo.

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Negli ultimi anni i numeri seguiti dalla Psichiatria del Trentino sono aumentati continuamente. Un’onda che è partita dal Covid e che ha travolto sempre più ragazzi.

 

Ed è proprio a fronte di questo che è in arrivo in Trentino il nuovo Centro per i disturbi psichici giovanili. Una proposta inedita a livello nazionale che nascerà ad Arco, per la quale però si sta facendo molta fatica a trovare una figura in particolare: il neuropsichiatra. Ne servirebbero due, ma finora non sono stati trovati, e l’Apss è stata costretta a pubblicare per la seconda volta un concorso (Qui l’articolo).

 

Dottor Agostini, il nuovo Centro per la crisi degli adolescenti che aprirà ad Arco sta riscontrando alcune difficoltà nel trovare il personale. Come mai?

Il centro è una proposta inedita nel panorama nazionale e si sta rivelando molto attrattivo per i giovani professionisti. Siamo in difficoltà con i neuropsichiatri a causa di un errore che è stato commesso a livello ministeriale nella programmazione dei posti per le scuole di specializzazione. Un errore a cui si è posto rimedio recentemente, ma gli effetti li avvertiremo ancora per qualche anno.

 

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Il Governo ha autorizzato meno posti di quanti fossero necessari?

Esatto. E nel momento in cui chiamiamo gli specializzandi, questi hanno già altre proposte da Roma, Milano, Bologna. Perché dovrebbero venire in Trentino, ad Arco?

 

Dal punto di vista del personale necessario per il nuovo Centro di Arco, come siete messi?

Siamo riusciti a trovare due psichiatri molto interessati a lavorare nel centro. Abbiamo trovato due psicologi, ma stiamo faticando a trovare due neuropsichiatri.

Tuttavia, non si tratta di un problema del nostro sistema trentino, ma di una questione a livello nazionale. Siamo tra le poche realtà che non hanno chiuso nessun centro, a differenza di quanto accaduto in Veneto o Lombardia.

 

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Quando è prevista l’apertura del Centro di Arco?

La previsione dipende dai lavori di ristrutturazione che sono in corso. Ci sono due strutture: una ospiterà il centro di salute mentale H24, che seguirà persone adulte; nell’altra ci sarà il Centro per la crisi degli adolescenti e dei giovani adulti. Ci occuperemo dei ragazzi dai 14 ai 22 anni, ma accoglieremo anche persone fino ai 24 anni. L’obiettivo è aprire tra marzo e aprile.

 

Oggi, come dipartimento, quante sono le persone seguite dal servizio Psichiatria in Trentino?

Le tre unità operative di psichiatria hanno seguito lo scorso anno 8830 utenti, di cui 870 con un’età compresa fra i 14 e i 24 anni. A questi andrebbero aggiunti i dati della neuropsichiatria infantile. Le nostre tre unità operative di psichiatria sono distribuite su 8 centri di salute mentale.

 

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Quali sono le problematiche principali e quale fascia d’età colpiscono maggiormente?

Noi seguiamo tutti i disturbi psicopatologici della popolazione. Negli ultimi anni, la fascia di età che ha visto un’impennata dei disturbi – più che raddoppiati – è quella dai 14 ai 24 anni. I casi odierni sono quasi tre volte quelli di dieci anni fa. Abbiamo assistito a un’impennata numerica, ma anche a una maggiore complessità. In passato, i disturbi psicopatologici erano più “puri”, mentre oggi si accompagnano spesso a problematiche legate alle dipendenze e ad altri disturbi.

 

Quando parliamo di psicopatologia, cosa intendiamo?

La fattispecie più rappresentata è quella del disturbo della personalità. Ci troviamo di fronte a caratteri disarmonici molto evidenti, che vanno dall’isolamento ai comportamenti aggressivi. Esistono anche esordi psicotici, come la schizofrenia, che si manifestano proprio in questa fascia di età giovanile.

 

Dal punto di vista del personale, come è la situazione?

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Per ora stiamo resistendo e riusciamo a mantenere aperti tutti i centri sul territorio. Siamo sempre molto vicini al punto di rottura, perché il personale è insufficiente. Psichiatri e infermieri sono le figure che ci mancano maggiormente. Tuttavia, bisogna riconoscere all’Apss lo sforzo importante che ha fatto: sono stati banditi cinque concorsi in un anno nel disperato tentativo di trovare professionisti.

C’è anche una certa disillusione verso la professione, che sta creando questa situazione. Non è un lavoro semplice: i ritmi sono elevati, lo stipendio non è affatto disprezzabile, ma rispetto agli sforzi richiesti, non è così appetibile.





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