Sui verdi colli dell’Irpinia è germogliato un vigneto unico al mondo. Con filari disposti a spirale, secondo il moto che governa le galassie e le infiorescenze di svariate piante. Come le margherite, i girasoli, i broccoli e i cavolfiori. I numeri che compongono la spirale sono quelli della successione di Fibonacci: il grande matematico pisano vissuto tra il 1170 e il 1242 circa, il cui vero nome era Leonardo Bonacci. A realizzare questa vigna, ispirata alla cosiddetta “sezione aurea”, è stato Luigi Moio, professore ordinario di enologia ad agraria dell’Università Federico II di Napoli e presidente, fino a ottobre scorso, della massima organizzazione enologica: l’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, con sede a Parigi. Oggi Moio è il vicepresidente del simposio mondiale; ItaliaOggi lo ha raggiunto nella sua azienda agricola, a Quintodecimo, in provincia di Avellino, per carpire ogni segreto di questa scelta. In quelle vallate, dove Aglianico e Falanghina riempiono i calici e le speranze dei vignaioli, Moio accetta di condividere i dettami del suo progetto: «Ma da scienziato», rimarca. Sciogliendo i misteri che dalla sua azienda la “Divina proporzione” alimenta col maturar degli acini.
Domanda. Perché una vigna ispirata al Fibonacci?
Risposta. Sono stato sempre affascinato dalla bellezza, credo di essere un esteta. Amo la bellezza della natura e la sobrietà del bello. Per me anche un grande vino non è semplicemente buono, ma è bello.
D. Spieghiamolo meglio: cos’è la sezione aurea?
R. È un simbolo di armonia. Pitagora riconducendo tutto ai numeri, comunicava che tutto è misurabile. Euclide, molti anni dopo, diede una definizione di armonia quantificandola nel rapporto noto come proporzione aurea, rappresentato dal numero phi, circa 1,618. La sezione aurea è stata utilizzata nella storia dell’arte per comunicare armonia e bellezza. Basti pensare al Partenone di Atene, alla Basilica di San Marco, a Notre-Dame di Parigi, a molte opere di Leonardo da Vinci, ecc.
D. Per questo il numero phi, così identificato in onore dell’architetto greco Fidia, mediante l’iniziale del suo nome, per questo si diceva, il phi è noto anche come “Divina proporzione”. Ma come si legano la sezione aurea e un vigneto?
R. La spirale aurea è anche un simbolo di crescita e di rinascita. Anche la vigna ogni anno passa attraverso un ciclo di cambiamenti. Un ciclo di rinascita costante. Caduta e morte delle foglie e risveglio primaverile della vite, ci ricordano infatti che la natura si rigenera continuamente tra morte e vita. Così come la spirale aurea si espande all’infinito mantenendo sempre la stessa proporzione, la vigna si rigenera continuamente pur subendo cambiamenti. In questo modo, la spirale aurea in natura è testimonianza della ciclicità della vita, della sua costante trasformazione e della sua rinascita, esattamente come la vigna anch’essa simbolo di vita. Per questo a Quintodecimo ho voluto rendere omaggio alla spirale aurea e alla perfezione della natura dedicando ad esse una piccola vigna, al centro di un anfiteatro di vigne, ispirata alla successione di Fibonacci. Una sorta di collegamento tra il pensiero razionale e la natura che ci circonda.
D. Qual è l’idea alla base del suo progetto?
R. Sono nato in una famiglia che da cinque generazioni produce vino, papà immaginava che diventassi enologo e mi ha spinto verso gli studi di scienze agrarie e di enologia. Ma la mia naturale inclinazione era per la matematica, sognavo di fare fisica teorica. Mi ha affascinato da sempre il legame tra pensiero razionale e natura e tutto questo l’ho sempre coltivato e approfondito.
D. Quintodecimo nasce nel 2001, la “vigna aurea” nel 2020, durante il lockdown. Sono trascorsi quattro anni di lavori, nella riservatezza.
R. Man mano che abbiamo piantato i filari, a ritocchino e con una pendenza tra il 15-20%, si è formato un armonioso anfiteatro naturale di una decina di ettari di vigne di Aglianico intorno ad una superficie circolare con un diametro di circa cento metri che è diventato un punto di accumulo dell’acqua piovana. Qui, in questo spazio al centro dell’anfiteatro di vigne, la cosa più bella e funzionale era realizzare delle spirali. Ed è nata la vigna aurea, ispirata alla serie di Fibonacci.
D. Come è strutturata la vigna?
R. La Vigna Aurea, così come è stata concepita, consente di valutare una serie di variabili viticole sulle quattro varietà di uve coltivate a Quintodecimo: Aglianico, Greco, Falanghina e Fiano. È costituita da sedici spirali, rispettivamente composte di quattro filari per ciascuna delle quattro varietà di uva. In tutto sono 784 piante, 196 per ciascuna varietà. La successione delle quattro varietà, che si ripetono per quattro volte, è in relazione al contenuto dei composti coloranti di ciascuna di esse che, progressivamente, si riduce passando dall’Aglianico, al Greco, alla Falanghina ed infine al Fiano. Altri aspetti importanti sono l’orientamento delle piante e la densità tra esse. Quest’ultima aumenta leggermente man mano che si va verso il centro del vortice creato dalle spirali, mentre l’orientamento di ciascuna varietà varia continuamente da una pianta all’altra che si succede lungo ciascuna spirale. Infine, l’inizio di ciascuna sequenza delle quattro varietà, coincidente con l’Aglianico è posizionato in corrispondenza dei quattro punti cardinali: Nord, Sud, Est, Ovest.
D. Da scienziato, ha pensato di studiare gli effetti di questa disposizione
R. Certo, in pratica è un vero e proprio “modello sperimentale” utile per valutare alcune variabili agronomiche. Per esempio, l’effetto dell’esposizione al sole delle piante che varia continuamente lungo le spirali man mano che si entra verso il centro del vortice replicandosi quattro volte, per ciascuna varietà, in modo compensativo; e la densità delle piante che varia leggermente lungo le spirali.
Ma a parte gli aspetti di ricerca scientifica è anche un progetto di sostenibilità ambientale e di contenimento dell’erosione idrica del suolo. La vigna, come ho già detto, si trova al centro di un anfiteatro di vigne con una pendenza che varia tra il 15 ed il 25%, con i filari a ritocchino tutti orientati verso il vortice creato dalle sedici spirali.
Le spirali della vigna aurea svolgono fondamentalmente due funzioni:
a) costituiscono una sorta di micro-barriere multiple che moderano il ruscellamento dell’acqua piovana che scorre lungo i filari delle vigne dell’anfiteatro;
b) svolgono una funzione di canalizzazione dell’acqua piovana verso il centro del vortice dove viene raccolta e, attraverso un drenaggio, giunge in una grande vasca per poi essere riutilizzata.
D. Ha in mente una collocazione per il vino “aureo”?
R. Pensiamo di produrre 233 bottiglie da ciascun dei 4 vitigni, in modo da realizzare 233 casse da 4 bottiglie ciascuna che serviranno per finanziare, attraverso l’attività di una Fondazione, una borsa di studio da destinare alla ricerca scientifica. Le casse saranno messe in vendita ogni anno durante un evento culturale che promuove la bellezza della natura. Perché il vino è anche questo, bellezza assoluta e condivisione. Non va bevuto tanto per assumere alcol ma per cogliere tutti gli aspetti della sua meravigliosa complessità. Il vino è un formidabile vettore di cultura e sorseggiarlo, abbinandolo al cibo, è un atto culturale!
Riproduzione riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link