Marco Rusconi, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


RIMINI – L’Agenzia italiana per la cooperazione e sviluppo, in sigla Aics, è l’organo tecnico del governo che sotto le direttive del Ministero degli Esteri idea, finanzia, monitora ed esegue progetti di cooperazione e sviluppo. Così viene presentato questo ente dal suo stesso direttore, Marco Rusconi.

Perché la presenza di Aics al SIGEP 2025?

Spiega il direttore Rusconi: “Il caffè nell’ultimo biennio ha assunto una dimensione importante per la Cooperazione Italiana, da sempre impegnata su questo terreno, con una serie di azioni e step intrapresi dal Governo italiano, dal Ministero degli Esteri, con il supporto tecnico dell’Agenzia.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

L’agenzia agisce in diversi Paesi africani ed il Kenya è un esempio che abbiamo portato a SIGEP, insieme a numerosi rappresentanti di cooperative locali.

Marco Rusconi con il logo dell’Aics sullo sfondo (immagine concessa)

Lavoriamo in una serie di contee del Kenya, ma anche in Etiopia, dove abbiamo realizzato un coffee training center, una grossa struttura incardinata nell’agenzia etiope per il tè e il caffè: qui abbiamo ideato un centro tecnologico per fornire consulenza, assistenza, consigli e orientamento ai produttori. C’è un grosso impegno, che ora punta a fare un salto di qualità.

Questo perché il mondo del caffè è innanzitutto un settore che produce ricchezza: qualifichiamo il caffè come cash crop, una risorsa  che serve a generare reddito per chi la produce e la trasforma. La natura ha voluto che la pianta potesse crescere proprio a quelle latitudini dove si concentrano molti Paesi   partner della Cooperazione Italiana. Li chiamiamo partner in ossequio all’approccio disegnato dalla  nostra legge sulla Cooperazione, dall’Agenda 2030 e consacrato dal Piano Mattei con l’Africa.

Stabiliamo  partenariati con questi Paesi che ci chiedono di essere accompagnati nei loro percorsi di sviluppo per perseguire gli obiettivi che loro stessi si sono prefissati: non imponiamo strategie, né modelli, mettiamo a disposizione quello che l’Italia ha di meglio da offrire. E nel settore del caffè, abbiamo molto.

In vari Paesi prioritari della Cooperazione Italiana  si trovano produttori di caffè , fattore quindi essenziale per il sostentamento per le famiglie, le piccole imprese, le persone: parliamo di milioni di realtà.

Si stimano 12,5 milioni aziende agricole in 50 Paesi nel mondo che coltivano il chicco e il 95% è costituito da piccoli o piccolissimi produttori”.

Il piano Mattei valorizzerà la Cooperazione?

“Il Piano Mattei si fonda proprio sui concetti di partenariato paritario, di percorsi di sviluppo sostenibile, di approccio win-win, in cui sia i Paesi con i quali noi lavoriamo sia l’Italia, guadagnano.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il direttore Marco Rusconi (immagine concessa)

Nei documenti del Piano viene significativamente menzionato anche il caffè, ambito in cui stiamo lavorando per mettere a terra progettualità concrete, che abbraccino intere aree geografiche, penso all’Africa Orientale”.

I torrefattori italiani sono coinvolti?

“Lo scopo della Cooperazione è quello di accompagnare il Paese partner lungo il loro cammini di sviluppo. Siamo presenti in diversi Paesi, tra cui il Kenya, l’Uganda, la Tanzania, l’Etiopia, il Malawi che ci hanno chiesto know how, expertise e competenze nell’ambito del caffè. Ce lo hanno chiesto esplicitamente le Autorità e le comunità locali in due delle  tre grandi missioni “di sistema” effettuate in Africa. Il  feedback è stato appunto: “Vogliamo lavorare con l’Italia nel settore caffè”.

Questo perché il cambiamento climatico sta mettendo in crisi le coltivazioni e, se non facciamo niente, la produzione  diminuirà. A questa  sfida cruciale aggiungiamo un’altra forte esigenza che abbiamo riscontrato, quella di potenziare le catene di valore locale.

Nel pieno spirito del piano Mattei, questo significa impiantare anche nei Paesi produttori gli anelli di quelle  catene che consistono nella  lavorazione e processazione del caffè, in loco, di modo che essi possano esportare un prodotto finito il più possibile ad alto valore aggiunto”.

Favorite l’esportazione verso l’Italia?

“Abbiamo intrapreso queste missioni coinvolgendo grandi aziende italiane del caffè, che hanno già nelle loro corde la sostenibilità. Sanno bene che il consumatore oggi cerca e consuma un caffè certificato e prodotto in condizioni dignitose per i produttori, quindi con la giusta remunerazione e senza un impatto negativo sull’ambiente.

Allo stesso tempo le aziende possono contare anche su di una spiccata capacità tecnologica ed expertise. Certo, interessa principalmente che la produzione non diminuisca, ma l’obiettivo non è solo sul terreno della quantità, bensì anche su quello della qualità.

È chiaro che se potessimo accompagnare verso standard più elevati e produzioni certificate, gli acquirenti pagheranno un prezzo maggiore per il prodotto, che sia esso grezzo, semilavorato o finito. Con benefici per i produttori, per i trasformatori italiani, per i consumatori”.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Poi accompagnare sulla qualità vuol dire anche lavorare con macchinari italiani.

“In effetti il risultato finale di qualità si raggiunge anche prevedendo tecnici  formati secondo standard elevati, che noi Italiani conosciamo bene e per soddisfare i quali abbiamo anche un comparto industriale d’eccellenza di macchinari del settore ”.

Qui c’è stato interesse sulla vostra presenza da parte dei torrefattori e del pubblico?

Sì. Vedo che filosofa e obiettivi delle iniziative di cooperazione nell’ambito del caffè sono molto apprezzate. C’è consapevolezza del ruolo che l’ Italia può avere e che in effetti ha già iniziato a giocare lanciando, sotto la presidenza italiana del G7, un grande fondo per la resilienza delle colture del caffè, aperto a partecipazioni e contribuzioni pubbliche e private. Solo l’impegno di entrambi può portare a risultati di impatto”.

Rusconi, siete soddisfatti di come sta andando la vicenda del vostro sostegno dello sviluppo in ambito caffè?

“Siamo ora nella fase del “salto di qualità e di dimensione”. La leadership italiana deve coinvolgere anche l’Unione Europea e per questo abbiamo promosso una Team Europe Initiative, vale a dire un formato di collaborazione tra Commissione, Stati Membri e loro soggetti pubblici e privati.

Pensiamo in grande ma senza scordare che la base sono piccoli produttori. E forse noi italiani, immersi in un tessuto produttivo  caratterizzato da milioni di PMI, siamo forse quelli meglio posizionati per interpretare e operare in contesti – come quello africano –  che sono molto simili al nostro.

E con la nostra flessibilità, adattabilità e capacità di ascolto, ci relazioniamo ai nostri partner, come ricorda spesso anche il Vice Presidente e Ministro degli Esteri Tajani, con un approccio dialogante, rassicurante e, in definitiva, vincente per tutti”.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link