LECCE – Tre Comuni e altrettanti sindaci nella bufera. La Procura di Lecce ha chiesto l’arresto dei primi cittadini di Maglie, Sanarica e Ruffano. Ma non sono gli unici. Nell’inchiesta compaiono anche un vicesindaco, assessori, dipendenti comunali e imprenditori, tutti inseriti, secondo l’accusa, in un presunto sistema illecito di aggiudicazione degli appalti pubblici, in cambio di voti e favori personali.
Per 25 persone (gli indagati sono molti di più) il pubblico ministero Maria Vallefuoco, ha invocato misure cautelari o interdittive. Ma solo dopo l’interrogatorio preventivo (come previsto dalla riforma giudiziaria): il gip Stefano Sala, sentiti gli indagati, valuterà se disporre le misure.
A rischiare gli arresti domiciliari sono Ernesto Toma, sindaco di Maglie, il suo vice e assessore con delega all’Urbanistica, Verde pubblico e Arredo urbano, Marco Sticchi, il sindaco di Sanarica, Salvatore Sales. Tra gli indagati anche il suo vice, Dario Andrea Strambaci. Per il sindaco di Ruffano, Antonio Rocco Cavallo, è invece stata chiesta la custodia cautelare in carcere.
Tutto gira intorno a presunti appalti truccati per la gestione del verde pubblico. La Procura ha contestato 51 capi di imputazione. Nei confronti degli imprenditori la Procura ipotizza l’associazione per delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione. Nei confronti di tutti gli altri sono ipotizzate, a vario titolo, le accuse di corruzione, corruzione elettorale, falso in atto pubblico, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture e truffa alla Regione, allo Stato e all’Ue.
Tutto avrebbe avuto inizio a partire dal 2016. Sotto la lente del Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di finanza di Lecce, guidata dal tenente colonnello Giulio Leo, gli appalti per la gestione dei lavori di manutenzione del verde a favore della ditta dei fratelli Marco e Graziano Castrignanò, e il ruolo del funzionario pubblico Maurizio Montagna. L’ingegnere, componente delle commissioni aggiudicatrici nelle procedure di gara, lavora nell’ufficio tecnico dei Comuni di Botrugno e Sanarica.
Sindaco e vicesindaco di Maglie, secondo l’accusa, avrebbero ricevuto una serie di favori dagli imprenditori coinvolti nell’inchiesta, che miravano a continuare a occuparsi del servizio di manutenzione del verde pubblico. Ma anche a mettere le mani sui lavori di manutenzione dello stadio e di riqualificazione di una scuola.
Toma avrebbe perfino ricevuto, a titolo gratuito, una fornitura di piante e addobbi floreali in occasione del suo matrimonio. E anche, in due circostanze, una fornitura di calcestruzzo (di 4 e 5mila metri cubi) da utilizzare per lavori in casa. Il costo, però, sarebbe stato fatturato al Comune nell’ambito di lavori per il potenziamento della rete pluviale dell’abitato di Maglie per un importo di oltre 14mila euro.
Antonio Cavallo, sindaco di Ruffano, è accusato di aver ricevuto dall’imprenditore Marco Castrignanò in almeno due occasioni, nel mese di aprile 2022, somme di denaro contante e lavori di ristrutturazione a titolo gratuito nella sede del comitato elettorale della lista a lui riconducibile. Gli accertamenti hanno riguardato anche la procedura per l’affidamento di due appalti rispettivamente da 2 milioni di euro e da 3 milioni e 500mila euro. Cavallo, sollecitato dall’imprenditore, in un caso si sarebbe impegnato per la modifica della graduatoria di gara, facendo annullare la prima e sostituendola con un’altra, frutto di opera di convincimento sugli altri commissari di gara. Le indagini si sono soffermate anche sui lavori di riqualificazione del centro storico e di largo San Rocco della frazione Torre Paduli.
Delicata anche la posizione del sindaco di Sanarica, Salvatore Sales, e dell’assessore Strambaci, accusati di aver agevolato gli imprenditori, mettendosi a loro disposizione. Avrebbero fatto conoscere in anticipo i tempi di pubblicazione ed i dettagli tecnici delle gare. Sotto la lente del pm sono finiti l’appalto per l’abbattimento delle barriere architettoniche del valore di 43mila euro e quello per il centro comunale di raccolta differenziata di rifiuti da 300mila euro. E, ancora, i lavori per la messa in sicurezza e mitigazione del rischio geomorfologico per un importo di quasi un milione di euro.
Fin qui le accuse, la parola adesso passa agli indagati, che negli interrogatori proveranno a confutare l’esistenza di quello che la Procura disegna come un grave e capillare sistema corruttivo. Gli interrogatori sono in programma il 3 e il 4 febbraio.
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