Turismo in Fvg, l’assessore Bini fa il punto: «Presenze in aumento e sempre più stranieri. Lavoriamo alle norme»

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Duecentosessantamila turisti in più in un anno, con la crescita trainata dall’aumento delle presenze a Trieste e dalle eccellenti performance della montagna, con il Tarvisiano a marciare veloce. E le località balneari? Tengono botta, restano gettonate (specie dagli stranieri), ma non reggono il confronto con le vicine spiagge venete, bagnate in fondo dallo stesso mare.

È lo spaccato che emerge dai dati della Regione sulle presenze turistiche in Friuli Venezia Giulia nel corso del 2024. «Stiamo lavorando per crescere ancora, per incrementare l’attrattività.


E i trend di mercato dicono che i numeri sono destinati a crescere ulteriormente, con i previsionali per il 2025 che appaiono più che lusinghieri», analizza l’assessore regionale al Turismo, Sergio Emidio Bini.

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Assessore, i proventi della tassa di soggiorno applicata dai Comuni turistici sono cresciuti lo scorso anno di quasi otto punti percentuali. È un dato che ricalca quelli delle presenze?

«L’incremento c’è e si attesta sul 2,7 per cento, secondo le rilevazioni elaborate in queste settimane. Abbiamo superato i 10 milioni e 300 mila presenze, con numeri assolutamente da sottolineare per Trieste, cresciuta del 16,2 per cento in dodici mesi, e del Tarvisiano, che ha visto incrementare significativamente i propri numeri. Peraltro le statistiche di queste prime quattro settimane dell’anno testimoniano una crescita prepotente delle presenze in montagna rispetto al 2024, con un incremento del 34 per cento registrato nei poli sciistici regionali».


Come si spiega il balzo di Trieste?

«C’entrano le presenze legate alla crocieristica, l’aeroporto che ha moltiplicato le tratte, l’aumento delle presenze straniere, che ha riguardato tutta la regione, le campagne di promozione nazionale e internazionale che abbiamo lanciato in questi anni. Oltretutto, se si prende come riferimento il 2019, l’anno prima del Covid, l’incremento di Trieste è ancora più netto, con una crescita di turisti del 44,4 per cento».

Ha citato la promozione. Il 2024 è stato anche l’anno degli spot televisivi sulle reti nazionali. C’è un ritorno sull’investimento?

«Abbiamo investito sulle reti generaliste e sui quotidiani nazionali. Il ritorno c’è ed è soprattutto dal punto di vista della visibilità delle nostre località turistiche. Fuori finalmente ci riconoscono, considerano la nostra regione una meta di vacanza».


Torniamo ai dati: Lignano e Grado hanno chiuso l’anno passato in calo. Una flessione non eclatante e in parte legata alle condizioni meteorologiche, non particolarmente favorevoli nel mese di luglio.

«Le località balneari regionali hanno tenuto, ma non si è registrata una crescita. Forse abbiamo raggiunto il target, di sicuro c’è molto da fare per incrementare l’offerta dei servizi».

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Il confronto con il Veneto deve far riflettere: Jesolo, Caorle, Cavallino Treporti e San Michele al Tagliamento (con Bibione) doppiano abbondantemente Lignano. Come si colma il gap?

«Svecchiando i servizi, liberando le energie imprenditoriali, aprendo al privato. Il pubblico sta facendo molto e devo dire che il sentiment del comparto turistico regionale sia molto cambiato: prima c’era maggior scetticismo».


Inevitabile parlare di turismo e non citare il tema dello sviluppo della ricettività.

«Stiamo cercando di fare la nostra parte anche in questo ambito. Abbiamo promosso lo scorso anno il primo bando per la ristrutturazione di alberghi almeno a quattro stelle, concentrandoci sulla montagna e sulle località sciistiche. E abbiamo avuto risposte confortanti, con cinque proposte che prevedevano investimenti superiori ai 10 milioni di euro. Nel secondo semestre di quest’anno bisseremo l’iniziativa, allargandoci a nuove zone: penso a Gorizia, che potrà sfruttare la capitale europea della cultura come volano per uno sviluppo turistico che dovrà abbracciare anche le zone circostanti, come il Collio».

Cosa vi attendete da Go2025?

«Abbiamo la convinzione che quest’occasione possa portare tanto non soltanto a Gorizia, che ha già visto crescere del 31,6 per cento le presenze turistiche nel 2024, ma a tutta la regione. Non è un evento, ma l’inizio di un percorso più ampio».

Al di là delle risorse economiche, come si mette il settore nelle condizioni di crescere?

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«Stiamo lavorando anche sulle norme. Abbiamo approvato la legge quadro sulla nautica, un settore che in regione conta 25 marine e 2 mila persone impiegate. E poi vorremmo portare in aula il nuovo testo unico del turismo e del commercio, riunendo 14 leggi e 88 regolamenti attuativi. L’obiettivo è contribuire a modernizzare il settore». —

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