Nuovo ospedale di Cavalese, le richieste dei territori: «Sorga in un’area vicino ai centri abitati»

La sollecitazione è quasi unanime: il nuovo ospedale di Cavalese dovrà sorgere in un luogo facilmente raggiungibile. Meglio se vicino a uno dei centri abitati più importanti della val di Fiemme. E meglio ancora se nella zona dove si trova l’attuale nosocomio. Con un altro imperativo, sollevato da ordini professionali e ambientalisti: per realizzare la nuova struttura non dovrà essere intaccato nuovo suolo. E dovranno essere «salvate» anche le aree agricole di pregio della zona.

Percorso partecipativo

Il punto del percorso partecipativo avviato nei territori coinvolti — dopo l’archiviazione dell’ipotesi dell’ospedale a Masi di Cavalese proposto dalla Mak costruzioni — è stato fatto martedì pomeriggio, 28 gennaio, nel corso di un incontro che ha visto attorno al tavolo l’assessore all’urbanistica Mattia Gottardi, il presidente della Comunità di Fiemme Fabio Vanzetta, il procurador del Comun General de Fascia Giuseppe Detomas, il presidente della Comunità della val di Cembra Simone Santuari e i sindaci. A tratteggiare l’esito di due mesi di attività dei sei tavoli di lavoro sono stati i rappresentanti del team incaricato di gestire il percorso partecipativo. Che sono tornati sul nodo cardine della questione: la localizzazione. «Il nuovo ospedale — è stato l’invito corale — dovrà garantire un’equa raggiungibilità da parte di tutti, pazienti e lavoratori». E dovrà dialogare con le altre strutture sanitarie presenti sul territorio. Di più: la definizione della localizzazione della nuova struttura dovrà andare di pari passo con l’individuazione di una destinazione futura per l’attuale ospedale di Cavalese.

Ma oltre ai gruppi di lavoro, ad esprimere la propria posizione sul futuro ospedale sono stati in queste settimane anche enti, associazioni e singoli cittadini delle valli interessate. Che hanno inviato un proprio contributo alla Provincia: diversi i documenti già pubblicati sul sito realizzato dalla Provincia e dedicato proprio al percorso partecipato sull’ospedale. Tra questi, il testo di Italia Nostra. Che pone in particolare il nodo del consumo di suolo. E invita a non spostarsi da Cavalese: «Si rileva che l’area sottostante l’attuale struttura, già destinata dal Prg comunale di Cavalese a ospitare servizi di interesse generale, risulta essere l’opzione ottimale, capace di rispondere alla necessità, riducendo al massimo il consumo di suolo libero». Tema, questo, sollevato anche dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali, che fissa un principio: «Le aree agricole ancora rimaste devono essere considerate indisponibili ed escluse dalle possibili scelte di localizzazione della nuova struttura».

La tutela idrogeologica del territorio

Una indicazione arriva anche da Mirko Demozzi, presidente dell’ordine dei geologi. Che punta l’attenzione sulla tutela idrogeologica del territorio. Ribadendo l’importanza «delle aree prative di raccordo tra il fondovalle propriamente detto occupato dai vari abitati e i versanti montani. Tali aree dovrebbero essere escluse dalle scelte localizzative di una struttura di notevole ampiezza quale il nuovo ospedale». Premono per «mantenere la collocazione a Cavalese» infine lo scario Mauro Gilmozzi e il professor Bruno Zanon.

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