Notizie AsviS, global risk report: conflitti armati e clima al centro delle preoccupazioni globali

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Riproponiamo il testo della Redazione ASviS, il cui Comitato scientifico è presieduto dal professore Enrico Giovannini, pubblicato sul sito dell’ASviS il 21 gennaio 2025

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È stato pubblicato il nuovo Global risk report, lo studio del World economic forum (Wef) giunto ormai alla ventesima edizione, che rappresenta un’analisi approfondita delle principali minacce che il mondo si troverà ad affrontare nei prossimi anni. Basato sul Global risks perception survey (Grps), che raccoglie le opinioni di oltre 900 esperti di tutto il mondo, il documento esamina i rischi globali in un contesto di rapidi cambiamenti geostrategici, climatici, tecnologici e demografici.

Lo studio si sviluppa su tre orizzonti temporali distinti: le sfide imminenti del 2025, i rischi più significativi nell’arco di due anni e le principali minacce che emergeranno nel prossimo decennio. Dello studio se ne è discusso durante l’ultima puntata delle rubriche su Radio Radicale “Alta sostenibilità” (in particolare dei problemi legati alla disinformazione), a cura dell’ASviS, e “Scegliere il futuro”, di Enrico Giovannini, diffusa dal sito di FUTURAnetwork.

Secondo il Wef, i rischi globali sono definiti come “la possibilità che si verifichi un evento capace di generare un impatto negativo su una quota significativa del Pil globale, della popolazione o delle risorse naturali”. Una prospettiva che invita a riflettere sulla necessità di azioni coordinate per affrontare un futuro sempre più incerto e interconnesso.

La percezione dei rischi globali per il 2025 mostra un quadro simile a quello dell’anno precedente, ma con un accento più negativo. Il 52% degli intervistati dal Gprs prevede che continui l’instabilità nei prossimi due anni; il 31% prevede maggiori problemi nel breve termine rispetto al passato, mentre il 5% teme rischi catastrofici a livello globale.

Anche guardando al lungo termine le prospettive non migliorano. Quasi due terzi degli intervistati (62%) prevedono un futuro “tempestoso” nei prossimi dieci anni, caratterizzato da crisi sistemiche come il cambiamento climatico, le disuguaglianze economiche e i conflitti geopolitici.

Torna la paura del conflitto armato

Nonostante siano ben presenti le preoccupazioni di carattere ambientale, sociale ed economico, un nuovo rischio si è affermato come la “minaccia più pressante” per questo 2025: il conflitto armato tra Stati. Ciò rappresenta una evoluzione significativa rispetto a soli due anni fa, quando l’argomento del conflitto non era considerato tra le principali questioni con cui fare i conti. “Le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina e i conflitti in corso in Medio Oriente e Sudan stanno probabilmente aumentando le preoccupazioni degli intervistati”, si legge nello studio.

Per il Grs viviamo in uno dei periodi più divisivi dai tempi della Guerra fredda. La polarizzazione politica, le tensioni economiche e le rivalità geopolitiche stanno alimentando una crescente instabilità. L’intensificarsi delle tensioni tra potenze globali e regionali, insieme alla frammentazione della cooperazione internazionale, sta poi contribuendo a fortificare una percezione di insicurezza tra le persone che non ha precedenti.

In questo contesto, diventa dunque cruciale sviluppare strategie di prevenzione e gestione dei conflitti, rafforzare il dialogo diplomatico e promuovere soluzioni multilaterali. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile mitigare le conseguenze di questa nuova e pericolosa minaccia per la stabilità globale.

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I maggiori rischi di breve (due anni) e lungo periodo (10 anni)

Intensificati dalla crisi climatica, gli eventi meteorologici estremi continuano a rappresentare una delle principali minacce globali, occupando il secondo posto nella classifica dei rischi a due anni e il primo nell’orizzonte temporale di 10 anni. Questa percezione, condivisa da giovani e società civile, sottolinea l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici come priorità globale.

Ma la portata dei rischi ambientali non si limita ai fenomeni meteorologici estremi. L’inquinamento si configura come un problema urgente da risolvere nel breve termine, evidenziando la necessità di intervenire per ridurre i danni agli ecosistemi. Parallelamente, la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi si affermano come minacce di lungo termine, con implicazioni significative per la sostenibilità globale.

Come si evince dalla seguente figura, il rischio globale più grave previsto nei prossimi due anni resta – lo era anche lo scorso anno – la disinformazione e la misinformazione (diffusione di notizie false in modo involontario). Gli intervistati pensano che le pratiche di disinformazione e di manipolazione dell’informazione saranno sempre più diffuse, anche con lo scopo di ampliare le distanze sociali e quelle tra politici.

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“La speranza è che l’accordo sulla tregua raggiunto tra Hamas e Israele si trasformi in una pace duratura – ha dichiarato, in merito allo studio del Wef, Enrico Giovannini -. Sui rischi elencati dal sondaggio, come quelli derivanti da eventi estremi, dalla disinformazione, dalle disuguaglianze e della polarizzazione, noto però una certa disattenzione nel dibattito pubblico italiano. Purtroppo queste tematiche non sono al centro della discussione, se non in maniera episodica”.

Nel contesto di una crescita economica globale moderata nel 2024, i rischi economici non figurano tra le principali minacce a breve termine. Secondo il Fondo monetario internazionale, l’inflazione globale, dopo il picco del biennio 2022-2023, dovrebbe scendere al 3,5% entro la fine dell’anno. Tuttavia, il rischio di una recessione economica immediata preoccupa soprattutto le generazioni più giovani.

Il panorama tecnologico è invece segnato da una crescente minaccia legata al cyber spionaggio e alla guerra cibernetica, che occupano la quinta posizione tra i rischi a due anni. “Gli attacchi informatici del 2024, in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, evidenziano la vulnerabilità delle infrastrutture digitali globali”, ricorda infatti il Wef.

Infine, le preoccupazioni legate agli sviluppi dell’intelligenza artificiale (IA) sono meno rilevanti nel breve termine, ma la loro importanza è destinata a crescere. L’IA è considerata il sesto rischio principale nell’arco di dieci anni, con potenziali implicazioni per la sicurezza, l’etica e l’economia globale.

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Evento di presentazione della nuova pubblicazione ASviS per riflettere sul ruolo che i contratti collettivi possono avere per lo sviluppo sostenibile e sull’impatto della modifica costituzionale e delle direttive Ue sulle aziende. 20/1/2025

Il 4 febbraio l’ASviS Live su diritto del lavoro e contrattazione collettiva

lunedì 20 gennaio 2025

Tempo di lettura: 3 min

Martedì 4 febbraio, alle ore 16.30, si terrà presso CEOforLIFE Club House Montecitorio a Roma, l’evento di presentazione del nuovo Quaderno ASviS “Il diritto del lavoro e il ruolo della contrattazione collettiva per lo sviluppo sostenibile”.

Realizzato con i contributi di Tiziano Treu, Michele Bulgarelli, Rita Ghedini, Rita Innocenzi, Giovanni Lolli, Gaetano Sateriale, Pierluigi Stefanini e Walter Vitali, il documento analizza l’impatto che la modifica costituzionale e le nuove direttive europee hanno avuto e avranno sulle aziende, sulle lavoratrici e sui lavoratori, approfondendo le modalità con cui le imprese stanno integrando i principi di sostenibilità all’interno delle proprie attività e su come la tutela dell’ambiente si configuri profondamente connessa con la tutela della salute della forza lavoro.

Il Quaderno offre, inoltre, analisi e riflessioni sul ruolo che la contrattazione collettiva nazionale e decentrata può avere nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentando alcune esperienze già avviate e avanzando delle proposte per rafforzare il contributo dei contratti collettivi nazionali nell’ottica della transizione verso modelli economici, sociali ed ambientali più sostenibili.

La transizione digitale e quella ecologica, le loro sfide e opportunità, impongono infatti un ripensamento non solo dei paradigmi di produzione e consumo attuali, ma anche delle strutture e delle relazioni tra i principali attori del mondo del lavoro. La crisi climatica, in particolare, ha portato le istituzioni nazionali ed europee a elaborare una serie di norme e politiche pubbliche per rendere sempre più vincolanti gli impegni delle aziende verso la sostenibilità. Tra le azioni intraprese c’è ad esempio la costituzionalizzazione della tutela ambientale, come dimostrano la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana nel febbraio del 2022, una modifica fortemente sostenuta anche dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (che sempre a febbraio dedicherà tra l’altro un evento al tema).

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L’appuntamento di presentazione del Quaderno sarà dunque un’occasione di confronto tra le autrici e gli autori del documento con rappresentanti delle confederazioni sindacali e con esperte ed esperti sul tema. Interverranno, tra gli altri, il direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini e il presidente Pierluigi Stefanini.

Sarà possibile partecipare in presenza, registrandosi tramite il modulo dedicato. Posti limitati.

 

Programma

Modera: Marco Valerio Lo Prete, Caporedattore Economia Rai TG1

Introduce: Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’ASviS

Presentano il Quaderno:

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• Tiziano Treu, Professore emerito di Diritto del lavoro dell’Università Cattolica di Milano

• Rita Innocenzi, Associazione Circolarmente

• Gaetano Sateriale, Coordinatore di Emilia-Romagna sostenibile 2030

Ne discutono:

• Maurizio Marchesini, Vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni sindacali

• Mattia Pirulli, Segretario confederale CISL

• Rita Ghedini, Presidente di Legacoop Bologna e delegata al lavoro di Legacoop nazionale

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• Christian Ferrari, Segretario conferederale della CGIL

• Vera Buonomo, Segretaria confederale della UIL

Conclude: Pierluigi Stefanini, Presidente dell’ASviS

 



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