L’ansia per le questioni finanziarie è spesso trascurata ma quanto mai presente nelle preoccupazioni delle persone, e anche nei discorsi che portano in terapia. Le preoccupazioni per le spese sono spesso un tema di conflitto tra le coppie così come le spese compulsive e la paura di non riuscire a fare fronte alla quotidianità. Le preoccupazioni finanziarie non hanno solo a che fare con i soldi: con la protezione, la sicurezza, la realizzazione personale, il futuro e la libertà. Le preoccupazioni economiche si intrecciano quindi con la mancanza di certezze esistenziali dove diventa sempre più difficile pianificare e con ciò assicurare la realizzazione dei propri progetti personali.
È da quando Maslow ha teorizzato la piramide dei bisogni che sappiamo che per poter mettere in campo azioni finalizzate alla soddisfazione di bisogni alti (ad esempio la propria realizzazione personale e professionale) i bisogni precedenti devono essere stati sufficientemente soddisfatti: difficile è infatti focalizzarsi sull’autorealizzazione se bisogni primari di sicurezza e costanza (stabilità del luogo in cui si vive, del sostentamento ma anche la stabilità degli affetti) non sono soddisfatti. In questo senso le preoccupazioni finanziarie possono nell’immediato aumentare i livelli di stress, ma globalmente limitare le scelte e il senso di efficacia, e sollecitare un senso di fallimentarietà con ricadute anche pesanti sul benessere mentale delle persone di ogni età. È infatti altamente frustrante spendere energie per un lungo periodo senza riuscire a concretizzare obiettivi in linea con le proprie finestre evolutive (es. comprarsi una casa per chi lavora e vorrebbe vivere solo).
Per alcuni, l’ansia connessa al denaro è così intensa da non permettere loro nemmeno di poterci pensare, procrastinando la pianificazione a quando l’ansia sembrerà più gestibile, e i problemi economici meno schiaccianti. Anche se si tratta di problemi sistemici, molte persone tendono a biasimarsi e incolparsi per la propria situazione finanziaria, in forza di scelte passate, magari di tipo formativo o lavorativo oppure per come hanno dovuto affrontare la fine di una relazione, acquisti o problemi di salute che hanno condizionato la stabilità economica. Anche decisioni già prese concorrono a questa autocritica, dimenticando quanto le scelte passate siano state invece il frutto di un clima personale e persino mondiale che non c’è più e che non era prevedibile.
Secondo l’articolo La relazione tra preoccupazioni finanziarie e disagio psicologico tra gli adulti statunitensi del Journal of Family and Economic Issues, le preoccupazioni finanziarie risultano significativamente associate a un maggiore disagio psicologico. Essere uomini o donne, aver studiato molto e poco, non risultava rilevante ai fini del rapporto ansia- denaro, mentre è emerso che il legame tra stress per la propria situazione economica e il disagio psicologico era più pronunciato tra i single, i disoccupati e le famiglie a basso reddito. Questi dati sarebbero in linea con la teoria dello stress sociale, secondo cui chi si trova in una condizione di svantaggio ha maggiori probabilità di trovarsi esposto a ulteriori fattori di stress che lo rendono più vulnerabile in virtù di risorse più limitate, il che porterebbe a un rischio maggiore di problemi mentali. Per risorse più limitate si intende sia il denaro in sé, che permette di intraprendere strade per promuovere il benessere, ma anche risorse umane: la convivenza con un partner può ad esempio conferire vantaggi sia finanziari sia concreti che di supporto emotivo.
Ma le preoccupazioni come provocano il malessere? Un fattore chiave è la ruminazione. La preoccupazione finanziaria infatti riguarda il pensiero ripetuto e negativo sull’incertezza della propria futura situazione finanziaria, mentre la ruminazione finanziaria si riferisce a un pensiero ripetitivo, passivo e pessimista sulle possibili cause e conseguenze delle proprie preoccupazioni finanziarie, insomma sul passato. Già nel 2020 Journal of Economic Psychology aveva indagato le determinanti della preoccupazione e della ruminazione finanziaria dato che un crescente corpo di studi aveva indicato che l’attuale stress da gestione del denaro, lo stress correlato ai debiti contratti e la minaccia finanziaria risultavano negativamente associati al benessere soggettivo. I risultati avevano evidenziato come la ruminazione, fattore chiave nella salute mentale, interferisse in particolare su individui a basso reddito, scarsi cuscinetti finanziari o troppi debiti.
Esiste tuttavia un circolo vizioso tra problemi finanziari e salute mentale poiché anche i nostri atteggiamenti, insicurezze e difficoltà possono veicolare comportamenti di spesa non funzionali: è il caso, ad esempio, degli acquisti impulsivi e compulsivi e di tutte quelle spese fatte per risollevare l’umore, e che ci fanno stare transitoriamente meglio, ma anche la procrastinazione come strategia messa in atto per cercare di risolvere problemi economici o lavorativi. Tutti gli autori delle ricerche, dando voce ai risultati, suggeriscono programmi di consulenza finanziaria accessibili e programmi di intervento di sanità pubblica per mitigare le preoccupazioni finanziarie e le loro influenze negative sulla salute psicologica generale, con maggiore attenzione dedicata alle popolazioni vulnerabili.
Se è quindi ampliamente documentato che l’occupazione, il reddito e i beni sono forti fattori protettivi anche per disagio psicologico e che sentirsi al sicuro promuove l’esplorazione ad ogni livello, non ci sono soluzioni semplici a quanto descritto. Vale sempre la pena tuttavia ricordare quanto la salute mentale è un tema concreto che risente fortemente e costantemente del contesto in cui siamo inseriti, anche quando il contesto è quello economico.
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