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Credit: Will Buckner, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Le azioni di NVIDIA, uno dei più grandi produttori mondiali di processori grafici, sono crollate del 17% – il calo più grosso dal marzo 2020 – cancellando 589 miliardi di dollari dalla capitalizzazione di mercato della società, riflettendo una perdita di fiducia da parte degli investitori, almeno stando a quanto riportato in un articolo di Bloomberg. La perdita di valore di mercato è dovuta al recente successo di DeepSeek, una startup cinese che opera nel campo dell’intelligenza artificiale, la cui tecnologia offre prestazioni comparabili a quelle dei modelli AI delle aziende della Silicon Valley, pur avendo investito molto meno risorse imparando a ottimizzare quanto più possibile l’hardware. Questo crollo, uno dei più intensi dal 2020, ha sollevato dubbi tra gli investitori riguardo alla posizione dominante di NVIDIA nel settore dell’AI. Il timore è che l’alto costo dell’hardware di NVIDIA possa diventare meno “giustificabile” se emergono alternative più economiche.

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Questo declino ha avuto ripercussioni anche su alcuni indici, come l’S&P 500 (il più importante indice azionario statunitense) e il NASDAQ-100 che, rispettivamente, lunedì scorso hanno perso l’1,5% e il 3%.

Le maggiori perdite di capitalizzazione di mercato avvenute in un solo giorno. Credit: Bloomberg

Perché le azioni NVIDIA sono crollate del 17%

Il motivo per cui le azioni di NVIDIA sono andate pesantemente giù è stata originata dalla tecnologia di DeepSeek, in grado di offrire prestazioni comparabili alle AI “made in USA” a una frazione del costo da sostenere per il training dei modelli. Questo ha acceso non poche preoccupazioni negli investitori riguardo all’enorme spesa sostenuta dalle grandi aziende statunitensi nello sviluppo dei loro modelli AI.

L’azienda fondata da Liang Wenfeng è stata in grado di ideare un modello altamente efficiente e a basso costo. Non solo: questo prodotto open source, avendo rapidamente scalato le classifiche dell’App Store di Apple negli Stati Uniti, ha sollevato preoccupazioni sul possibile sconvolgimento dell’intero modello di business dell’AI. In buona sostanza, la reazione del mercato è stata dettata dal fatto che, se DeepSeek dimostra che si possono ottenere buoni risultati senza dipendere dai costosi chip NVIDIA, allora il valore delle aziende che basano il proprio business sulla vendita di hardware per l’AI potrebbe ridimensionarsi.

Gli analisti di Jefferies (una nota banca d’investimento indipendente), a questo proposito hanno osservato:

Sono emerse immediatamente preoccupazioni sul fatto che [DeepSeek, NdR] potrebbe rappresentare un elemento dirompente per l’attuale modello di business dell’intelligenza artificiale, che si basa su chip di fascia alta e su un’ampia potenza di calcolo e quindi su energia.

Per completezza d’informazione, però, va detto anche che alcuni analisti ritengono che l’aumento dell’efficienza potrebbe portare a una maggiore domanda di chip NVIDIA nel lungo termine e, quindi, il colosso tech di Santa Clara può dormire sonni relativamente tranquilli.

La reazione degli USA allo “tsunami” DeepSeek

Per ostacolare l’avanzata della Cina nel settore dell’intelligenza artificiale, gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni sull’esportazione di semiconduttori avanzati e limitato la vendita dei chip AI più sofisticati di NVIDIA. Tuttavia, il rapido sviluppo di DeepSeek indica che i ricercatori cinesi hanno saputo sviluppare soluzioni alternative, concentrandosi sull’ottimizzazione delle risorse disponibili.

Non a caso la stessa NVIDIA ha riconosciuto gli ottimi risultati ottenuti dalla startup cinese, descrivendo il loro modello come un «notevole passo avanti per l’AI» e precisando che DeepSeek ha operato nel rispetto delle normative statunitensi sui chip avanzati. NVIDIA ha anche sottolineato che il funzionamento pratico dei modelli di intelligenza artificiale, noto come inferenza, «richiede un numero significativo di GPU NVIDIA e reti ad alte prestazioni» un chiaro segno del fatto che la domanda di hardware specializzato rimane comunque elevata.

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Resta da vedere se l’efficienza dei modelli cinesi cambierà effettivamente le dinamiche del settore AI o se NVIDIA, insieme alle altre big tech statunitensi, riusciranno a mantenere una posizione dominante sul mercato.





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