«Un’umanità che dimenticasse Buchenwald, Auschwitz, Mauthausen, io non posso accettarla. Scrivo perché ci si ricordi di questo». Parole scolpite nel tempo, quelle pronunciate da Giorgio Bassani, che risuonano oggi con una forza ancora più intensa. In un’epoca in cui le ombre dell’oblio sembrano riemergere minacciosamente dal passato, la testimonianza dello scrittore ferrarese si erge a baluardo contro l’indifferenza.
In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, che ricorda la liberazione di Auschwitz, la Direzione regionale Musei nazionali Campania ha predisposto un ricco calendario di eventi per onorare le vittime dell’Olocausto e diffondere valori di pace, rispetto e inclusione. Nel contesto della Shoah, i musei e i luoghi della memoria assumono un significato ancora più profondo, diventando spazi di consapevolezza, di commemorazione e di monito, testimonianze tangibili dell’orrore che l’umanità è stata capace di compiere.
Le celebrazioni sono iniziate domenica 26 gennaio alle ore 11.00 presso l’Auditorium del Museo Duca di Martina, nella suggestiva cornice di Villa Floridiana. Suzana Glavaš, scrittrice, poetessa e Docente dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, ha offerto una toccante lettura di brani tratti da “Raccolta di Memorie di Alberto Defez”, volume da lei curato che ha raccolto le testimonianze dirette di Alberto Defez e Bruno Herrmann, due ebrei napoletani vissuti durante il periodo della Resistenza. L’evento non si è limitato alla semplice lettura.
Fin dalla notte dei tempi, la musica ha accompagnato la vita del popolo ebraico, scandendone le gioie e i dolori, le feste e i momenti di lutto, come un disperato tentativo di aggrapparsi alla vita e alla dignità umana. Per sottolineare il profondo legame tra la cultura ebraica e la musica, la lettura delle memorie di Alberto Defez è stata arricchita da melodie ebraiche eseguite con grande maestria da un trio d’archi d’eccezione: Federico Emanuele Babini al violoncello, Anna Nastych e Valerio Capocotta ai violini. Le note, evocative e struggenti, hanno creato un’atmosfera di intensa emozione, amplificando il potere delle parole e rendendo omaggio alla memoria delle vittime dell’Olocausto.
Nel giorno dedicato alla Memoria, lunedì 27 gennaio alle ore 16.30, gli affascinanti ambienti della Certosa e Museo di San Martino faranno da cornice a “Note per la memoria”, un evento musicale commemorativo di grande impatto emotivo. Protagonisti della serata saranno gli allievi dell’IS Polo delle Arti Caselli Palizzi, che offriranno al pubblico un repertorio variegato e significativo. Nel suggestivo Refettorio della Certosa, i giovani interpreti si esibiranno in un programma che spazierà tra le immortali composizioni di Vivaldi, Mozart e Beethoven, veri e propri pilastri della musica classica, alternate a melodie della tradizione ebraica. Tale connubio musicale non è casuale, ma intende creare un ponte tra culture diverse, un dialogo sonoro che superi le barriere e promuova la comprensione reciproca.
Le manifestazioni dedicate alla Memoria troveranno la loro conclusione sabato 1° febbraio al Museo archeologico nazionale di Eboli con lo spettacolo “Il dovere della memoria”, a partire dalle ore 17:00. L’evento, concretizzato grazie alla sinergia tra l’Associazione “I Cantori di San Lorenzo” e l’Asd “L’Officina della Danza” e con il sostegno del Comune di Eboli, proporrà una profonda riflessione sulle efferatezze perpetrate dalle guerre in ogni angolo del globo. Non solo la Shoah, dunque, ma tutte le conflittualità che insanguinano il mondo saranno al centro della commemorazione, perché ogni guerra, ovunque essa avvenga, ci riguarda da vicino, interroga la nostra coscienza e ci chiama alla responsabilità.
Con il ricco programma di eventi diffusi su tutto il territorio, la Campania si è posta in prima linea nella commemorazione del Giorno della Memoria, offrendo un contributo significativo e ben strutturato alla riflessione su una delle pagine più buie della storia umana.
“Il dovere della memoria” si configura quindi come un potente richiamo alla responsabilità collettiva, un invito a non dimenticare le atrocità del passato per costruire un avvenire di pace e di convivenza civile, perché, come ammoniva Bassani, un’umanità che dimentica il suo passato è condannata a riviverlo. E noi non possiamo permetterlo.
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