Emergenza abitativa drammatica a Nuoro e in Italia

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Le città sono piene di case vuote, ma per le famiglie indigenti trovare un alloggio confortevole è sempre più difficile. A Roma come a Cagliari. A Nuoro anche di più. Succede in un’Italia dove ci sono «sempre meno bambini e sempre più poveri», tanto per citare una ricerca pubblicata a novembre scorso da Save The Children, l’organizzazione umanitaria nata a tutela dei diritti dei minori. Il nostro paese soffre la piaga della denatalità e nel contempo un gran numero di famiglie vivono nella miseria. «Nel 2023 l’Italia – ha accertato Save The Children – ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati, mentre la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta, e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Oltre la metà risiede nel Mezzogiorno (Sud e isole), dove la percentuale sale al 12,9%. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno».

E sul problema dell’emergenza abitativa si sofferma il Sunia Cgil, sindacato degli inquilini, attraverso Paola Deserra, combattiva segretaria provinciale nuorese. «In linea generale – osserva Deserra – esiste una profonda correlazione tra disagio abitativo e povertà abitativa, pertanto, un territorio che ospita molte famiglie in difficoltà economica diventa un luogo in cui la condizione degli edifici risulta peggiore». Per la sindacalista questo rappresenta «un dato matematico e scontato».

Paola Deserra, segretaria provinciale del Sunia-Cgil (L'Unione Sarda)
Paola Deserra, segretaria provinciale del Sunia-Cgil (L'Unione Sarda)Paola Deserra, segretaria provinciale del Sunia-Cgil (L'Unione Sarda)

Paola Deserra, segretaria provinciale del Sunia-Cgil (L’Unione Sarda)

Basta dare uno sguardo agli studi condotti in questi ultimi tempi da società specializzate per rendersi conto della gravità di una situazione davanti alla quale molte istituzioni chiudono gli occhi. «L’Italia – si legge in uno studio condotto alcuni mesi fa da welforum.it, l’Osservatorio nazionale sulle politiche sociali – detiene una quota tra le più basse in Europa di edilizia pubblica e sociale (il 4,2% rispetto alla media UE del 7,5%). Sconta inoltre l’effetto di decenni di politiche abitative che hanno favorito la proprietà della casa contribuendo a limitare la disponibilità di locazioni a prezzi accessibili, a scapito soprattutto dei gruppi a basso reddito». Sotto accusa »la carenza di edilizia residenziale pubblica e i criteri per accedervi, assieme all’aumento dei prezzi e alle discriminazioni nel mercato immobiliare privato».

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E l’Isola non fa eccezione. «Gli indicatori statistici – osserva Paola Deserra – testimoniano che anche la Sardegna e la provincia di Nuoro sono tristemente toccate da tale fenomeno. Un bambino sardo su 3 vive in una casa umida o senza riscaldamento o addirittura sovraffollata. Scaturisce da tutto ciò un dato terribile: la povertà abitativa, che, inesorabilmente incide sulla vita dei minori a 360 gradi».

Il dramma c’è, anche se non si vede o si fa finta di non vederlo. Per coglierne l’entità il Sunia Cgil invita ad analizzare le cifre «In Sardegna – dice la leader provinciale del sindacato – oltre il 35% dei bambini vive in abitazioni con importanti deficit strutturali e di sovraffollamento o con spazi non adeguati per dimensioni, tutte condizioni che si abbattono negativamente sul benessere psicofisico dei minori».

Situazione di estrema povertà in una casa di nuoro (archivio L'Unione Sarda)Situazione di estrema povertà in una casa di nuoro (archivio L'Unione Sarda)
Situazione di estrema povertà in una casa di nuoro (archivio L'Unione Sarda)Situazione di estrema povertà in una casa di nuoro (archivio L'Unione Sarda)

Situazione di estrema povertà in una casa di nuoro (archivio L’Unione Sarda)

In Barbagia, ma non solo, l’emergenza è grave più che altrove. Queste problematiche toccano Nuoro per quasi il 20%, Olbia per il 15%. Il degrado abitativo si ripercuote negativamente anche sulla sfera educativa dei più piccoli che, loro malgrado, versano in questa triste condizione, per un bambino è necessario poter avere degli spazi dedicati allo studio e in cui svolgere anche attività di svago». Paola Deserra guarda al triste fenomeno non soltanto come rappresentante sindacale ma anche come insegnante. «E da insegnante – rimarca – non posso che constatare situazioni di grave disagio abitativo che, inesorabilmente, si trasferiscono anche sul mondo scolastico».

Paola Deserra sostiene che non sia più il tempo degli indugi e che le questioni legate alla qualità della vita da garantire ai minori e alle loro famiglie in difficoltà debbano essere risolte con priorità assoluta. «Ci rivolgiamo alle istituzioni regionali e locali, affinché – raccomanda la segretaria nuorese del Sunia Cgil – tali situazioni vengano fronteggiate e i diritti dei minori e delle loro famiglie restino centrali sui tavoli e nelle intese politiche e che le situazioni di criticità vengano risolte con tempestività».

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