FedEx, sequestrati 46 milioni di euro per evasione fiscale: «Serbatoi di manodopera a buon mercato nella logistica»

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di
Luigi Ferrarella

La procura di Milano sequestra 46 milioni al colosso americano: «Con una mano gli illeciti, con l’altra gli impegni formali nel nuovo contratto». La divisione italiana di FedEx accusata di evasione fiscale per i vantaggi ottenuti dall’esternalizzazione a cooperative che non pagano tasse e contributi

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È il «solito» sequestro di una montagna di soldi a carico di una delle tante multinazionali regine del settore malato della logistica, stavolta FedEx Express Italy Srl, eppure nel contempo non è il «solito» sequestro quello con cui la Guardia di Finanza, su provvedimento della Procura di Milano, congela 46 milioni di euro alla divisione italiana del gigante statunitense per il largo ricorso all’esternalizzazione dei servizi di logistica a cooperative-serbatoi di manodopera, in grado di offrire un costo del lavoro stracciato perché inadempienti rispetto agli obblighi di pagare le tasse all’Erario e versare i contributi all’Inps. La differenza rispetto a tanti altri sequestri – che negli ultimi tre anni già avevano raggiunto altri 19 colossi inducendoli infine a sanare le proprie posizioni assumendo migliaia di lavoratori e pagando 552 milioni di euro di imposte – sta nel fatto che la motivazione dell’odierno sequestro indica come nata già morta, sotto questo profilo, la speranza collegata al rinnovo appena due mesi fa del contratto collettivo nazionale dei settori logistica e trasporti tra le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati.

Due volti nello stesso momento

Nel contratto spicca una clausola sociale di «qualificazione della filiera» che, con una serie di richieste certificazioni formali, si propone di contrastare i crescenti fenomeni di illegalità «attraverso ogni utile strumento atto a garantire il pieno rispetto della normativa e della disciplina sugli appalti»: solo che, osservano i pm Valentina Mondovì e Paolo Storari per additare quello che ritiene «un disaccoppiamento» tra ciò che si proclama formalmente e ciò che si fa invece concretamente, proprio nei mesi in cui veniva messa a punto questa nuova clausola contrattuale Fedex depositava le dichiarazioni fiscali fraudolente (per l’accusa) perché inglobanti i profitti illeciti (a monte) derivanti dagli illeciti (a valle) dei fornitori esterni di manodopera. Da qui la previsione che la clausola contrattuale in teoria virtuosa, «sebbene mossa dal dichiarato intento di porre le basi per il superamento del diffuso fenomeno deviante, appaia destinata ad essere a sua volta in concreto disapplicata in assenza di modifiche sostanziali alle politiche di impresa adottate dai protagonisti del settore per contemperare li soddisfacimento delle regole dell’efficienza e del risultato con l’effettiva applicazione delle norme inderogabili di carattere fiscale e giuslavoristico a tutela dei lavoratori»; e che sia «verosimilmente destinata a rimanere invariata l’attuale condizione di normalizzazione della devianza, nella quale si inserisce il condiviso, tollerato e sistematico ricorso ai meccanismi di frode fiscale».




















































Illeciti delle coop ma profitti del committente

Ricorso tollerato perché, se le cooperative-serbatoi di manodopera danneggiano lo Stato non pagando le imposte dirette ed indirette, e non pagando contributi previdenziali e assicurativi dei lavoratori oggetto di illecita somministrazione, il committente di turno (nell’ultimo caso appunto Fedex) gode indirettamente dei due grandi vantaggi dell’abbattimento dei costi del lavoro e della disponibilità di una forza lavoro connotata da maggiore flessibilità. Il profitto dell’ipotizzato reato di dichiarazione fraudolenta attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse dai serbatoi di manodopera aggira-Fisco, contestato formalmente alla società FedEx Express Italy Srl come responsabilità amministrativa dell’ente e ai firmatari delle dichiarazioni fiscali 2022-2023 Stefania Pezzetti e Jan Berndt Haaksman, è stimato dalla GdF in 46 milioni di euro. E il sequestro preventivo d’urgenza, destinato al vaglio di convalida o meno poi del gip, è motivato dalla Procura con il fatto che «il meccanismo fraudolento è tutt’ora in atto con rilevantissime perdite per l’Erario e situazioni di sfruttamento lavorativo che perdurano a tutto vantaggio di FedEx, che non risulta avere ad oggi adottato alcun effettivo presidio né alcuna diversa modalità di gestione finalizzata ad interrompere gli effetti illeciti, e che è direttamente coinvolta nel preminente ruolo di committente e diretto beneficiario sia delle prestazioni svolte in suo favore dai singoli lavoratori, sia degli indebiti e ingenti vantaggi patrimoniali conseguiti ai danni dell’erario».
lferrarella@corriere.it

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29 gennaio 2025 ( modifica il 29 gennaio 2025 | 12:52)

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