il Giorno della Memoria ricorda le vittime dell’Olocausto, il genocidio di cui furono responsabili la Germania nazista e i suoi alleati nei confronti degli ebrei d’Europa. Il momento più tragico della pagina più buia della storia europea. La memoria non può non andare al momento storico di quella pagina così buia: la guerra, esito inevitabile della pretesa degli Stati, del tutto sovrani, di ricorrere alla violenza per regolare i loro rapporti. Quella memoria sarà più viva – e avrà più senso ricordarla – se da quel buio sapremo scorgere anche la luce che ci permise di venirne fuori: l’idea che l’unità dei popoli europei sarebbe stata la via del riscatto. Che, infatti, seguì e che permane.
Buio e luce accompagnano la Giornata della Memoria anche in questi ultimi anni. La guerra in Ucraina propone nuovamente l’alternativa tra il nazionalismo (grande-russo, questa volta) e l’unità europea. La guerra in Medio-oriente quella tra opposti nazionalismi per l’affermazione (o la sopravvivenza) del proprio stato-nazione: una guerra infinita, come fu nella storia europea dell’otto-novecento. Ora abbiamo anche il nazionalismo di chi intende, nel nome della nazione più potente, comandare il Mondo (America first). Un bel guaio per i tanti che si ostinano a identificare la “nazione” con lo Stato. Se cominciassimo a pensare che il 24 febbraio (2022) è iniziata una nuova resistenza (direttamente europea) contro il nazionalismo, di qualsiasi tipo, forse, daremmo un senso a tutto ciò.
Il giorno della Memoria resta per riflettere sulla dignità umana, calpestata con l’annientamento di sei milioni di Ebrei. In una guerra scatenata dal nazionalismo che ha dipinto l’altro e il diverso come il nemico. La Memoria dell’Olocausto coincide con quella per un’Europa che si liberò dai pregiudizi razziali e antisemiti. E che volle cominciare a unirsi nel rifiuto delle ideologie totalitarie. Fu così ricordato in una famosa risoluzione del Parlamento europeo (19/9/2019) “sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”.
La vogliamo ricordare riproducendone i passaggi principali. Vale ancor’oggi, di fronte ai tanti e nuovi nazionalismi che affliggono l’Europa e il Mondo.
Il Parlamento europeo……considerando che
– quest’anno (2019, ndr) si celebra l’ottantesimo anniversario dello scoppio della Seconda guerra mondiale, che ha causato sofferenze umane fino ad allora inaudite e ha portato all’occupazione di taluni paesi europei per molti decenni a venire;
– ottant’anni fa, il 23 agosto 1939, l’Unione Sovietica comunista e la Germania nazista firmarono il trattato di non aggressione, noto come patto Molotov-Ribbentrop, e i suoi protocolli segreti, dividendo l’Europa e i territori di Stati indipendenti tra i due regimi totalitari… il che ha spianato la strada allo scoppio della Seconda guerra mondiale;
– come diretta conseguenza …..la Repubblica polacca fu invasa prima da Hitler e due settimane dopo da Stalin, eventi che privarono il paese della sua indipendenza e furono una tragedia senza precedenti per il popolo polacco; che il 30 novembre 1939 l’Unione Sovietica comunista iniziò una guerra aggressiva contro la Finlandia e nel giugno 1940 occupò e annesse parti della Romania, territori che non furono mai restituiti, e annesse le Repubbliche indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia;
– dopo la sconfitta del regime nazista e la fine della Seconda guerra mondiale, alcuni paesi europei sono riusciti a procedere alla ricostruzione e a intraprendere un processo di riconciliazione, mentre per mezzo secolo altri paesi europei sono rimasti assoggettati a dittature, e hanno continuato a essere privati della libertà, della sovranità, della dignità, dei diritti umani e dello sviluppo socioeconomico;
– l’integrazione europea è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha portato all’Olocausto, e all’espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell’Europa centrale e orientale, nonché un mezzo per superare profonde divisioni e ostilità in Europa attraverso la cooperazione e l’integrazione, ponendo fine alle guerre e garantendo la democrazia sul continente; che per i paesi europei che hanno sofferto a causa dell’occupazione sovietica e delle dittature comuniste l’allargamento dell’UE, iniziato nel 2004, rappresenta un ritorno alla famiglia europea alla quale appartengono;
– occorre mantenere vivo il ricordo del tragico passato dell’Europa, onde onorare le vittime, condannare i colpevoli e gettare le basi per una riconciliazione fondata sulla verità e la memoria;
– la memoria delle vittime dei regimi totalitari, il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo, nonché la sensibilizzazione a tale riguardo, sono di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne;
– trent’anni fa, il 23 agosto 1989, ricorreva il cinquantesimo anniversario del patto Molotov-Ribbentrop e le vittime dei regimi totalitari sono state commemorate nella Via Baltica, una manifestazione senza precedenti cui hanno partecipato due milioni di lituani, lettoni ed estoni, che si sono presi per mano per formare una catena umana da Vilnius a Tallinn, passando attraverso Riga;
– nonostante il 24 dicembre 1989 il Congresso dei deputati del popolo dell’URSS abbia condannato la firma del patto Molotov-Ribbentrop, oltre ad altri accordi conclusi con la Germania nazista, nell’agosto 2019 le autorità russe hanno negato la responsabilità di tale accordo e delle sue conseguenze e promuovono attualmente l’interpretazione secondo cui la Polonia, gli Stati baltici e l’Occidente sarebbero i veri istigatori della Seconda guerra mondiale;
– la memoria delle vittime dei regimi totalitari e autoritari, il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo, nonché la sensibilizzazione a tale riguardo, sono di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne;
– gruppi e partiti politici apertamente radicali, razzisti e xenofobi fomentano l’odio e la violenza all’interno della società, per esempio attraverso la diffusione dell’incitamento all’odio online, che spesso porta a un aumento della violenza, della xenofobia e dell’intolleranza;
Testo integrale – https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html
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