In calo la produzione di mais. Superfici coltivate al minimo storico – Ruminantia – Web Magazine del mondo dei Ruminanti

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Con rese in calo, pari in media a meno di 10 t/ha, la campagna maidicola 2024 ha confermato ancora una volta lo stato di sofferenza del comparto.

E’ quanto emerso nel corso dell’edizione di quest’anno della Giornata del Mais, svoltasi a Bergamo il 24 gennaio scorso presso la sede del CREA.

L’evento, che vede protagonisti i ricercatori e i principali attori della filiera maidicola, ha analizzato quest’anno l’impatto di ricerca e innovazione per l’adattamento del mais ai nuovi scenari climatici, con particolare enfasi sui nuovi ibridi a bassa taglia, sul loro uso nell’alimentazione animale e sulla gestione del rischio climatico.

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“Siamo profondamente convinti come ricercatori che per ogni sfida sia necessario trovare nella ricerca e nell’innovazione le risposte per superarla. E’ con questo spirito che affrontiamo la Giornata del Mais 2025, e siamo sicuri che i maiscoltori sapranno raccogliere la sfida del cambiamento climatico, mettendo a frutto ogni soluzione che proviene dal mondo della ricerca pubblica e privata” – afferma Nicola Pecchioni, direttore del CREA-Centro di Ricerca di Cerealicoltura e Colture Industriali.

Calo record per le superfici 

In lieve calo rispetto al 2023, le superfici hanno fatto segnare il nuovo minimo storico degli ultimi 160 anni con circa 495mila ettari.

La produzione raccolta è ridiscesa da 5,3 a 4,9 milioni di tonnellate, rimanendo quindi largamente insufficiente e inferiore al 45% del fabbisogno nazionale. Il costo complessivo del prodotto importato nel 2023/24 è sceso a 1,5 milioni di euro, -26%, favorito dal calo dei prezzi, -29%, a fronte di un aumento delle quantità importate, arrivate a un nuovo record storico prossimo a 7 milioni di tonnellate, +4%.

Secondo l’indagine preliminare Istat sulle intenzioni di semina, le prospettive per il 2025 sono improntate verso una relativa stabilità delle superfici a livello nazionale, con una discreta ripresa nel Nord Est, +9%, dopo anni di calo, cui si contrappone una considerevole riduzione nel Nord Ovest, -13%, dove si attende una forte crescita delle foraggere temporanee, +10%, da attribuire probabilmente ai primi effetti della PAC.

Fondamentale la gestione del rischio 

Oggi più che mai diventa imperativo familiarizzare con i concetti di rischio di frequenza e di sistema. Per gli agricoltori è importante valutare la sostenibilità del mercato assicurativo nell’ambito della gestione dei rischi atmosferici e la possibile complementarità tra misure assicurative e altre misure di gestione del rischio.

Gli ibridi a taglia ridotta 

Gli ibridi a taglia ridotta sono innovativi ibridi a statura ridotta di circa il 30% e con internodi raccorciati. Manifestano una maggiore stabilità, che può ridurre i rischi connessi agli eventi metereologici estremi, e la capacità di essere coltivati a più elevate densità rispetto agli ibridi convenzionali, favorendo un più efficiente utilizzo della radiazione.

I vantaggi produttivi e di efficienza agronomica di questa innovazione genetica, misurati dalle prime sperimentazioni condotte in Italia, dimostrano l’importanza di adeguare correttamente il sistema colturale, con particolare riferimento all’ottimizzazione dei protocolli di fertilizzazione azotata e di gestione delle densità di semina, in funzione delle specificità dei singoli areali. Questa nuova soluzione, che prende il nome di PRECEON – Smart Corn System, è un sistema composto dall’innovativo ibrido, con densità di semina ottimizzata, caratterizzato da un supporto digitale per la gestione della coltura.

Diversi ibridi “Smart” raccolti a differenti maturazioni sono stati valutati per una prova nutrizionale su bovine in lattazione ad alta produzione, che ha visto il confronto tra silomais convenzionale e “sistema” PRECEON. L’insilato di trinciato di mais, noto a tutti come silomais, rappresenta, infatti, uno dei principali alimenti per le vacche da latte in Italia e nel mondo. I motivi di tale diffusione e della sua elevata inclusione all’interno delle diete da latte sono dovuti al fatto di poter disporre di un alimento autoprodotto in azienda di alto valore energetico e capace di ottime rese produttive. L’impatto degli ibridi a taglia ridotta sui sistemi di allevamento bovino è quindi di cruciale importanza.

Le Reti Nazionali

Le Reti Nazionali di confronto varietale, coordinate dal CREA sugli ibridi di mais da granella e trinciato integrale nell’anno 2024, hanno evidenziato una resa media sulle 13,2 t/ha, l’8,5% in meno rispetto allo scorso anno.

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La stagione maidicola 2024 d’altra parte è stata alquanto problematica per l’alternarsi di condizioni meteorologiche di segno opposto, con piogge intense nel periodo della semina, seguite da condizioni di siccità e temperature elevate durante luglio e agosto, e con un abbassamento generalizzato delle temperature, accompagnato ancora da intense e diffuse precipitazioni, all’inizio di settembre, determinando significativi ritardi nelle operazioni di raccolta.

Tra gli ibridi da granella più produttivi in classe 500, i più performanti sono risultati i nuovi DM5312 e KWS ALCANTO, insieme ai sempre ben performanti P1096, PORTBOU e MAS 59.K. Tra i 600 incontriamo i nuovi DKC6812 e KWS KALEIDO, e tra i precocissimi il nuovo LID 3306C. Infine, nelle prove di trinciato, gli ibridi 600 più performanti sono stati i già affermati LG31.621, KWS POSEIDO e ROMULO.



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