Caro direttore,
ora vivo vicino al quadrilatero della moda e, confesso, ogni tanto mi piace passare per quelle vie dove sono esposti abiti molto belli, nonché molto costosi. Non ho certo l’ambizione di trovarvi di che vestirmi, ma sono stato educato fin da piccolo a cercare la bellezza in tutte le sue manifestazioni e anche nella moda, a volte, se ne trova qualche esempio.
Un altro esempio di bellezza, non ci avevo mai pensato, sono le candele. Non a caso abbelliscono le torte di compleanno, attirano l’attenzione dei più piccoli, almeno di quelli non ancora rovinati dalla dipendenza dai videogiochi. I bambini sono affascinati da quella fiamma che sembra venire per incanto da esili bastoncini di cera.
Personalmente non sono mai stato un “candelaro”, uno di quelli che appena entrano in una chiesa sono presi dal raptus di accendere una candela, ma devo ammettere che mi sono sbagliato. Entrando, ad esempio, nel Santuario di San Giuseppe in via Verdi (a Milano), oltre che dalla bellezza dell’architettura e dei quadri, non si può non essere colpiti dalla quantità delle candele accese. Sono in effetti la semplice espressione di fede anche di gente che magari non va più neanche a messa, ma che andando a lavorare in uno di quegli uffici o negozi del centro, vuole dire a Gesù e alla Santa Famiglia: “scusatemi, non ho molto tempo, ma volevo dirvi che ci sono ancora”.
In proposito, tra l’altro, la settimana scorsa mi è capitato un fatto interessante. Sono entrato in Santuario tre signore russe, provenienti da San Pietroburgo. Avendo visto che avevano acceso una candela, mi sono fatto avanti e dopo una breve chiacchierata le ho invitate a dire una preghiera insieme, naturalmente in russo. A quel punto mi hanno confessato di non saperne neanche una e che quella candela accesa era l’unico modo che conoscevano per pregare. Dopo aver regalato a loro un’immaginetta del Madonna dell’Aiuto (quella che si trova in Duomo) con una preghiera scritta in russo, le ho benedette. È stato anche un modo per ringraziarle della loro semplice testimonianza di fede.
Dalle candele ai fiori. La settimana scorsa c’è stato un incontro tra i sacerdoti della Zona Centro (di Milano) e il presidente e alcuni assessori del Municipio 1. Sia i preti che i politici si sono a lungo lamentati del fatto che il centro di Milano, per effetto dei prezzi molto alti delle case, si sta spopolando. Sta divenendo un grande centro commerciale di lusso per turisti sempre più numerosi. Forse anche troppo numerosi.
Li ho lasciati parlare, ma alla fine non sono potuto non intervenire. “Cari confratelli e cari politici, mi sembra evidente che siamo di fronte a una situazione che non riguarda solo Milano e su cui nessuno di noi al momento può intervenire per cambiarla. Neanche voi politici che, senza offesa, a livello della vostra responsabilità di politici di zona non potete agire su un fenomeno di questa portata. Occorre che, noi e voi, prendiamo atto della realtà che ci invita ad agire per quello che possiamo su quello che c’è oggi. Cari confratelli, ci troviamo a gestire la maggior parte delle chiese più belle di Milano, spesso frequentate da molti turisti, per lo più stranieri. Se entrando costoro trovassero dei preti o simili, in grado di accoglierli, e attraverso alcune spiegazioni artistiche potessero riascoltare un po’ dell’annuncio cristiano? Sarebbe un po’ come fare una specie di missione a domicilio, certo con l’attenzione che queste persone, quando fosse possibile, potessero trovare dei riferimenti nei loro Paesi. E per voi, cari politici, un esempio. Gli assessori alla Cultura e all’Ambiente si sono lamentati del degrado delle strade del centro dal punto di vista della natura. Certo non riesco ad immaginare che si possono impiantare baobab in via Brera. Ricordo però che essendo io nato dopo la guerra (la seconda …) anche come reazione alle distruzioni subite da Milano, ho potuto vedere che in molti balconi riapparvero piante fiorite, secondo una vecchia tradizione milanese. Pensate come sarebbero più belle e più salutari le strade di Brera, e dintorni, se incentivaste il fatto di mettere piante fiorite su tanti balconi oggi tristemente spogli”. Sia chiaro che non intendo propormi come candidato alle prossime elezioni municipali, ma nel mio piccolo mi rendo disponibile a collaborare con qualsiasi amministrazione sia coi fiori che con le candele.
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