Crepe profonde nel sistema economico occidentale

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Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


di Francesco Cappello

I patologici squilibri indotti dal modello economico occidentale risultano sempre piĆ¹ insostenibili. La finanziarizzazione estrattiva/speculativa genera ed alimenta il conflitto globale

La pratica neoliberista che obbliga gli Stati a finanziarsi facendo ricorso esclusivo ai mercati finanziari, vendendo titoli a soggetti non residenti in cambio di soldi da restituire con gli interessi, ĆØ sempre meno sostenibile. I costi dei debiti sovrani crescono rapidamente, creando un potenziale rischio per lā€™economia globale. Il rendimento dei titoli di Stato USA a 10 anni [1], attualmente al 4,5% potrebbero crescere sino al 5% o piĆ¹. GiĆ  questo singolo fattore ĆØ indice di una fragilitĆ  crescente delle economie occidentali. Non si tratta, infatti, di un fenomeno circoscritto agli Stati Uniti, ma si sta verificando anche altrove: Gran Bretagna (4,58%), Italia (3,65%) e Francia (3,29%), Ungheria (6,74), Messico (9,61%), Sud Africa (10,11%), Brasile(10,75%), Turchia (25,51%) tutti paesi con tassi in rapido aumento. Era giĆ  accaduto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008, e allā€™alba del secolo che ha visto valori superiori al 5%.

PerchĆ© allarma lā€™aumento dei tassi a lunga scadenza?

Alti Rendimenti finanziari inducono i possessori di capitali a farli fruttare finanziariamente piuttosto che investirli nellā€™economia reale. Lā€™aumento dei tassi dā€™interesse drena, infatti, capitali dallā€™economia produttiva, spingendo cittadini e aziende a risparmiare invece di spendere ed investire, con evidenti conseguenze negative sullā€™attivitĆ  economica. I prestiti necessari agli investimenti costano di piĆ¹, viceversa, investire finanziariamente capitali rende di piĆ¹ e con zero rischio di impresa.
Per i governi, la situazione ĆØ ancora piĆ¹ complessa: molti paesi spendono piĆ¹ di quanto incassano con le entrate fiscali, vedendosi costretti a tagli nello stato sociale e ad aumentare il debito per far fronte al debito tramite lā€™emissione di nuove obbligazioni.
Nel caso degli Stati Uniti, quasi un terzo del debito pubblico deve essere rimborsato questā€™anno; parliamo di oltre 7 trilioni di dollari, parte di un debito pubblico superiore a 36 trilioni di dollari. Dal 1Ā° gennaio 2025, il debito pubblico degli Stati Uniti ĆØ aumentato di circa $1,2 trilioni. Questo rapido aumento riflette sia lā€™accumulo di nuovi debiti che lā€™incremento degli interessi sul debito esistente. Il servizio annuale al debito, in interessi, generato dal debito pubblico degli Stati Uniti ĆØ stato di circa 882 miliardi di dollari per il 2024.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Questo problema non si limita ai governi e al debito sovrano. Lā€™aumento dei rendimenti obbligazionari fa aumentare anche i costi di mutui, prestiti personali e finanziamenti aziendali, creando un effetto domino che colpisce lā€™intera economia.
Per capire la gravitĆ  della situazione, ĆØ importante considerare che i governi spendono piĆ¹ di quanto incassano da decenni, accumulando debiti. Per colmare questo divario, emettono obbligazioni, ma quando il costo per emettere questo debito aumenta, la situazione si complica. Gli Stati Uniti non hanno mai smesso di accumulare debiti dal 2000, spendendo ogni anno piĆ¹ di quanto incassano.
Un rendimento decennale sopra il 5% ĆØ un campanello dā€™allarme per lā€™economia causato dal fatto che gli investitori, consapevoli di maggiori rischi di default, sono sempre piĆ¹ restii a prestare denaro senza una ricompensa piĆ¹ alta, quindi i tassi aumentano; anche la perdita del potere di acquisto del denaro conseguente ai processi inflattivi in corso porta ad una piĆ¹ alta richiesta di rendimenti. Recentemente il Tesoro degli Stati Uniti, per raccogliere 39 miliardi di dollari, si ĆØ visto costretto ad offrire il tasso di interesse piĆ¹ alto dal 2007, poichĆ© gli investitori sono diventati piĆ¹ esigenti.In pratica, la domanda di prestiti supera lā€™offerta, e gli investitori chiedono rendimenti piĆ¹ alti per compensare lā€™inflazione e la mancanza di liquiditĆ  nel sistema.

Trump e economia in europa

Reverse Repo

Entra in gioco anche il Reverse Repo [2], una riserva di emergenza per il sistema finanziario, che oggi ĆØ quasi a zero. Essa permetteva alle banche di parcheggiare il denaro in eccesso presso la banca centrale. Nel 2021, la Fed ha iniziato a offrire un interesse leggermente superiore a quello del mercato per il Reverse Repo, attirando 2,3 trilioni di dollari. Tuttavia, a partire dal 2025, la situazione ĆØ cambiata. Con lā€™inflazione che mostra segnali di ripresa, la Fed ha deciso di eliminare il premio di interesse per il Reverse Repo. Questa decisione ha avuto un duplice effetto: La Banca Centrale si ĆØ liberata dei fondi parcheggiati. Questi fondi sono stati reintrodotti nellā€™economia, fluendo verso i titoli di Stato a breve termine, aiutando il governo a finanziare il suo debito crescente. Di conseguenza, la ā€œcassaforteā€ del Reverse Repo ĆØ ora quasi vuota. Ora, il governo dovrĆ  attrarre nuovi investitori aumentando i rendimenti, complicando la situazione finanziaria.

Nel 2025, gli Stati Uniti dovranno rimborsare 7 trilioni di dollari, ma il governo non ha intenzione di estinguere il debito; piuttosto lo ricicla prendendo in prestito nuovi soldi per pagare quelli vecchi. Negli anni passati, il governo ha potuto attingere al Reverse Repo per emettere debiti a breve termine senza aumentare troppo i tassi. Come giĆ  detto questo meccanismo si ĆØ interrotto quando la Fed ha modificato il Reverse Repo. Nel 2020, durante la pandemia, le banche centrali hanno stampato grandi quantitĆ  di denaro, acquistando titoli di Stato dalle banche. Questa iniezione di liquiditĆ  ha portato le banche commerciali ad avere piĆ¹ depositi che asset, creando un problema tecnico. Per risolvere ciĆ², la Fed ha creato il Reverse Repo facility (Il Reverse Repo Facility permette alle banche e ad altre istituzioni finanziarie di depositare temporaneamente denaro presso la Federal Reserve in cambio di titoli di stato), con cui le banche potevano prestare denaro alla Fed in cambio di un piccolo interesse. Nel 2021, la Fed ha iniziato ad offrire un interesse superiore a quello di mercato, attirando quei 2,3 trilioni di dollari prima menzionati in questa struttura. Ora, nel 2025, con lā€™inflazione in aumento, la Fed sta cercando di controllare la situazione. La recente eliminazione del premio di interesse per le banche nel Reverse Repo significa che la Banca Centrale vuole liberarsi di quei fondi e reintrodurli nellā€™economia. Questo denaro fluirĆ  verso i titoli di Stato a breve termine, aiutando il governo a finanziare il debito crescente. Il governo dovrĆ  quindi aumentare i rendimenti per attrarre nuovi investitori, ma questo causa un rallentamento dellā€™economia poichĆ© ogni forma di credito diventa piĆ¹ costosa. La Banca Centrale potrĆ  abbassare i tassi a breve termine, ma i tassi a lungo termine continueranno ad aumentare poichĆ© i mercati percepiscono il rischio dellā€™inflazione. Gli investitori chiedono rendimenti piĆ¹ alti per proteggersi da questo rischio, dato che i mercati guardano al futuro. Questa combinazione di aumento del debito a breve termine e tassi a lungo termine in crescita crea un circolo vizioso da cui ĆØ difficile uscire, soprattutto se non si riuscisse ad arginare il processo di dedollarizzazione in corso. Se, infatti, lā€™inflazione dovesse riprendere forza, il governo sarebbe costretto a rifinanziare il debito a tassi ancora piĆ¹ elevati, innescando un circolo vizioso che potrebbe portare a una forte recessione.
Le politiche economiche, proposte dallā€™amministrazione Trump, che prevedono riduzione delle tasse, aumento delle spese per la difesa e dazi [3], rischiano di alimentare ulteriormente lā€™inflazione, spingendo i mercati obbligazionari verso livelli ancora piĆ¹ critici.
Anche le politiche europee, come i dazi su alcuni prodotti importati dalla Cina, contribuiscono al problema.

I dazi sono unā€™arma a doppio taglio. Fanno lievitare lā€™inflazione

Si tratta di tariffe aggiuntive imposte sui beni importati. Essi aumentano, inevitabilmente, il costo di tali beni per i consumatori, perchĆ© i produttori e i distributori spesso trasferiscono lā€™aumento dei costi ai clienti finali innescando processi inflattivi. I dazi proteggono le industrie locali dalla concorrenza straniera, rendendo i beni importati piĆ¹ costosi rispetto ai beni prodotti internamente ma con meno concorrenza le imprese nazionali in genere aumentano i prezzi dei loro prodotti. Molte industrie dipendono da materie prime o componenti importati. Se questi vengono colpiti dai dazi, i costi di produzione aumentano, portando a un incremento dei prezzi dei prodotti finali. Lā€™aumento dei prezzi delle merci importate puĆ² contribuire allā€™inflazione generale nel paese, poichĆ© i costi piĆ¹ elevati si riflettono in tutta lā€™economia. I dazi possono scatenano ritorsioni da parte di altri paesi, portando a guerre commerciali. Questo puĆ² ulteriormente aumentare i prezzi e creare incertezza economica. Se, ad esempio, viene stabilito un dazio del 20% sui prodotti elettronici importati, di conseguenza i prezzi degli smartphone, laptop e altri dispositivi aumenteranno. I consumatori pagheranno di piĆ¹ per questi prodotti, le aziende locali potrebbero non avere incentivi a ridurre i prezzi, e lā€™inflazione aumenta.

Schiavi del debito

Malgrado i governi riducano la spesa pubblica persino con tagli ai servizi pubblici primari e introducano misure di maggiore rigore fiscale, finiscono ugualmente per aumentare il debito. Tagliare la spesa rallenta lā€™economia proprio mentre ci si continua a indebitare per onorare il debito. La conseguenza ĆØ lā€™aumento del rapporto Debito/PIL. Ecco che alcuni governi cercano di spostare il debito verso strumenti a piĆ¹ lungo termine per ridurre la pressione immediata, ma questo puĆ² far esplodere i tassi, rendendo piĆ¹ difficile per il settore privato accedere al credito. I prossimi mesi saranno critici. Gli alti tassi sono un segnale di scarsitĆ  di liquiditĆ . Lā€™aumento dei tassi dā€™interesse allontana il capitale dallā€™innovazione e dalla produttivitĆ , dirigendolo verso un debito che non genera ricchezza. Gli sforzi della collettivitĆ  saranno completamente rivolti alla necessitĆ  di onorare il debito. Mentre i governi cercano soluzioni temporanee, lā€™economia reale ne paga il prezzo.

USA. La reindustrializzazione e il ritorno allā€™economia produttiva

Il dollaro, usato quale valuta di riserva internazionale e per le transazioni internazionali divenuto moneta fiat a partire dal 1971, insieme alla globalizzazione, che ha delocalizzato le grandi multinazionali USA allā€™estero, in particolare in Cina, ha fatto scivolare gli USA inesorabilmente verso lā€™economia finanziaria. Si tratta di un processo che ha colpito anche lā€™Unione Europea.
Trump, seppure maldestramente, cerca di correre ai ripari cercando di reindustrializzare gli USA ricorrendo al deficit e chiedendo bassi tassi di interesse alla FED. Egli rischia, perĆ², di impantanarsi nella politica dei dazi nel tentativo di riequilibrare la bilancia commerciale americana completamente squilibrata sul lato delle importazioni [3]. Cerca, infatti, di attuare una politica economica che mira a ridurre i costi energetici e indebolire il dollaro, con lā€™obiettivo di stimolare la produzione locale e tenere sotto controllo lā€™inflazione. Con un dollaro piĆ¹ debole le importazioni vengono scoraggiate mentre si incoraggiano le esportazioni poichĆ© il ā€œlistino prezziā€ dei prodotti americani risulta piĆ¹ accessibile. Soprattutto continua a imporre allā€™Unione europea lā€™importazione di gas liquefatto USA (da 3 a 4 volte piĆ¹ caro) sostitutivo di quello russo da tubo, opportunamente sottoposto a sanzioni, e sistemi dā€™arma di produzione statunitense chiedendo ai paesi membri della NATO di far lievitare la loro spesa militare fino al 5% del PIL usando a tal fine lo spauracchio dellā€™uscita degli USA dalla NATO che lascerebbe i paesi Ue alla mercĆ© del presunto espansionismo russo verso lā€™Europa Occidentale.
Impone cosƬ lā€™importazione di Gas liquefatto ed armi mentre introduce tariffe del 25% sullā€™acciaio e del 10% sullā€™alluminio provenienti dallā€™Europa e impone tariffe sulle automobili europee, che potrebbero aumentare i costi di esportazione del 20-25% comprese le esportazioni agricole europee, come vino, formaggio e olio dā€™oliva. Si tratta di misure che riflettono lā€™intenzione di Trump di ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti con lā€™Europa e promuovere lā€™industria americana.
Trump, nel mentre minaccia le aziende USA che manifestano lā€™intenzione di produrre al di fuori degli Stati Uniti di dover affrontare conseguenze finanziarie per questa scelta, offre, in continuitĆ  con la precedente amministrazione Biden, una serie di incentivi per attrarre aziende estere a delocalizzarsi negli Stati Uniti [5]. Il piĆ¹ grosso incentivo al ritorno degli investimenti produttivi sarebbe ovviamente lā€™abbassamento del costo del denaro ma tra Trump e Jerome Powell ĆØ in atto su questo punto un braccio di ferro. Il presidente USA sostiene che una politica monetaria piĆ¹ espansiva ĆØ essenziale alla ripresa, alla crescita economica degli USA e alla sua competitivitĆ . A remare contro un taglio drastico dei tassi di interesse che la Federal Reserve ha mantenuto invariati nella sua riunione di gennaio 2025 nella fascia del 4,25%-4,5% gli interessi dei grandi fondi di investimento. BlackRock, Vanguard e State Street (ā€œthe big threeā€) hanno interesse a mantenere alti i tassi di interesse prima di tutto per continuare a godere di alti rendimenti sui Titoli di Stato. I fondi di investimento detengono, infatti, ingenti quantitĆ  di titoli di stato. Quando i tassi di interesse sono alti, i rendimenti su questi titoli aumentano, migliorando i rendimenti complessivi dei fondi. Tassi di interesse piĆ¹ alti aiutano a controllare lā€™inflazione, attualmente vicina al 3%, influenzando positivamente la valutazione degli assetti finanziari, migliorando il valore degli investimenti dei fondi. Soprattutto aiutano a mantenere alto il valore del dollaro contrastando la dedollarizzazione in corso. Tassi di interesse elevati possono incentivare, infatti, la dollarizzazione dei risparmi e dei prestiti. In un contesto di tassi di interesse bassi rispetto a quelli USA, il costo-opportunitĆ  di detenere valuta locale si riduce, e piĆ¹ persone potrebbero scegliere di utilizzare il dollaro per transazioni quotidiane e per investimenti. Un tasso di inflazione piĆ¹ alto nella valuta locale potrebbe far sƬ che i residenti optino per il dollaro per preservare il loro potere dā€™acquisto. In conclusione gli interessi dei grandi fondi di investimento USA collidono con le politiche di Trump. Lā€™economia USA ha perĆ² bisogno dellā€™azione strategica dei Fondi i quali rastrellano risparmi in tutto il mondo occidentale che vengono trasformati in titoli espressi in dollari contribuendo cosƬ al sostegno del dollaro quale argine al processo di dedollarizzazione in corso.

Su un altro versante, Donald Trump ha chiesto allā€™OPEC di aumentare la produzione di petrolio per abbassare i prezzi del greggio. Ha dichiarato questo proposito durante il suo discorso al World Economic Forum a Davos affermando che avrebbe chiesto allā€™OPEC e allā€™Arabia Saudita di aumentare la produzione di petrolio in modo da aumentare lā€™offerta e ridurre i costi del barile. Tuttavia, non ĆØ ancora chiaro se lā€™OPEC agirĆ  in base a tale richiesta.
Un calo dei prezzi del petrolio, secondo Trump, calmerebbe lā€™inflazione (unā€™inflazione da costi) e permetterebbe alle aziende di non aumentare i prezzi, difendendo di conseguenza il potere dā€™acquisto dei consumatori. Questa strategia si ripercuoterebbe positivamente sulle politiche monetarie e sulle aspettative dei mercati, influenzando quindi i tassi di interesse. Un altro aspetto della politica di Trump ĆØ quello di raffreddare le tariffe per la Cina, in vista di un possibile accordo riguardante TikTok. Trump ha infatti accennato alla possibilitĆ  di alleggerire i dazi previsti al 60% per la Cina, indicando un potenziale accordo nel settore tecnologico.
Egli sembra consapevole dei pericoli per lā€™economia e per i mercati finanziari, e le sue dichiarazioni recenti indicano un tentativo di agire su questi fronti. Pensa di prendere due piccioni con una fava suggerendo che un calo del prezzo del petrolio avrebbe lā€™ulteriore effetto di intervenire sulla guerra tra Russia e Ucraina abbassando i proventi russi dal loro commercio di combustibili fossili nel mondo convinto (illuso) che la minaccia di tariffe e sanzioni nei confronti della Federazione Russa potrebbe indurre Putin a farsi piĆ¹ malleabili rispetto alle loro richieste di sicurezza nellā€™area euroasiatica che mirano alla neutralitĆ  dellā€™Ucraina e alla sua completa demilitarizzazione.

[1] I titoli di stato a 10 anni sono strumenti finanziari emessi dal governo di un paese per raccogliere fondi. Chi acquista un titolo di stato, presta denaro al governo e, in cambio, riceve interessi periodici e il rimborso del capitale alla scadenza del titolo. In pratica immaginiamo di acquistare un titolo di stato a 10 anni per una certa somma di denaro, ad esempio 1.000 euro. Ogni anno, il governo ci paga un interesse su quella somma. Questo interesse ĆØ solitamente fisso e viene pagato semestralmente. Dopo 10 anni, il governo ci rimborserĆ  i 1.000 euro iniziali.
I titoli di stato sono considerati investimenti sicuri perchĆ© sono garantiti dal governo emittente, il che significa che il rischio di insolvenza ĆØ considerato assai basso. Tuttavia, il rendimento ĆØ generalmente piĆ¹ basso rispetto ad altri investimenti come azioni o obbligazioni aziendali considerati piĆ¹ rischiosi.
[2] Reverse Repo (o Reverse Repurchase Agreement) ĆØ unā€™operazione finanziaria utilizzata dalla Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti) per controllare la quantitĆ  di denaro in circolazione e stabilizzare i tassi di interesse. La Federal Reserve vende temporaneamente titoli di stato a una controparte idonea (come una banca o un fondo di investimento) con un accordo per riacquistarli in futuro. La controparte accetta di tenere i titoli per un certo periodo di tempo e, alla fine di questo periodo, la Federal Reserve li riacquista al prezzo concordato inizialmente. La differenza tra il prezzo di vendita iniziale e il prezzo di riacquisto rappresenta gli interessi pagati dalla Federal Reserve alla controparte. Questo strumento permette alla Federal Reserve di drenare liquiditĆ  dal sistema finanziario, riducendo cosƬ lā€™ammontare di denaro in circolazione (tenere a bada lā€™inflazione) e aiutando a mantenere i tassi di interesse stabili.
[3] Attualmente, la posizione finanziaria netta degli Stati Uniti ĆØ di -23.60 trilioni di dollari al termine del terzo trimestre del 2024. Questo significa che il valore totale degli attivi finanziari detenuti dai residenti statunitensi allā€™estero ĆØ inferiore al valore totale delle passivitĆ  finanziarie detenute da stranieri negli Stati Uniti. In pratica rappresenta lā€™indebitamento complessivo degli USA con i paesi esteri. U.S. Economy at a Glance | U.S. Bureau of Economic Analysis (BEA) (https://www.bea.gov/news/glance).
[4] Agevolazioni Fiscali: Molti stati offrono detrazioni fiscali, crediti dā€™imposta e esenzioni fiscali per le aziende che investono e creano posti di lavoro. Questi incentivi possono ridurre significativamente il carico fiscale delle aziende. Finanziamenti a Tasso Agevolato: Alcuni programmi offrono finanziamenti a tasso agevolato per aiutare le aziende a coprire i costi di apertura e operativitĆ . Questi finanziamenti possono includere prestiti obbligazionari esentasse e fondi di finanziamento strategici.
Supporto per la Ricerca e lo Sviluppo: Gli incentivi possono includere detrazioni fiscali per gli investimenti in ricerca e sviluppo, specialmente per tecnologie avanzate e innovazioni.
Agevolazioni per le Piccole e Medie Imprese (PMI): Ci sono programmi specifici per le PMI che offrono linee di credito, agevolazioni di investimento in conto capitale e garanzie bancarie.
Infrastrutture e Servizi: Gli stati offrono infrastrutture di alta qualitĆ  e servizi di supporto, come consulenze per lā€™ingresso sul mercato, partecipazione a fiere e supporto per lā€™e-commerce.
vedi: (https://www.exportusa.us/incentivi-investimenti-stati-uniti.php) (https://www.exportusa.us/finanziamenti-investimenti-statiuniti.php).

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