Una sentenza della corte di Cassazione (2020/25) depositata lo scorso 17 gennaio 2025 ha di fatto messo in discussione uno degli aspetti piĆ¹ dibattuti della cosiddetta riforma Salvini del codice della strada, ovvero la nuova norma che modifica l’articolo 187 e il reato di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Come noto la riforma ha reso sufficiente un test antidroga positivo per incriminare il conducente, senza la necessitĆ di verificare se sia effettivamente incapace di guidare. La nuova sentenza dalla cassazione perĆ², pur intervenendo su fatti precedenti alla nuova normativa, finisce per avere un effetto dirompente anche sulle nuove norme. Inoltre la linea interpretativa indicata potrebbe risolvere alcune criticitĆ emerse con le recenti modifiche normative, richiamando la necessitĆ di metodologie piĆ¹ precise e affidabili.
La sentenza della cassazione
Secondo gli ermellini infatti, non solo i test salivari (che giĆ mostrano falsi positivi) ma anche gli esami delle urine non sarebberoĀ sempre affidabili. Ć invece indicato l’esame del sangue come il metodo principale per stabilire se una persona stia guidando sotto lāeffetto di droghe.
“L’esame ematico, a differenza di quello delle urine, ha una valenza probatoria prossima alla certezza”
Sentenza 2020/2025, Cassazione
A differenza dellāesame delle urine, che puĆ² evidenziare tracce di sostanze anche a distanza di tempo, lāanalisi del sangue consente di accertare direttamente la presenza di stupefacenti al momento del controllo. Questo aspetto ĆØ cruciale per determinare se il conducente si trovi in uno stato di alterazione psicofisica immediata e concreta.Ā
La patente ritirata per una tachipirina: i falsi positivi nei test antidroga
Non solo: la Corte ha infatti ribadito lāimportanza di accertare lāeffettiva alterazione psicofisica al momento della guida. Richiamando precedenti sentenze infatti i giudici scrivono che “l’accertamento richiestoĀ deve riguardare sia l’avvenuta assunzione, sia le caratteristiche proprie dell’alterazione”. PertantoĀ gli agenti delle forze dell’ordine dovrebbero controllare la coordinazione dei movimenti, l’eloquio e lo stato emotivo dei conducentiĀ per accertare il fatto che il conducente non stia guidando sotto l’effetto di sostanze che ne alterino le capacitĆ di controllo del veicolo.
Le conseguenze dalla sentenza
Come detto la vicenda cui fa riferimento la sentenza risale al febbraio 2021, dunque a un periodo precedente l’attuale riforma del codice della strada. Tuttavia mette in discussione alcune delle modifiche apportate, sottolineando l’importanza di effettuare accertamenti approfonditi e completi. EĀ la necessitĆ di una prova diretta della presenza di droga nel sangue al momento del controllo.
Un test antidroga positivo, da solo, non sarebbe quindi sufficiente per incriminare un automobilista: serve una dimostrazione chiara e concreta della sua incapacitĆ di guidare in sicurezza e garantire che vengano puniti solo i comportamenti realmente pericolosi.
Farmaci e alimenti danno origine a falsi positivi
Cosa succederĆ adesso? La riforma Salvini verrĆ fermata? La sentenza mette in evidenzia diversi profili di incostituzionalitĆ della normativa sui test salivari introdotti dalla riforma del codice della strada, aprendo la strada a un caos giuridico.
GiĆ ora sono evidenti come – ad differenza del tasso alcolemico – non esiste una soglia minimaĀ di principio attivo di sostanza stupefacente nel sangue che possa portare a uno stato di alterazione psicofisica idoneo a compromettere la sicurezza stradale. Inoltre le modalitĆ di accertamento variano tra le diverse forze di polizia, generando disparitĆ di trattamento e incertezza normativa.
Per scongiurare cause che potrebbero durare anni e coinvolgere un elevato numero di persone ĆØ evidente come a livello normativo sarĆ necessaria la definizione di una soglia minima di THC che distingua tra consumo pregresso e alterazione, cosƬ come un diverso approccio in grado di definire garanzie procedurali,Ā omogeneitĆ e certezza di diritto, come piĆ¹ volte ribadito dalla giurisprudenza. Con la possibilitĆ che l’intero impianto della norma finisca sottoposto al vaglio di costituzionalitĆ .
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