L’Agenzia delle Dogane declassa la direzione ligure: allarme per l’operatività dei porti

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Nel processo di riorganizzazione di Adm passa dalla prima alla quarta fascia. Botta (Spediporto): “Si rischia di compromettere l’efficienza dei controlli doganali, con ripercussioni negative sulla competitività degli scali interessati”. Interrogazione di Basso (Pd) al ministro dell’Economia

Genova – La direzione regionale ligure dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) e gli uffici di Savona e La Spezia sono stati “declassati”. Uno sgarbo per i porti liguri che nel processo di riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli vedono passare, appunto, la direzione regionale (che comprende Genova, La Spezia e Savona) dalla prima alla quarta fascia su sette totali e gli uffici di Savona e La Spezia rispettivamente dalla prima alla seconda e dalla seconda alla terza. “Un grave rischio per l’efficienza dei controlli e per la competitività dei porti liguri, che costituiscono un pilastro strategico per l’economia italiana”, sottolinea il senatore del Pd, Lorenzo Basso, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia e delle Finanze per chiedere chiarimenti e interventi urgenti.
A lanciare il primo allarme era stato il Consiglio Regionale della Liguria con un ordine del giorno presentato dal consigliere Gianni Pastorino e approvato all’unanimità, che impegna il presidente a sollecitare un intervento per risolvere la situazione. E si è mossa anche Spediporto, l’associazione degli spedizionieri genovesi, che con una lettera ai parlamentari liguri chiede che il declassamento, “privo di giustificazione e in netto contrasto con la realtà operativa e i volumi di lavoro gestiti, venga revocato e siano ripristinati gli strumenti e i mezzi necessari per garantire il corretto funzionamento delle strutture doganali liguri”.
“Il declassamento è un colpo inferto a una regione che movimenta oltre il 50% del traffico container nazionale e genera un gettito erariale di 4,6 miliardi di euro all’anno fra dazi e Iva – accusa Basso – Non si possono ignorare l’importanza e il ruolo centrale dei porti di Genova, Savona e La Spezia”.
I tre porti liguri, tutti e tre toccati dalla riorganizzazione nazionale, sono i principali punti di entrata e uscita delle merci in Italia, ricorda il direttore generale di Spediporto, Giampaolo Botta, e nel 2023 hanno movimentato 3.534.423 container.
La riorganizzazione e il declassamento non riguardano solo la Liguria. Ravenna, ad esempio, è già insorta contro la retrocessione dalla prima fascia della sua dogana, che la relega – denunciano le istituzioni locali – a un livello non adeguato ai livelli di traffici dello scalo. E la stessa argomentazione vale a maggior ragione per i porti liguri dove passa, appunto, la metà del traffico container italiano.
Non è solo una questione “politica” di mancato riconoscimento dell’importanza del ruolo dei porti della Liguria, ma è soprattutto un problema operativo. “Il declassamento rischia di compromettere l’efficienza dei controlli doganali, con ripercussioni negative sulla rapidità delle operazioni portuali e, di conseguenza, sulla competitività dei porti interessati. In un contesto economico già complesso, è imprescindibile garantire che le strutture doganali siano adeguatamente potenziate e dotate di personale qualificato, in grado di rispondere alle esigenze di un sistema portuale di tale rilevanza”, incalza Botta.
“Significa potenzialmente avere meno personale a disposizione, meno addetti che possono essere assunti, e l’impossibilità di inquadrarli in modo corretto e quindi problemi di gestione – aggiunge – in un momento delicato in cui la normativa sta portando novità importanti e penalizzanti”.
Basso parla di una “sottovalutazione” degli uffici doganali dei porti di Genova, Savona e La Spezia e nell’interrogazione chiede di sapere quali siano i criteri adottati per il declassamento, se siano stati valutati “considerando l’importanza dei porti liguri e i volumi di traffico gestiti” e se il ministero intenda intervenire presso la direzione centrale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per riesaminare la decisione di declassamento, “ripristinando i precedenti livelli di classificazione in base al reale impatto economico e strategico dei porti liguri”.

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