è in atto uno scontro tra ministero e privati

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Resta il muro contro muro nella “battaglia” sul nuovo tariffario delle prestazioni sia della specialistica ambulatoriale sia della protesica, che ha reso possibile l’entrata in vigore dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Nell’udienza al Tar del Lazio, il presidente del collegio ha proposto una sospensiva dei ricorsi contro il decreto tariffe del 25 novembre 2024 (del ministro della Salute e di quello dell’Economia e delle finanze) per fissare un’udienza di merito per il prossimo 27 maggio. Ma se alcune associazioni della sanità privata hanno espresso un parere favorevole, altre sono rimaste sulle barricate, lamentando gravi danni dalle nuove tariffe, che rendono impossibile sostenere i costi operativi.

Da parte sua il ministro della Salute, Orazio Schillaci, al question time alla Camera ha ribadito le maggiori risorse stanziate per l’entrata in vigore dei nuovi Lea e delle tariffe aggiornate, dichiarando peraltro che il processo di aggiornamento sarà continuo e che già quest’anno verranno riesaminate.

L’Associazione imprese sanitarie indipendenti (Aisi), in una nota firmata da Karin Saccomanno e Giovanni Onesti, presidente e direttore generale, hanno ribadito: «No a mediazioni, occorre una sospensione urgente del nuovo tariffario che rischia di portare al collasso migliaia di imprese». Aggiungendo: «Non possiamo permettere che l’applicazione del nuovo tariffario continui a causare danni alle strutture e ai pazienti».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’Unione ambulatori e poliambulatori privati autorizzati e privati convenzionati (Uap): «I nostri legali hanno deciso di non accedere a questa mediazione e di insistere sulla richiesta di sospensione urgente del tariffario» ha scritto la presidente Mariastella Giorlandino. La scelta è motivata «dalla necessità di difendere con fermezza i diritti delle strutture e dei pazienti, considerando le difficoltà significative che l’applicazione del nuovo tariffario sta generando e porterebbe alle aziende del Sud Italia».

Quanto a chi ha accettato l’udienza di merito, Giorlandino sostiene che si tratti di «grandi multinazionali» che hanno perlopiù «sede nelle Regioni del Nord Italia, che non essendo in piano di rientro possono aumentare i propri tariffari».

Il ministro Schillaci oggi alla Camera ha chiarito che per la remunerazione delle prestazioni sanitarie della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica il decreto tariffe «impiega circa 550 milioni di euro in più rispetto alle risorse che sostengono le precedenti tariffe». «Appare evidente – ha chiosato il ministro – come le nuove tariffe risultino complessivamente più remunerative delle precedenti».

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Schillaci ha ricordato che il decreto del 25 novembre 2024 rispetto al precedente decreto del 23 giugno 2023 («mai entrato in vigore per una più ampia valutazione della revisione delle tariffe») prevede «un incremento del finanziamento per le prestazioni di laboratorio di oltre 270 milioni di euro, di oltre 121,9 milioni di euro per le visite specialistiche e di oltre 56,7 milioni di euro per le terapie».

«Ritengo doveroso evidenziare – ha puntualizzato il ministro – che quanto asserito dai ricorrenti (al Tar, ndr) nell’ambito del contenzioso che lamentano che le tariffe non sarebbero remunerative è evidentemente apodittico, anche in considerazione del fatto che non sono stati prodotti in giudizio dati di costo da poter confrontare con le tariffe individuate nel decreto». E ha corretto alcuni dati sulle tariffe presentati dall’interrogazione parlamentare.

Il ministro ha poi ribadito che il decreto «non solo non impedisce ai cittadini di curarsi, ma finalmente permette a tutti di accedere ai nuovi Lea, rappresentando finalmente un’opportunità non concessa precedentemente, soprattutto ai cittadini delle Regioni più disagiate».

In conclusione, ha ricordato che il lavoro di revisione delle tariffe è stato condotto sin dal 2017 (quando sono stati definiti i “nuovi Lea”) e che «il ministero della Salute conduce una costante attività per la revisione tariffaria, anche in coerenza con quanto previsto dalla legge di Bilancio 2025 che ha stanziato risorse, sia per l’aggiornamento dei Lea che per la revisione delle tariffe massime nazionali. Sarà possibile pertanto in tempi brevi cominciare a lavorare per l’aggiornamento al tariffario vigente per renderlo sempre più coerente con la naturale evoluzione dei costi di produzione».





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