“Il sistema scuola non l’ha protetta. Il tutor al prof? Grande beffa”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


di Nicola Bianchi

Paola Bastianoni, psicologa e docente Unife, ha sentito dell’inchiesta che riguarda un professore di una scuola media indagato per adescamento di una sua giovanissima studentessa?

“Ho letto la notizia dal Carlino. Ma c’è un grande vulnus”.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Quale?

“Mi chiedo: cosa ha fatto la scuola per tutelarla?”.

Al momento avrebbe semplicemente affiancato un insegnante-tutor all’indagato durante le lezioni nella classe della sua vittima…

“Quella del tutor è una grande beffa, in questa situazione la bambina viene esposta ancora di più e dentro le nasce l’idea che la sbagliata sia proprio lei stessa. Il primo elemento, in casi come questi, è salvaguardare la vittima, ridurla all’esposizione del danno. Quel professore andava allontanato subito da quel contesto. Ciò che emerge è un segnale molto forte di ambiguità”.

La scuola, cosi facendo, dal 16 dicembre, giorno della perquisizione dei carabinieri alla presenza di un dirigente del plesso, messo al corrente perlomeno dell’esistenza di un’inchiesta a carico del docente, non avrebbe tutelato la vittima?

“No. Ripeto, è passato un segnale di forte ambiguità da parte del sistema scolastico rispetto alla protezione di questa ragazzina. Se io subisco un danno e chi lo compie resta nel mio contesto quotidiano, nella mia mente posso solamente pensare: o di non averlo subito, o di essere io stessa complice. Un meccanismo perverso e pericolosissimo. La scuola non mi ha protetta allontanandolo dal mio contesto? Bene, allora significa che ad avere sbagliato sono stata io. Terribile”.

Facciamo un passo indietro. Carte alla mano, il consulente della Procura di Bologna ha portato alla luce uno scambio di messaggi enorme tra i due, “oltre 10mila”. Si va dal “buongiorno” a frasi molto spinte, “dal contenuto sessuale”. Come una psicologa spiega questo comportamento?

“Innanzitutto il primo grosso tema: quello della solitudine dove si insinua tutto ciò che una bambina non riesce a valutare, a differenza di un adulto. Una relazione attiva e vigile, viene sostituita da una routine virtuale”.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Come ad esempio una videochiamata di oltre un’ora e cinquanta minuti tra i due?

“Certamente. Oltre a questo, l’adulto agisce con carinerie, usa comportamenti e parole del mondo giovanile, ti dà importanza, ti riempie di complimenti. Tutti modi per catturare una giovanissima preda. Atteggiamenti tipici che riscontriamo nel mondo della pedofilia. Io ti ’compro’ con piccoli oggetti o smancerie perché sei un oggetto. Questo è il messaggio. C’è poi la dimensione culturale e sociale”.

Si spieghi.

“Oggi l’immagine prevalente è quello di una bambina adultizzata che partecipa ai Tik Tok dove l’erotizzazione è un sistema che attraversa un riconoscimento. Poi vedi una madre che veste come la figlia ancora ragazzina o senti il padre che parla il gergo degli adolescenti. Senza parlare della regressione potentissima del fenomeno della figura femminile”.

Come diceva, una donna oggetto?

“Pensiamo al fenomeno dei maranza, dei loro vestiti appariscenti, della tendenza ad attaccar briga e dei comportamenti negativi rivolti al mondo femminile”.

Quelli che negli anni ’80-’90 erano gli zotici, i rozzi, i cosiddetti tamarri sempre in cerca di mettersi in mostra.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

“Stiamo perdendo tutto ciò che abbiamo conquistato in anni di lotta, ciò che è essere donna”.

Dunque: solitudine, regressione culturale, adultizzazione della bambina e in mezzo l’adulto trova terreno fertile, non è vero?

“Il contesto è questo. Il ruolo educativo oggi lo hai delegato a un telefonino. Sia chiaro, non demonizzo lo strumento, utilissimo per mille cose. Ma lo vedi sbattuto davanti al bambino in pizzeria per farlo stare zitto, o in tasca fin dalle elementari, o tra le mani sul divano ore e ore a chattare. E così ti allontani dalla realtà. Se prima socializzavo a scuola, in ambiti sportivi, in parrocchia, nel mondo della politica, ora la mia socialità è sui telefonini. Giorno e notte, non stop. Serve un mediatore, stai mezz’ora sul telefono poi usciamo e andiamo a pallavolo…”.

Che fare per aiutare la minorenne ora?

“Non la si lasci più sola, la scuola la protegga una volta per tutte, le eviti altri contatti con il docente e i compagni restino compatti. Non giriamoci più dall’altra parte perché il rischio, per lei, a livello psicologico è devastante”.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link