Piccolo e Messaggero Veneto, affidato ai Cdr un pacchetto di due giorni di sciopero

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Le prime pagine del Piccolo e del Messaggero Veneto di lunedì 27 gennaio 2025

Vertenze 27 Gen 2025

Le assemblee dei giornalisti delle due testate esprimono «seria preoccupazione rispetto al percorso di riorganizzazione in atto nei giornali del gruppo Nem. La direzione ha comunicato di voler procedere alle ultime quattro assunzioni disponibili, andando a rafforzare le sole testate venete del gruppo. Scelta che riduce di competenze e professionalità i quotidiani del Friuli Venezia Giulia, dove due colleghi in uscita non saranno sostituiti».

Microcredito

per le aziende

 

«Le assemblee dei giornalisti del Piccolo e del Messaggero Veneto esprimono seria preoccupazione rispetto al percorso di riorganizzazione in atto nei giornali del gruppo Nem». Lo si legge in un comunicato delle due redazioni rilanciato lunedì 27 gennaio 2025 anche dall’Assostampa Friuli Venezia Giulia.

La nota prosegue: «La direzione ha comunicato ai Comitati di redazione di voler procedere alle ultime quattro assunzioni disponibili, andando a rafforzare le sole testate venete del gruppo. Scelta legittima sul piano formale, ma che riduce di competenze e professionalità i quotidiani del Friuli Venezia Giulia, dove due colleghi in uscita non saranno sostituiti».

Le assemblee dei giornalisti ricordano che «in questi giorni si è chiuso lo stato di crisi, inaugurato da Nem subito dopo aver rilevato i sei quotidiani Gedi del Nordest. Il piano di riassetto è durato un anno: se l’editore ha avuto il merito di procedere a un’assunzione per ciascun giornalista prepensionato, alla fine del percorso lancia un evidente segnale di disattenzione rispetto alle redazioni di Piccolo e Messaggero Veneto e di concentrazione su soltanto una parte di quel Nord Est spesso citato come punto di riferimento dai vertici aziendali. Le due testate vedono ridursi i livelli occupazionali, dopo dodici mesi di sforzi straordinari, dovuti alla necessità di rilanciare i giornali del gruppo, gestendo nel contempo un complesso turn over che ha lasciato a lungo i reparti con organici inferiori alle necessità».

A preoccupare i giornalisti del Friuli Venezia Giulia «sono le linee strategiche del gruppo, cominciando dall’applicazione di un prezzo per copia di 50 centesimi più alto rispetto a quello dei giornali Nem del Veneto. Un modo di sostenere la competizione con la concorrenza in quel territorio a spese tuttavia dei lettori della nostra regione – a esclusione dell’ex provincia di Pordenone -, con un impatto sulle vendite che ha penalizzato in questi mesi Il Piccolo e il Messaggero Veneto, rendendo quasi del tutto vano il lavoro svolto per migliorare gli indicatori di vendita di quelli che erano, e restano, i due principali fornitori di redditività economica del gruppo editoriale. A più di un anno dall’ingresso di Nem, bisogna ancora rilevare che il supporto tecnologico al lavoro giornalistico è inadeguato, responsabilità questa anche del lungo disarmo della precedente gestione, cui il nuovo editore sta cercando faticosamente di rimediare. Intanto però le giornate in redazione trascorrono fra i problemi: dall’archivio malfunzionante alle interruzioni della rete e dei server, passando per i crash del software Atex, la forte riduzione di personale poligrafico, e la totale assenza per quanto riguarda Il Piccolo, telefoni muti per giorni, falle nel sistema d’impaginazione, orari di apertura al pubblico ridotti per la mancanza di un front office e scarsa attenzione alle condizioni delle sedi di lavoro».

I giornalisti evidenziano poi che, «pur nel quadro di crisi sistemica dell’editoria, l’azienda ha comunicato ai giornalisti di aver raggiunto l’equilibrio economico già nel suo primo anno. Nel 2025 i bilanci beneficeranno inoltre degli ingenti risparmi dovuti al piano di prepensionamenti di colleghi anziani sostituiti da giovani con contratti decisamente meno onerosi rispetto ai precedenti. Piuttosto di ingenerare un tiro alla fune fra testate per difendere livelli occupazionali ovunque all’osso, l’editore dovrebbe prevedere due nuove assunzioni di giornalisti praticanti. E sbloccare il mai definito budget per il reclutamento di nuovi collaboratori, tentando così di rendere sostenibile la contemporanea richiesta di nuovi prodotti cartacei e digitali. Fa riflettere peraltro la decisione di completare le assunzioni non con giovani giornalisti, ma con costose figure apicali esterne, frustrando in questo modo le ambizioni dei validi colleghi che da tempo reggono le sorti dei nostri giornali, con un impegno che supera di gran lunga i limiti fissati dal contratto di lavoro. L’auspicio è che queste scelte servano a far funzionare i reparti verticali di Economia, Cultura e Sport».

Le assemblee dei giornalisti del Piccolo e del Messaggero Veneto concludono: «I quotidiani del territorio restano un presidio informativo fondamentale per la cittadinanza: infrastrutture materiali e immateriali della comunità. I giornalisti del Piccolo e del Messaggero Veneto chiedono all’editore e alla direzione di valorizzare adeguatamente i due storici quotidiani di Trieste, Gorizia-Monfalcone, Udine e Pordenone. Il necessario rispetto di specificità territoriali e tradizioni, passa anzitutto dal mantenimento dei livelli occupazionali: oggi e in futuro. Davanti alla riduzione degli organici a Trieste e Udine, per difendere autonomia e autorevolezza delle proprie testate, le assemblee dei giornalisti del Piccolo e del Messaggero Veneto chiedono all’editore e alla direzione di aprire un immediato confronto con i Cdr, cui affidano un pacchetto di due giorni di sciopero».

@fnsisocial

Microcredito

per le aziende

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link