Terna Inaugura l’innovation Zone in Tunisia

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Innovazione, formazione e condivisione di conoscenze sono gli elementi base del progetto di responsabilità sociale d’impresa che consolida i legami fra Italia e Tunisia
L’iniziativa è legata ad Elmed, la prima interconnessione elettrica in corrente continua tra Europa e Africa, che sarà realizzata da Terna e STEG
Terna e STEG estendono l’Accordo di Cooperazione per nuove sinergie a favore della transizione energetica e digitale nell’area del Mediterraneo, rafforzando l’integrazione fra Europa e Africa
Roma, 29 gennaio 2025 – È stato inaugurato oggi a Tunisi il nuovo Terna Innovation Zone, il primo hub di innovazione in Africa gestito dal gruppo italiano, che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Tunisia.

Il Terna Innovation Zone, progetto di responsabilità sociale di impresa, promuoverà l’innovazione tecnologica e favorirà lo sviluppo delle competenze nel settore energetico tunisino, rafforzando ulteriormente i legami tra i due Paesi e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa.

L’iniziativa è stata illustrata a Tunisi da Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, alla presenza di Faycel Tarifa, Presidente e Direttore Generale di STEG, Société Tunisienne de l’Électricité et du Gaz, e di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Tra le numerose Autorità presenti anche Mohamed Ali Nafti, Ministro degli Affari esteri, della Migrazione e dei Tunisini all’estero della Repubblica Tunisina, Wael Chouchane, Segretario di Stato per la Transizione Energetica della Repubblica Tunisina, Fabrizio Saggio, Coordinatore della Cabina di Regia del Piano Mattei e Consigliere Diplomatico del Primo Ministro italiano, e Alessandro Prunas, Ambasciatore d’Italia a Tunisi.

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Il Terna Innovation Zone si propone di rafforzare l’ecosistema dell’innovazione a sostegno dell’imprenditorialità innovativa, fungendo da laboratorio di formazione specialistica che contribuirà al progresso del settore energetico del Paese nordafricano. Nello specifico, il Terna Innovation Zone di Tunisi ospiterà programmi di open innovation e di accelerazione grazie ai quali le startup tunisine potranno accedere a risorse, competenze e opportunità derivanti dal network globale di collaborazioni di Terna in diversi ecosistemi internazionali dell’innovazione, nonché beneficiare del know-how tecnico messo a disposizione dal gruppo italiano. La prima iniziativa in tal senso sarà il lancio, nel mese di febbraio, di una “call for startup” e, a seguire, l’avvio di un programma di scaling dedicato alle startup tunisine innovative più promettenti e attive nei settori legati alla transizione energetica e digitale.

Inoltre, in linea con i princìpi di una transizione energetica e digitale giusta, le attività del Terna Innovation Zone tunisino si concentreranno sulla formazione e sullo sviluppo di ingegneri e tecnici in campo energetico, anche attraverso la collaborazione fra Terna e università locali. L’obiettivo è quello di formare una nuova generazione di professionisti del settore, fornendo le competenze tecniche e promuovendo una cultura dell’innovazione, elementi funzionali alla gestione delle infrastrutture elettriche e all’adozione di tecnologie innovative per una maggiore efficienza del sistema energetico tunisino.

“Con il Terna Innovation Zone in Tunisia confermiamo il nostro impegno per una transizione energetica giusta e inclusiva che valorizzi le eccellenze locali, contribuisca alla crescita dell’ecosistema dell’innovazione tunisino e crei nuove opportunità per startup, professionisti e giovani talenti del settore energetico”, ha commentato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Questo progetto interpreta i valori della responsabilità sociale d’impresa, coniugando innovazione, formazione, condivisione di conoscenze e cooperazione internazionale, per costruire un futuro energetico sostenibile insieme ai nostri partner tunisini. Il Terna Innovation Zone non sarà solo un luogo fisico, condiviso con l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi e con la Camera Tuniso-Italiana di Commercio ed Industria, ma anche un simbolo del nostro impegno a valorizzare il talento e alimentare il progresso tecnologico”, ha concluso Giuseppina Di Foggia.

Il Terna Innovation Zone in Tunisia, collocandosi in un ecosistema emergente e con grandi opportunità di sviluppo, rappresenta un punto di riferimento per innovazione e sostenibilità energetica nel Nord Africa.

L’iniziativa è legata al grande progetto infrastrutturale Elmed, la prima interconnessione elettrica in corrente continua tra Europa e Africa, che prevede la realizzazione di un cavo sottomarino di circa 200 km tra l’Italia e la Tunisia. L’infrastruttura, che verrà realizzata da Terna e STEG, garantirà una maggiore integrazione di energia prodotta da fonti rinnovabili e costituirà un ponte energetico tra i due continenti, con benefici in termini di sicurezza, diversificazione dell’approvvigionamento energetico e sostenibilità, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione.

L’iniziativa inaugurata oggi non rappresenta soltanto una spinta tecnologica, ma anche un progetto concreto di cooperazione internazionale e di sviluppo socioeconomico, suggellato altresì dall’estensione dell’Accordo di Cooperazione industriale fra Terna e STEG, il gestore tunisino della rete elettrica e del gas. L’intesa prevede che le due società si impegnino a svolgere una serie di attività di knowledge-sharing su tematiche di comune interesse, con l’obiettivo di perseguire l’eccellenza nella gestione delle reti di trasmissione elettrica e di rispondere alle sfide del settore dell’energia. In questo modo, Terna intende consolidare, insieme a STEG, il ruolo dell’Italia e della Tunisia come protagoniste della transizione energetica nel Mediterraneo, hub per l’energia e l’innovazione, rafforzando l’integrazione tra Europa e Africa e favorendo la nascita di nuove sinergie tra imprese italiane e tunisine, in linea con la strategia delineata dal Piano Mattei.

Quello di Tunisi è il secondo Innovation Zone di Terna a livello globale, dopo l’avamposto di innovazione situato a San Francisco. L’Innovation Zone negli USA è dedicato allo scouting di soluzioni tecnologiche, a supporto delle startup italiane in Silicon Valley, culla per eccellenza della tecnologia. Si occupa, inoltre, di generare contatti e partnership strategiche con tutti i soggetti, come imprese, grandi fondi di investimento, istituzioni accademiche e centri di ricerca, attivi nell’ecosistema dell’innovazione più importante del mondo.

Le interconnessioni elettriche con l’estero

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Il Piano Industriale di Terna, la società guidata da Giuseppina Di Foggia che gestisce la rete elettrica nazionale, punta a consolidare il ruolo strategico dell’azienda quale abilitatore del sistema elettrico italiano e più in generale, attraverso investimenti in cinque anni pari a 16,5 miliardi di euro, mira a rafforzare l’impegno al servizio del Paese per la transizione energetica e per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) in tema di decarbonizzazione: riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.

Gli accadimenti geopolitici degli ultimi anni hanno evidenziato chiaramente come oggi più che mai sia necessario aumentare il numero di interconnessioni con altri Paesi. Esse rappresentano, infatti, lo strumento per aumentare l’indipendenza energetica del nostro Paese e per diversificare le fonti di approvvigionamento, garantendo maggior sicurezza, efficienza e adeguatezza al sistema, favorendo al contempo la sostenibilità degli investimenti e permettendo di ridurre le tensioni sui prezzi dell’energia. In questo contesto, il ruolo dell’Italia risulta potenzialmente decisivo soprattutto in chiave europea, anche considerata la sua posizione geografica adatta a rendere il Paese hub energetico del Mediterraneo.

Nell’ultimo Piano di Sviluppo decennale, Terna ha previsto un investimento complessivo di circa 2 miliardi di euro per le interconnessioni. Una rete interconnessa contribuisce infatti al raggiungimento degli obiettivi posti dalla transizione energetica, consentendo una maggiore integrazione di energie rinnovabili in modo sicuro ed efficiente.

A oggi sono 30 i progetti di Terna di interconnessione elettrica con l’estero in esercizio, con sette Paesi, come riportato dal PNIEC:

• 9 linee con la Francia;

• 12 linee con la Svizzera;

• 4 linee con l’Austria;

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• 2 linee con la Slovenia;

• una linea con il Montenegro;

• una linea con la Grecia;

• un collegamento 220kV con Malta.

Come evidenziato nel PNIEC, “nel corso del triennio 2021-2023 la capacità di interconnessione ha avuto un incremento di circa 1,8 GW legato prevalentemente alla frontiera con la Francia. Per la frontiera francese si segnala, infatti, l’entrata in esercizio del primo polo dell’interconnessione HVDC Italia-Francia a novembre 2022 e del secondo polo ad agosto 2023, che ha messo a disposizione complessivamente ulteriori 1.200 MW di potenza di scambio tra le due frontiere. In aggiunta, a dicembre 2023 una nuova interconnessione 220kV in corrente alternata sulla frontiera Italia-Austria è entrata in esercizio garantendo un incremento capacità di trasporto di 300 MW. Questi potenziamenti si aggiungono alla precedente entrata in esercizio dell’interconnessione HVDC Italia – Montenegro, avvenuta al termine 2019. Tali progetti erano menzionati in via di realizzazione nel precedente PNIEC 2019”.

In aggiunta, sono stati pianificati da Terna ulteriori interconnessioni con Tunisia, Francia e Grecia. Di questi, l’elettrodotto tra Italia e Tunisia, ELMED e il collegamento sottomarino tra Italia e Corsica Sa.Co.I.3 hanno già ottenuto il decreto autorizzativo definitivo del MASE.

Focus – ELMED, il ponte elettrico fra Italia e Africa

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Un progetto simbolo, fra le diverse interconnessioni che Terna sta realizzando, è rappresentato da Elmed, l’elettrodotto sottomarino che collegherà l’Italia e la Tunisia. Si tratta di un progetto strategico per l’Italia, incluso infatti nel Piano Mattei per l’Africa, ma anche per l’Europa, tanto che è un’infrastruttura su cui la Commissione ha deciso di puntare.

Elmed sarà il primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa e contribuirà alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico italiano e al raggiungimento dei target di decarbonizzazione fissati a livello nazionale e internazionale.

L’opera è stata autorizzata per il tratto italiano dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a maggio 2024. Il tratto tunisino dell’infrastruttura è stato autorizzato dal governo tunisino a luglio 2024. Per la realizzazione di Elmed, il cui investimento complessivo è di circa 850 milioni di euro, Terna e STEG, la società tunisina per l’energia e il gas, hanno ricevuto 307 milioni di euro dalla Commissione europea tramite Connecting Europe Facility (“CEF”), il programma di finanziamento dell’Ue destinato allo sviluppo di progetti chiave per il potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. Per la prima volta fondi CEF sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale di uno Stato Membro e uno Stato Terzo. Oltre ai fondi europei il progetto vede il concorso della Banca Mondiale e di alcune istituzioni finanziarie europee, come la BEI e kfW, l’Istituto di Credito per la Ricostruzione, omologo tedesco della nostra Cassa Depositi e Prestiti.

Stazione elettrica di Partanna, Sicilia

L’elettrodotto si snoda tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 225 km (la maggior parte in cavo sottomarino), con una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri, raggiunti lungo il Canale di Sicilia.

Per quanto riguarda l’Italia, il cavo, di lunghezza pari a circa 118 km, di cui circa 100 km in mare e 18 km interrato, approderà a Castelvetrano, sempre in provincia di Trapani.

Per quanto attiene alla Tunisia, invece, l’elettrodotto sarà lungo quasi 106 km, di cui circa 100 km in mare e 6 km interrato, ed approderà nella municipalità di Kelibia.

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Le stazioni elettriche di conversione da cui partiranno i cavi terrestri HVDC saranno realizzate secondo i più avanzati standard tecnici e tecnologici e nel pieno rispetto dell’ambiente e dei territori circostanti, grazie anche all’utilizzo di architetture e colori in sintonia con il paesaggio. Per l’opera sono stati condotti accurati studi marini e ambientali che hanno consentito di definire il tracciato migliore a tutela dei fondali e degli ecosistemi esistenti. Sostenibilità e attenzione al territorio sono infatti punti cardine del progetto.

Focus – SA.CO.I. 3

Il progetto prevede il rinnovo, l’ammodernamento e il conseguente ripotenziamento dell’attuale interconnessione elettrica sottomarina in corrente continua a 200 kV tra la Sardegna, la Corsica e la Toscana (Sa.Co.I.2), attiva dal 1992 e ormai giunta al termine della sua vita utile. L’intervento è strategico per mantenere gli opportuni margini di adeguatezza del sistema elettrico della Sardegna e, più in generale, del Paese. Il progetto, autorizzato definitivamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a settembre 2023, consiste nella realizzazione di un cavo HVDC (High Voltage Direct Current) tra Sardegna, Corsica e Toscana, con una capacità di trasporto complessiva fino a 400 MW, e di due stazioni di conversione (Voltage Source Converter, VSC) in Sardegna e in Toscana.

Nel dettaglio, per quanto riguarda la Toscana, l’approdo dei cavi sottomarini è stato localizzato a Salivoli, nel Comune di Piombino, mentre la stazione elettrica di conversione sorgerà in adiacenza all’esistente impianto di Suvereto. Per quanto riguarda la Sardegna, invece, l’approdo dei cavi è localizzato a Santa Teresa di Gallura, comune in provincia di Sassari, mentre la stazione di conversione sarà realizzata a Codrongianos accanto a quella esistente.

Focus – Raddoppio interconnessione Italia-Grecia

A gennaio 2024 si è conclusa la fase di consultazione pubblica sul nuovo collegamento tra Italia e Grecia. L’opera sarà composta da due cavi sottomarini di lunghezza pari a 250 km con potenza fino a 1.000 MW e due cavi terrestri in corrente continua di 50 km che uniranno l’approdo di Melendugno a Galatina. A Galatina sorgerà, inoltre, la nuova stazione di conversione che sarà collegata alla Rete di Trasmissione Nazionale.

Il raddoppio dell’interconnessione tra la penisola italiana e la Grecia consentirà la gestione in sicurezza dell’intera zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del Mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni.

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