L’architetto Davide Minervini è uno specialista delle piccole metrature. Tutto è partito da casa sua: cucina a scomparsa, spazio di lavoro sotto la finestra, camera da lavoro e bagno. Tutto pensato al centimetro
La sua casa è la più piccola di «Openhouse», il circuito di abitazioni torinesi che aprono una volta all’anno le loro porte. Una «piccola reggia» di 39 metri quadri in via Luini, finita sulle riviste di settore e in una trasmissione australiana perché studiata tutta su misura. L’architetto Davide Minervini, 32 anni, ha iniziato a pensare in piccolo quando è andato a vivere da solo. Ed è ormai noto per i suoi interventi su piccola scala. Studiati centimetro per centimetro, ma senza rinunciare a nulla.
Tutto è partito da casa sua?
«Ero un giovane architetto e avevo a disposizione un appartamento molto piccolo da rendere molto confortevole. Partivo da un’esigenza precisa, che è poi la chiave di lettura generale di interventi come questo. È diventato una vetrina importante, un esempio di quel che un progettista può ottenere anche da metrature così piccole. Lo slogan è che nessun centimetro è sprecato, nessun centimetro è non pensato».
Ha funzionato bene?
«L’intervento è finito esattamente a marzo 2020, giusto in tempo per chiudermi dentro per il lockdown. È stato un test sotto sforzo. La cucina a scomparsa, una delle caratteristiche più apprezzate, mi ha dato un aiuto psicologico. Stavo sempre a casa anche per lavorare, almeno non avevo la sensazione di passare tutto il tempo in cucina».
È costato tanto di più?
«Luini ha avuto questo riconoscimento perché è studiato tutto su misura, disegnato da me e realizzato da artigiani di Torino. Di certo costa più di una ristrutturazione base. All’epoca il costo al metro quadro era intorno ai 1.100 euro al mq, ma oggi è tutto aumentato del 30-40% a partire dai materiali in avanti».
Ma con quale valore aggiunto?
«Questo intervento ha fatto sì che in un appartamento di 39 mq io abbia una zona giorno con cucina, un piccolo spazio lavanderia, un ripostiglio, il bagno, una camera da letto, una cabina armadio e una zona studio. E continuo a lavorare da casa, tanto più adesso che sono in proprio».
Cosa bisogna tenere in considerazione?
«Prima di tutto bisogna avere un quadro preciso delle proprie necessità, parlarne con un progettista e capire quali sono le soluzioni migliori per riuscire a stare bene in casa facendo quel che si ha bisogno di fare. Ad esempio io avevo bisogno di una scrivania ampia per disegnare e ho ricavato uno spazio di lavoro sotto la finestra, ma alzabile per poter aprire e pulire i vetri».
I suoi consigli per gli acquisti?
«In vista di una ristrutturazione bisogna guardare le finestre, la loro posizione e dimensione. Sono elementi che non si possono modificare e influenzano il numero di camere che si possono realizzare. Meglio farsi accompagnare fin dall’inizio da un progettista».
Sotto quale metratura meglio non scendere?
«La normativa prevedeva una metratura minima di 28 mq, con il decreto Salva Casa si abbassa a 20 mq per una persona: una camera d’albergo. Ma sono soluzioni che impoveriscono l’abitare».
Qual è il segreto di una «piccola reggia»?
«Si vince quando anche su metrature piccole non si rinuncia a quel che si avrebbe negli spazi grandi, alle caratteristiche di qualità alle quali siamo abituati. Per ottenere l’incastro giusto però serve progettazione, tutto va pensato apposta. Non esistono trucchi o scorciatoie, bisogna sfruttare ogni anfratto e angolino, senza piegarsi a soluzioni facili come realizzare un monolocale».
Lo stesso vale per le attività, come il micro panificio realizzato a San Salvario?
«Anche nel caso del Forno Belfiore, un panificio di 24 metri quadri, ho cercato di trovare gli spazi per rispondere a esigenze precise, rispettando le normative: il laboratorio deve essere minimo di 9 mq, lo spazio espositivo e di vendita con quel che rimane. Il proprietario voleva che lo si vedesse al lavoro, quindi c’è una vetrata che separa ma lascia visibile la zona dove panifica e il bancone. Tutto su misura per una lavorazione in piccole quantità, a mano e di qualità».
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