Nel PD c’è chi sogna (ancora) i governi con Forza Italia, ma Elly Schlein tira dritto

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Le dichiarazioni di Dario Franceschini arrivano all’improvviso e agitano il Partito Democratico, o meglio lasciano sconcertati molti dirigenti di primo piano che continuano, da 48 ore, a chiedersi vicendevolmente “perché?” e “perché proprio ora?”. Quasi nessuno però lo ha chiesto al diretto interessato dopo avere letto l’intervista di venerdì a Repubblica. L’ex ministro della Cultura ha sostenuto Elly Schlein alle primarie, per poi entrare in una sorta di letargo vigile assieme a Area Dem, la corrente che a lui fa riferimento. Acquattato dietro la segretaria PD ha centellinato le dichiarazioni. Ha aspettato di vedere cosa succedeva, e ora sembra aver scelto di uscire dal quietismo, perché chi lo conosce sa che il silenzio non necessariamente corrisponde a inazione.

Franceschini spiega che la strategia non deve essere quella di costruire una coalizione politica con Alleanza Verdi Sinistra e con il Movimento 5 Stelle, che non serve un programma elettorale unitario da presentare agli elettori. Cita il Presidente Mao pper indicare la via: “Passare i prossimi tre anni ad avvitarci in discussioni: primarie sì o primarie no, Renzi sì e Conte no, o viceversa, tavoli di programma, discussioni sul nome. Si dice spesso che la destra si batte uniti. Io, se mi passa la provocazione, mi sono convinto che la destra la battiamo marciando divisi”. L’accordo ovviamente andrebbe trovato per i collegi uninominali, ma “valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale”. Poi a mettersi d’accordo dopo si fa sempre in tempo, in parlamento.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Anche ammettendo che vada tutto bene come dice Franceschini, rimane il fatto che da una parte ci sarebbe una coalizione che presumibilmente ha governato insieme cinque anni, dall’altra uno spazio politico difficilmente riconoscibile. Non proprio il massimo in questi tempi dove leadership credibili e chiarezza della proposta politica sembrano contare più delle sottogliezze di chi è avvezzo ai meccanismi della politica.

Leggi altro di questo autore

Un ragionamento che diventa ancora più difficile da comprendere quando poco dopo ribadisce che “serve comunque un’alleanza”, e per questo di considerare “straordinario il lavoro di Schlein, che ha recuperato dall’astensionismo, dai delusi e dai 5S”.

E allora qual’è il punto?

Dopo i cattolici e i centristi del PD che sono tornati a far sentire la loro voce, ora anche il leader di Area Dem interviene nel dibattito spiazzando un po’ tutti. Se da una parte si augura la nascita di un nuovo partito centrista “che parli di più ai moderati, che recuperi l’astensionismo di quell’area, che contenda i voti a Forza Italia”, dall’altro sottolinea che i “cattolici democratici”, non possono “che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli”.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Quindi che deve fare il PD? Se l’alleanza serve, se il ruolo dei cattolici come lui è dentro un partito a trazione progressista, se Schlein ha fatto un grande lavoro? 

Franceschini la butta là: se Forza Italia si trovasse a giocare con una legge “tutta proporzionale”, sarebbe “arbitra dei governi per i prossimi vent’anni. Insomma Tajani e i suoi “hanno in tasca il biglietto della lotteria ma non lo sanno”. Forza Italia come ago della bilancia di un sistema proporzionale, un nuovo partito di centro, nessuna coalizione per governare. Quello che sogna l’ex ministro della Cultura è un nuovo governo tecnico, o un nuovo accordo parlamentare, che lasci fuori gli estremi da una parte e dall’altra. Esattamente quello schema he ha logorato il PD portandolo al suo minimo storico di consensi.

E Schlein? Quando il giornale è arrivato in edicola era in viaggio per il Nord-Est dell’Italia per un tour di incontri fuori gli ospedali, con i circoli e gli amministratori del PD. Sabato mattina era davanti i cancelli del Petrolchimico di Porto Marghera, la sera alla fiaccolata a Fiumicello, in provincia di Udine, alla fiaccolata in ricordo di Giulio Regeni al fianco della famiglia. La segretaria pensa insomma a fare quello che ha promesso: parlare di cose concrete, cosciente che al momento alla sua leadership e alla centralità di un PD di “sinistra” non c’è alternativa. Con buona pace dei manovratori.

Immagine

Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Prima di arrivare a Fanpage.it ho collaborato su il manifesto, MicroMega, Europa, l’Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre “La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee” (2015) e per Fandango Libri “Fascismo Mainstream” (2021).





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link