Fortemente criticato il pacchetto di risparmi del Governo

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Il partito ecologista denuncia in particolare i tagli in campo ambientale e minaccia di lanciare un referendum se non verranno apportate modifiche ai piani.

Il programma di sgravi, ampiamente ispirato alle proposte del gruppo di esperti guidato dall’ex capo dell’Amministrazione federale delle finanze (AFF) Serge Gaillard, prevede risparmi per 2,7 miliardi di franchi nel 2027 e 3,6 miliardi nel 2028, ripartiti su 59 misure di cui oltre la metà richiede modifiche legislative. Ad essere maggiormente colpito è il settore sociale, mentre dovrebbe aumentare il budget dell’esercito. In una nota i Verdi denunciano in particolare i tagli in campo ambientale, tra l’altro nel programma di risanamento degli edifici e nei trasporti pubblici. Seguendo questa strada la Svizzera non solo non raggiungerà mai gli obiettivi climatici, affermano, ma metterà ancor più a rischio la popolazione.

Anche l’associazione ambientalista BirdLife deplora le riduzioni previste nei fondi destinati alla natura, “la base della nostra vita”. In un comunicato l’organizzazione sottolinea che con i suoi piani il Governo rinnega le promesse fatte in occasione della votazione federale dello scorso settembre sull’iniziativa per la biodiversità. “Le proposte dell’Esecutivo non rappresentano soltanto una visione a corto termine della gestione del nostro capitale naturale, ma pure una politica irresponsabile a scapito dei nostri figli e nipoti”, scrive BirdLife.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

L’USS parla di un pacchetto di misure “inutile ed unilaterale” e critica in particolare il fatto che il programma di risparmi si concentra quasi esclusivamente sulle spese, mentre bisognerebbe dapprima risolvere i problemi strutturali sul fronte delle entrate. Anche per il Partito socialista (PS), invece di attaccare “la Svizzera sociale” è necessario agire sulle entrate: si potrebbe procedere agli investimenti necessari rinunciando alle deduzioni fiscali inefficaci e ingiuste, introducendo contributi solidali pragmatici sul capitale o eliminando la sottrazione fiscale legale, afferma il PS in un comunicato. Pure per i Verdi liberali (PVL), la cui posizione non è cambiata dalla pubblicazione del “rapporto Gaillard”, “è imperativo sopprimere privilegi fiscali settoriali di cui beneficia solo una minoranza”. Pur apprezzando il fatto che il governo sanifichi le finanze, il PVL mette in guardia dal rischio “di ipotecare il futuro rinviando investimenti importanti”. La Confederazione deve assumersi sempre più compiti dei Cantoni visto che questi ultimi si rifiutano spesso di agire, ad esempio nel settore della riduzione dei premi di cassa malattia, rileva ancora l’USS. A suo avviso servono proposte perché la Confederazione possa recuperare tali fondi presso i Cantoni.

Per i Verdi, al contrario, il Consiglio federale “scarica ampiamente le sue responsabilità” sui Cantoni con i suoi piani che toccano, tra l’altro, i trasporti pubblici, le sovvenzioni per i premi di assicurazione malattia e le misure d’integrazione. Ciò comporterà un carovita per la popolazione, avverte il partito ecologista. I tagli, che rimettono in questione diversi strumenti della politica agricola “che si sono rivelati validi”, toccano “in misura sproporzionata” l’agricoltura, deplora da parte sua l’Unione svizzera dei contadini (USC), la quale mette in guardia dalle conseguenze “ben più ampie” e di una penalizzazione della posizione dell’agricoltura svizzera sui mercati. Dal canto suo l’Unione svizzera degli e delle universitari-e (USU) contesta le misure previste nel settore della formazione, soprattutto l’aumento delle tasse universitarie: si tratta di una “politica simbolica” attuata sulle spalle degli studenti, che non possono sopportare un simile programma d’austerità. L’associazione annuncia di conseguenza il lancio di una petizione intitolata “Raddoppiare le tasse? Ma siamo matti?!”.

L’Unione svizzera arti e mestieri (Usam) accoglie invece con favore l’obiettivo del Governo di stabilizzare le finanze federali e di garantire il rispetto del freno all’indebitamento. In una nota afferma che le misure di sgravio devono concentrarsi “esclusivamente” sulle spese: l’associazione delle piccole e medie imprese respinge “categoricamente” qualsiasi aumento delle entrate. A suo dire servono “riforme strutturali più profonde”, in particolare per quanto concerne le uscite vincolate, che secondo le previsioni – ricorda – rappresenteranno oltre il 68% del budget entro il 2032.



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