Nella puntata del 27 gennaio non può mancare un blocco dedicato all’olocausto con la testimonianza di una signora che è sopravvissuta ad Auschwitz
Lo scrittore Erri De Luca è il primo ospite della nuova puntata de Lo Stato delle Cose, condotta da Massimo Giletti su Rai Tre lunedì 27 gennaio 2025 in prima serata. L’appuntamento si apre con un blocco dedicato all’olocausto nel Giorno della Memoria, dove vediamo filmati di grande impatto e sentiamo le parole ponderate dello scrittore. Ecco cosa è successo durante la puntata del 27 gennaio de Lo Stato delle Cose.
Lo Stato delle Cose, puntata 27 gennaio 2025: cosa è successo da Giletti
La puntata comincia proprio dall’ospitata di Erri De Luca, presentato da Massimo Giletti solo dopo aver mandato un filmato sulla liberazione di Bergen-Belsen a cui anni addietro aveva lavorato anche lui. “Buonasera Erri De Luca – dice il conduttore – grazie per aver accettato il nostro invito in una giornata così particolare. Queste immagini le porto dentro la mia anima, Ero molto giovane quando arrivai in Rai e lavorai a questo filmato sulla liberazione di Bergen-Belsen, quando entrarono gli americani con gli inglesi, che Giovanni Minoli volle portare nelle scuole. Quando andammo in questa scuola alla periferia di Roma, nel momento in cui si spensero le luci, si sentirono dire delle cose pesantissime: ‘Viva Hitler’, ‘Viva il nazismo’… ma quando partirono le immagini che abbiamo appena visto, ci fu lo stesso silenzio che sentiamo qua in questo istante. Nessuno fiatò.” Subito dopo Giletti chiede all’ospite “perché è importante far vedere queste immagini?“, e De Luca risponde: “Sono vere. Tu hai parlato di ‘liberazione’ di quei campi, ma in verità i tedeschi se ne erano andati, quindi non c’è stato nessuno scontro lì. Io parlo di scoperchiamento, la verità è uno scoperchiamento: fino a un minuto prima negata e dissimulata e il momento dopo è benda tolta dagli occhi. Questi filmati sono bende tolte continuamente dagli occhi perché esse si riformano sulla storia e la nostra immagine del passato.“
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A questo punto il conduttore cita il discorso fatto ieri dalla premier Giorgia Meloni in cui ha parlato, seppure brevemente, dell’olocausto, e De Luca ammette: “Non me lo aspetto da una che continua a mantenere nel suo simbolo la fiamma del movimento sociale italiano, è una novità!” Giletti lo incalza ponendogli la domanda: “Secondo lei, è un passo avanti verso certe riflessioni?” Lo scrittore dice che si tratta di “un passo di lato” da parte della Meloni e che avrebbe fatto questo discorso solo perché “si vuole accreditare sempre di più come una leader europea“. Poi il conduttore passa a parlare degli esecutori degli ordini, che sostenevano ai processi di fare semplicemente ciò che gli veniva richiesto come “fossero dei burocrati“, e De Luca spiega: “Era la loro linea difensiva. Non c’era nessuna banalità in quel male, erano dei geniali esecutori. Io considero la distruzione degli ebrei in Europa l’equivalente dell’abisso delle Marianne dal punto di vista dei genocidi: è il punto più profondo dove è arrivata la storia umana. E quell’abisso per me è stato organizzato in maniera perfetta, prima con l’identificazione e l’isolamento dati dalla stella gialla, poi con la reclusione dentro i ghetti e infine con le deportazioni nei campi di sterminio. Tutta questa macchina perfetta, che è andata Nazione per Nazione, città per città, casa per casa, non aveva niente di banale. Probabilmente erano banali gli esecutori. Io sono contrario a questa formula della banalità perché altrimenti le vittime di questo male sono banalizzate“.
A commuovere è in particolar modo la storia della signora Bucci, una donna sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz quando aveva solo sei anni: la signora aveva una sorella che le somigliava così tanto da sembrare sua gemella e il medico tedesco Mengele, notando questo dettaglio, decise di fare degli “esperimenti” su entrambe. “Abbiamo solo subito dei prelievi di sangue. Da qui sono passati circa 200mila bambini che avevano 10 anni, ci siamo salvati in una cinquantina. Perché finivano subito nelle camere a gas” racconta la donna, con Giletti che appare colpito nel profondo dalle sue parole. Quando la telecamera torna a inquadrare lo studio, Giletti chiede al suo ospite: “Lei in quei luoghi c’è stato… che cosa ha riportato a casa?” La risposta di De Luca è tosta: “L’intenzione è stata quella di portare a casa la lingua di quelli che sono stati assassinati là dentro e che è stata ammutolita. Ho voluto imparare lo Yiddish, la loro lingua, perché mi è sembrato così di poter muovere le labbra di una lingua assassinata e di fare l’unica cosa che può fare uno venuto dopo per riparare.“
“Chi si è salvato dice che ovviamente non si torna ad essere più come prima. Ho percepito che hanno come un senso di colpa per essersi salvati” dichiara Massimo Giletti. “Sì – conferma lo scrittore – c’è questo senso di colpa ingiustificata che li porta a chiedersi: ‘Perché? Cosa avevo di migliore?’” Il conduttore, infine, si sofferma sul fatto che Liliana Segre, sempre “diffamata in vari modi, ha deciso di non partecipare al memoriale della Shoah a Milano” e gli chiede: “Ha fatto bene secondo lei?” Lo scrittore, inizialmente poco convinto di voler rispondere, afferma: “Se ha deciso di farlo, sicuramente ha fatto bene. È una persona che ha coscienza e responsabilità. Non so le sue ragioni, ma le approvo.” Poi, parlando dell’antisemitismo, aggiunge: “Dall’antisemitismo non se ne esce, lo si riconosce e lo si tiene a bada. Non è curabile, è un disturbo della percezione che non si può curare.“
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