“In Siria stop a pannolini e cherosene in 24 ore”, dopo il taglio dei fondi Usa per le Ong

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Martina Pignatti, direttrice esecutiva di
“Un Ponte Per”, racconta gli effetti della riduzione degli aiuti per la cooperazione voluto da Donald Trump

Pubblicato:29-01-2025 16:14

Ultimo aggiornamento:29-01-2025 16:14


ROMA – Tra le organizzazioni umanitarie mondiali è corsa contro il tempo per sopravvivere: il decreto esecutivo siglato dal presidente americano Donald Trump, con cui tagliare prestiti e aiuti alla cooperazione allo sviluppo sia interna che all’estero, ha infatti generato un terremoto nel settore, con le ong dipendenti dai fondi statunitensi che da un giorno all’altro hanno chiuso programmi, licenziato o mandato in ferie forzate i dipendenti, in attesa di tempi migliori. Con l’agenzia Dire ne parla Martina Pignatti, direttrice esecutiva di Un Ponte Per (Upp).

Microcredito

per le aziende

 

“4 ONG SU 17 OBBLIGATE A BLOCCARE OGNI SPESA”

L’organizzazione realizza programmi nella Siria nord-orientale, la regione più povera di questo Paese che dal 2011 affronta le conseguenze di una guerra civile. In quest’area si sono aggiunti anche gli attacchi continui, con occupazioni, da parte della Turchia.
Dal suo osservatorio privilegiato, Pignatti riesce a cogliere l’enormità delle conseguenze di questo provvedimento: “Ci sono ong che nel giro di 24 ore hanno già interrotto la distribuzione di pannolini o di cherosene per le lampade o le stufe, la pulizia delle latrine o i servizi di salute mentale”, sia per le comunità che per i campi profughi. Cita quindi i dati del Nes Forum, coordinamento delle ong umanitarie in questa porzione di Siria: “Su 17 ong operative con fondi americani, già quattro hanno ricevuto da Washington l’ordine di stop immediato di ogni spesa, anche rispetto a progetti che già avevano ricevuto il via libera ed erano in funzione. È importante notare che questa ordinanza è retroattiva al 24 gennaio”.

“NEL 2024 GLI STATI UNITI PRIMO DONATORE NELLA CRISI SIRIANA”

La responsabile di Upp parla di “catastrofe”, in un Paese in cui il 90% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà ed è quindi dipendente dagli aiuti internazionali: “In Siria sono anche le agenzie Onu a finanziare varie ong tramite i fondi che ricevono dagli Stati Uniti. Quindi, a cascata, hanno dovuto interrompere i progetti con le organizzazioni partner”. Nella crisi siriana, gli Stati Uniti figurano come il primo donatore, con circa 2 miliardi di dollari allocati annualmente fino al 2024, quando la quota è scesa a un miliardo e 200 milioni perché è stato deciso di dirottare risorse verso l’Ucraina. Numeri che restano comunque altissimi e a cui, secondo Pignatti, “né l’Onu, né l’Ue riusciranno a sopperire”. A livello mondiale, però, gli Stati Uniti solo nel 2023 hanno contribuito alle attività di cooperazione mondiale con ben 72 miliardi di dollari.

CONFERMATI GLI AIUTI SALVAVITA, “MA LA DEFINIZIONE È TROPPO GENERICA”

La nuova amministrazione ha giustificato questa manovra spiegando che gli obiettivi delle azioni di sviluppo non sarebbero “allineati coi valori americani” e anzi, a volte sarebbero addirittura “antitetici”. Un esempio: “Le attività di salute per le donne che comprendono l’aborto oppure i programmi di inclusione di genere”, riferisce ancora Pignatti. Una mossa che, commenta la direttrice, “ha radici ideologiche. In queste ore il segretario di Stato Marco Rubio è intervenuto per mantenere attivi i finanziamenti almeno agli aiuti salvavita. Ma ne è stata data una definizione molto generica e tra le ong ora è il caos per capire quali rientrino in questa categoria e quali no”.
Si parla di liste di medicinali o prodotti indispensabili alla sopravvivenza, ma, di certo, “non ci rientrano attività come la salute mentale o la protezione di donne e bambini, che in regioni devastate dalla guerra e preda dell’insicurezza, sono i più esposti a violenze, abusi e sfruttamento”. Dinamiche che non si registrano solo nel nord della Siria ma ovunque ci siano guerre, conflitti, sfollamenti e fame, che negli ultimi anni sono in aumento.

“LE CONSEGUENZE PEGGIORI? ALIMENTARE L’ARRUOLAMENTO NEI GRUPPI ARMATI DELL’ISIS”

L’ordinanza di Trump, oltre a condannare i civili a enormi sofferenze, denuncia Pignatti, “deteriorerà il rapporto tra le ong e le comunità, che si ritroveranno da un giorno all’altro senza servizi vitali”. La direttrice continua: “Sappiamo che la disperazione e la mancanza di prospettive sono ciò che spinge i giovani ad aderire ai gruppi armati, e da queste parti gli estremisti dell’Isis stanno riguadagnando forza”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link