“Mondo opposto”, chieste 21 condanne

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Caltanissetta

Le pene piĆ¹ pesanti sono state indicate per i fratelli Alberto e Sergio Musto

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I pm della Dda di Caltanissetta hanno concluso la loro requisitoria confermando che il nucleo di Cosa nostra sul territorio si stava riorganizzando a Niscemi, con al vertice i fratelli Musto. Per Alberto Musto la richiesta di condanna ĆØ a ventā€™anni di detenzione. Diciotto anni invece sono stati chiesti per il fratello, Sergio Musto. Gli inquirenti finalizzarono il blitz ā€œMondo oppostoā€ che ha toccato anche appartenenti alle forze dellā€™ordine, giĆ  rinviati a giudizio non avendo optato per riti alternativi. I Musto e altri diciannove imputati invece hanno deciso di essere giudicati con il rito abbreviato, innanzi al gup del tribunale nisseno. I pm hanno ricostruito lā€™intera genesi dellā€™inchiesta, sottolineando come ci fosse una certa pervicacia del gruppo di mafia, capace di disporre di armi, anche attraverso i gelesi, e di una notevole forza di intimidazione. Undici anni e quattro mesi sono stati indicati per Francesco Amato, undici anni per Francesco Torre, dieci anni e otto mesi a Giuseppe Auteri, dieci anni per Andrea Abaco, RenĆ© Di Stefano e Francesco Cona, nove anni e quattro mesi a Giovanni Ferranti, otto anni e quattro mesi per Carlo Zanti, otto anni per le posizioni di Francesco Cantaro e Giovanni Manduca, sei anni per i gelesi Carmelo Raniolo, Vincenzo Cannizzaro e Luigi Cannizzaro, cinque anni per Francesco Piazza, quattro anni e otto mesi a Mariantonetta Caruso e Viviana Caruso, quattro anni per Gianni Ferranti e infine tre anni a Paolo Rizzo e Davide Cusa. Sono in totale ventuno le condanne richieste dalla Dda e dalle parti civili, comprese il Comune di Niscemi, con il legale Paolo Testa, e i Ministeri dellā€™interno e della difesa, attraverso lā€™Avvocatura dello Stato, con il legale Giuseppe Laspina.

Nel corso delle prossime udienze toccherĆ  ai difensori degli imputati esporre le rispettive conclusioni. Il blitz scattĆ², con i carabinieri, anche per consentire di bloccare il presunto piano per uccidere un commerciante antiracket. Sono giĆ  stati rinviati a giudizio, non avendo scelto riti alternativi, il carabiniere niscemese Giuseppe Carbone, i mazzarinesi Alessandro Fausciana, Gaetano Fausciana e Salvatore Fausciana, il poliziotto in pensione niscemese Salvatore Giugno, Antonino PittalĆ  e Salvatore PittalĆ . Si presenteranno a febbraio davanti al collegio penale del tribunale di Gela.






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