Università, una piazza aperta per contaminare la società

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Cos’è l’Università? Dall’enciclopedia Treccani: un’istituzione per produrre e trasmettere sapere. È un luogo dove la ricerca nelle sue diverse declinazioni, libera ed indipendente, crea e condivide nuove conoscenze. È il motore capace di produrre benessere e di sostenere la libertà nella società della conoscenza. La Costituzione ne favorisce l’interesse: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica “, ne difende l’autonomia e ne riconosce il ruolo: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” e: “La scuola è aperta a tutti. … I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Un cambiamento vi è stato e gli effetti si sono visti. Negli anni Sessanta l’apertura di nuove università, compresa la nostra, il potenziamento di quelle esistenti, ha permesso al Paese l’accesso agli studi superiori di tante studentesse e tanti studenti che hanno poi restituito alla società quanto avevano appreso contribuendo alla ripresa economica del Paese distrutto dalla guerra. La veloce trasformazione della nostra economia, da agricola ad industriale, è stata resa possibile anche dalle competenze che tanti giovani laureati e tante giovani laureate hanno portato nella società, nella produzione, nei servizi. Un vero ascensore sociale che ha permesso a molte figlie e a molti figli di contadini e di artigiani di migliorare le proprie condizioni economiche e sociali rispetto a quelle dei genitori. Poi le cose sono peggiorate.

L’Università e la Scuola hanno perso il loro valore, anche per scelte politiche che le hanno avversate, resta famosa la frase che “con la cultura non si mangia”, l’ascensore sociale si è in parte inceppato, anche per gli stipendi che non sono cresciuti con un livellamento verso il basso. Ne è prova l’alto numero di laureati e laureate che scelgono di emigrare per trovare una occupazione dignitosa che possa riconoscere e valorizzare l’impegno che hanno profuso nei tanti anni di studio. Perdere quanto si è investito è una cattiva politica che andrebbe corretta dando una nuova centralità all’Università e alla Scuola, un settore dove ritornare ad investire riservando risorse adeguate per potenziare le strutture, favorire l’ingresso di nuovi giovani alla ricerca, dare continuità agli investimenti del PNRR, trattenere i tanti giovani ricercatori entrati con contratti a termine, incrementare le risorse per il diritto allo studio con borse di studio e residenze per gli studenti, dando a tutti, indipendente dal censo della propria famiglia, la possibilità di accedere agli studi universitari, allineandoci così con quanto si sta facendo nei paesi maggiormente sviluppati.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Anche l’Università dovrà cambiare, dovrà rigenerarsi, aprendosi alla società, accogliendo e interpretando i cambiamenti in atto, favorendo la condivisione dei risultati della ricerca, contaminando la società con i valori di accoglienza e libertà che lo studio ed il confronto favoriscono. L’Università è forse l’unico luogo dove la cittadinanza globale viene riconosciuta, professata e valorizzata, dove le differenze culturali, linguistiche e religiose non sono oggetto di scontro ma di confronto e valorizzazione.

L’Università deve essere sempre più una piazza aperta piuttosto che una torre chiusa. Per questo l’autonomia organizzativa e culturale di cui gode deve essere indirizzata per favorire questi obiettivi. I finanziamenti sono necessari per rimanere autonomi, ma vanno indirizzati bene per individuare strategie capaci di dar valore all’Università, aprendosi il più possibile alla società, facendosi carico dei bisogni culturali e sociali, cercando di far emergere le diseguaglianze per poterle eliminare o quanto meno per attenuarle, difendendo la libertà di pensiero e di opinione. Questa è la sfida dei prossimi anni per restare liberi e propositivi nella società della conoscenza. L’autonomia finanziaria, normativa, didattica e di ricerca dell’Università dovrà essere indirizzata su queste prospettive, e gli organi dell’Università, dove siedono i rappresentanti eletti dagli studenti, dai docenti e da tutto il personale che collabora alla produzione e trasferimento del sapere, dovrà farsi carico di queste scelte, altrimenti il declino sarà certo e con esso quello di tutta la Società.

*Dipartimento di Ingegneria dell’informazione

Facoltà di Ingegneria

Università Politecnica

delle Marche





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Source link