Il lato luminoso del Piemonte: i 10 migliori Erbaluce di Caluso celebrati dal Gambero Rosso

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Negli ultimi anni, i riflettori dell’enologia piemontese, tradizionalmente puntati sui grandi rossi come Barolo e Barbaresco, si sono spostati su un nuovo protagonista: i vini bianchi autoctoni. Tra questi, l’Erbaluce di Caluso sta emergendo come un gioiello enologico di rara versatilità e valore, capace di raccontare non solo il territorio da cui proviene, ma anche l’arte e la passione dei produttori che lo custodiscono.

L’Erbaluce, originario della zona prealpina piemontese, affonda le sue radici in un terroir unico, caratterizzato da colline moreniche e suoli minerali che ne definiscono la complessità. La sua versatilità è sorprendente: si presta alla produzione di bianchi fermi di grande freschezza, spumanti metodo classico e persino passiti, in cui la dolcezza si intreccia con una vivace acidità. Questa duttilità ne fa un vino capace di soddisfare ogni palato e di accompagnare una vasta gamma di piatti, dagli antipasti di pesce ai formaggi stagionati.

Tra i produttori che hanno saputo esaltare le potenzialità dell’Erbaluce, spiccano nomi come Cieck, con il suo San Giorgio Spumante 2020, e Orsolani, che con La Rustìa 2023 dimostra una continuità qualitativa straordinaria. Anche realtà come Benito Favaro e Ferrando contribuiscono a definire l’identità di questo vitigno, con vini che esprimono struttura, freschezza e una sorprendente longevità. Le etichette “Tredicimesi” di Benito Favaro e “Etichetta Bianca” di Ferrando sono esempi di come l’Erbaluce possa rappresentare l’eccellenza del Canavese.

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Ecco l’elenco completo dei 10 migliori Erbaluce di Caluso selezionati dal Gambero Rosso 2025:

  1. Erbaluce di Caluso Spumante San Giorgio ’20 – Cieck
  2. Erbaluce di Caluso Vigna Misobolo ’22 – Cieck
  3. Erbaluce di Caluso Pas Dosé Nature ’19 – Cieck
  4. Erbaluce di Caluso La Rustìa ’23 – Orsolani
  5. Erbaluce di Caluso Tredicimesi ’22 – Benito Favaro
  6. Erbaluce di Caluso Le Chiusure ’22 – Benito Favaro
  7. Erbaluce di Caluso Anima d’Annata ’21 – La Masera
  8. Erbaluce di Caluso Erbalus ’23 – Cantine Crosio
  9. Erbaluce di Caluso Etichetta Bianca ’23 – Ferrando
  10. Erbaluce di Caluso Fiordighiaccio ’23 – Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso

Questi vini rappresentano il meglio della produzione canavesana, con un mix di tradizione e innovazione.

L’Erbaluce affonda le sue radici in un territorio unico

Tradizione e innovazione nel Canavese

Il legame tra l’Erbaluce e il Canavese è inscindibile. Qui, tra i vigneti che si affacciano sul Lago di Viverone e le colline di Caluso, si lavora con dedizione per preservare le tradizioni vitivinicole e adattarle alle richieste moderne. Il sistema di allevamento tradizionale della pergola canavesana convive con il più innovativo guyot, offrendo ai produttori la possibilità di sperimentare e affinare le tecniche di vinificazione.

L’Erbaluce non è solo un vino; è un simbolo di resilienza e identità. Citato per la prima volta nel 1606 da G.B. Croce, gioielliere di corte dei Savoia, deve il suo nome alla luce dorata che illumina i grappoli al momento della maturazione, evocando l’antico mito di Alba Lux. La storia racconta di una varietà che, nonostante le difficoltà climatiche e commerciali, ha saputo resistere e prosperare, diventando un punto di riferimento per l’enologia piemontese.

Dal riconoscimento della DOCG nel 2010, l’Erbaluce di Caluso ha acquisito un ruolo centrale nella promozione del territorio. Non è solo un prodotto agricolo, ma anche un ambasciatore della cultura locale, capace di attirare turisti e appassionati. Ogni bottiglia racconta il lavoro di generazioni di viticoltori e il valore di un territorio che, attraverso il vino, ha trovato un modo per esprimere la sua anima più autentica.

Con la sua versatilità, eleganza e capacità di raccontare il terroir, l’Erbaluce di Caluso rappresenta un esempio perfetto di come un vitigno autoctono possa ritagliarsi un ruolo da protagonista nel panorama enologico nazionale e internazionale. Un motivo d’orgoglio per il Piemonte e una sfida per i produttori, chiamati a mantenere viva la tradizione e a innovare per il futuro.

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