Partire dai banchi di scuola per far rinascere l’interesse nella ristorazione

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Si dice che le nuove generazioni non vogliano più lavorare nel mondo della ristorazione, che questo settore abbia perso di appeal e di fascino, nonostante i tanti programmi televisivi a tema continuino a darci una narrazione diversa e a spingere il nostro immaginario verso una realtà diversa. I dati raccontano una storia differente e le chiacchiere fatte con chi è del mestiere riportano una situazione fatta di mancanza di personale e di affanno nella sua ricerca. Ci si è interrogati su i motivi e, spesso, quel che ne è uscito fuori è un gap generazionale, un dialogo sbagliato, che ha allargato le distanze tra il vecchio e il nuovo, puntando su frasi fatte e banalità che non sono di certo riuscite a trovare una soluzione pratica. Quel che è emerso, però, in questi ultimi anni è forse il risultato di un percorso durato anni e che ha visto il settore delle attività dell’accoglienza privo di alcune fondamenta stabili. E queste fondamenta partono da una semplice parola: formazione. È vero, sì, le scuole alberghiere sono sempre esistite, ma a volte, come accade nelle istituzioni scolastiche italiane, sono prive di aderenza con la realtà, a discapito poi di quello che dovrebbe essere il tessuto economico di settore e la (ri)nascita di un bacino professionale allineato con le infinite sfumature richieste da queste mondo. 

È in questo contesto che trova ancora più valore l’ultimo progetto di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), nato con l’intento proprio di dare una spinta pratica: la creazione di un gruppo Scuole di Alta Formazione della Ristorazione, avvenuta ormai il 25 settembre 2024, ma presentata anche in occasione del Sigep davanti proprio a quel parterre di ragazzi, destinatari di quei messaggi e di quegli obiettivi formativi. Un progetto diverso, che si propone di forgiare una rete strutturata in grado di unire i principali attori dell’istruzione e della formazione nel settore, alimentando in qualche modo la fiamma del sapere tra chi anima le cucine e le sale, elemento, questo, che probabilmente è venuto a mancare, nel tempo, soprattutto se pensiamo alla media delle attività pubbliche. 

«Il nostro settore» — ha spiegato Vittorio Dall’Aglio, presidente del Gruppo Scuole di Alta Formazione della Ristorazione di FIPE — «necessita di figure professionali altamente qualificate in grado di rispondere alle crescenti sfide del mercato e alle aspettative di una clientela sempre più attenta ed esigente. Il Gruppo Scuole di Alta Formazione della Ristorazione di FIPE nasce con l’intento di creare un network nazionale che, pur rispettando l’autonomia di ogni scuola, possa valorizzare al meglio le esperienze e le competenze già presenti. Unire le forze, condividere le buone pratiche e sviluppare percorsi di formazione sempre più mirati significa offrire alle imprese professionisti preparati e capaci, contribuendo così all’innalzamento della qualità complessiva del settore. Lavorare in sinergia con le istituzioni ci permette inoltre di costruire un sistema formativo che non si limiti a soddisfare le esigenze immediate delle imprese, ma che sappia anticipare i cambiamenti del mercato, individuando e sviluppando le competenze strategiche necessarie per il futuro. La forza di una rete di scuole altamente specializzate risiede nella capacità di progettare percorsi formativi innovativi, accessibili e inclusivi, capaci di intercettare anche quei giovani che spesso non si avvicinano a questo settore. È una sfida che siamo pronti ad affrontare con determinazione e visione a lungo termine». 

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Una sfida, una visione a lungo termine: sono parole chiave che trovano conferma nel focus preciso del progetto, che mira ad arricchire qualità e varietà dell’offerta formativa, andando a trasformare la formazione in un potente motore di crescita economica, e sottolineando così l’importanza del capitale umano e di concrete opportunità professionali. 

Ecco perché favorire un dialogo incessante tra scuole, imprese e istituzioni, potenziare le competenze più essenziali e promuovere la creazione di figure professionali riconosciute a livello nazionale diventano tasselli fondamentali per far ripartire il settore dalla basi e spingerlo a guardare oltre. In questo momento sono più di una quindicina  in tutta Italia le scuole che hanno aderito al progetto e sono le più diverse. C’è quella, ad esempio di Niko Romito in Abruzzo, l’ambita Alma in Emilia, così come realtà associative meno conosciute, ma più ancorate alla realtà imprenditoriale. Questo perché identificare e sviluppare competenze cruciali per il futuro è fondamentale, ed è necessario creare un’offerta che sia capace di rafforzare abilità tecniche, gestionali, digitali e interpersonali, per un futuro sempre più digitalizzato e interconnesso. E il valore più importante, forse, di questa iniziativa è da ricercare proprio nel ruolo di mediazione tra il mondo imprenditoriale e le istituzioni a tutti i livelli, che FIPE ha deciso di incarnare per dare unitarietà nella diversità formativa e una linea condivisa di intenti, proprio per rinvigorire la percezione della ristorazione, trasformandola in un settore con lo sguardo fisso sul domani.



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