La retata a Palermo contro i vecchi boss: il pizzo, il postino e le riunioni per delineare la nuova mappa del potere

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Una sequela di riservatissime riunioni, una volta anche dentro il bagno di un supermercato, tra il 2021 e il 2023, organizzate anche grazie alla mediazione di un salumiere, Giuseppe Costa di 61 anni, detto «il postino», ex dipendente del supermercato che dava il via agli incontri. Cercava di riallacciare i rapporti Francesco Bonura, boss della famiglia di Uditore, tornato in libertà il 13 novembre del 2020, e per farlo aveva bisogno di passare da Girolamo Buscemi, capo della famiglia di Passo di Rigano, detto Mumminu, con cui Bonura si sarebbe visto solo un anno più tardi, il 13 ottobre 2021. La prima di una lunga serie di riunioni tra i due, che si sarebbero verificate a ridosso delle festività natalizie e pasquali, nelle quali il padrino scarcerato chiedeva gli venisse dipinto il nuovo quadro sul pizzo e la droga (attività ritenute da Buscemi «dannosa», la prima, e «porcheria» quella degli stupefacenti») e su chi comandava.

Ad accompagnare Bonura, il fido autista Michele Spataro a bordo di una Toyota Yaris: lo andava a prendere in via Ausonia, dove abitava l’anziano padrino di 82 anni, e via verso Passo di Rigano. Un viaggio, il primo del 13 ottobre, che non ha previsto soste, dritto al luogo di incontro pattuito, una villa tra via Petrulla e Agordat. Durante il tragitto, Bonura specificava che una volta arrivati avrebbe dato istruzioni su come comportarsi: «Ti dirò aspetta oppure vienimi a prendere fra mezz’ora»; conversazione intercettata grazie al cellulare di Spataro. Una volta arrivati in via Petrulla, l’automobile scompariva all’interno di una proprietà controllata da più ingressi con cancelli.

LE INTERCETTAZIONI

«Uellà, ciao Mummino (Buscemi, ndr)»; «No, no, no, a lui lo devi fare andare» è stato l’ordine impartito per l’autista, accompagnato fuori dalla villa e fatto accomodare in attesa del ritorno di Bonura vicino a delle scuole. Un incontro durato circa mezz’ora la cui portata è stata chiarita dallo stesso Bonura nella conversazione immediatamente successiva con il suo abituale autista: «L’ho salutato (a Buscemi, ndr) come pare… come se aveva… se fosse quindici anni indietro», facendo riferimento al tenore degli incontri che Bonura aveva sostenuto da esponente di spicco di Cosa nostra con altri suoi pari.

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Il secondo incontro nel marzo del 2022, quando la coppia Bonura-Spataro si è diretta nuovamente verso il quartiere di Passo di Rigano: stesso copione con un ultima deviazione verso la via Asmara, luogo finale dell’appuntamento, dove i rapporti si intensificano: «Qualcuno buono ancora c’è», spiegava Bonura al fido autista. Terza riunione, concordata a settembre per il 19 dicembre 2022, sarà sempre in via Asmara, con tutte le protezioni e le cautele del caso. «Come cazzo siamo combinati?», chiedeva Bonura. «Fino a quando c’era Agostino (Sansone, ndr), ci vedevamo ogni tanto, poi lui pure ha avuto problemi, non so più nulla. Mi hanno rubato vent’anni». I due boss delineano la nuova mappa del potere, senza risparmiare commenti sulle famiglie dell’Acquasanta, «uno più sbirro dell’altro», riferendosi in particolare ai figli di Vincenzo Galatolo, collaboratori di giustizia, e ai Fontana, «che si sono fatti pure sbirri» proseguiva Bonura. «Almeno qui ce la guardiamo la mano…». «Ma qua è niente Franco – sottolineava Buscemi – si sono ritirati tutti. La cosa più bella è questa, tutti pari. Ogni tanto c’è chi fa lo scemo, che ancora va a domandare il pizzo: ancora non hanno capito che la devono finire».

Sul territorio, però, Bonura rileva un’assenza pesante, quella dei fratelli Sansone (Agostino, Giuseppe e Giovanni), che sottolinea in un incontro organizzato il 5 aprile 2023, sempre in via Asmara: «Ma questi Sansone dove sono?», chiedeva Bonura. «Ma tu mi credi – rispondeva Girolamo Buscemi – non si fanno più sentire e né vedere…». Altro tema di grande importanza per Bonura erano delle importanti somme di denaro che avrebbe dovuto recapitare ai familiari del boss Michelangelo La Barbera (in carcere) e che avrebbe voluto fosse lo stesso Buscemi a consegnare. Ma in quel frangente, Bonura, non avrebbe avuto a disposizione la liquidità tale per poter affrontare l’impegno. «Tanto lavorano, hanno la casetta – lo rassicurava Buscemi – non gli manca niente, stai tranquillo, stanno tutti bene, non ti fare problemi in questo minuto».



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