Andrea Prospero, il B&b non ha comunicato i suoi dati

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Andrea Prospero ha affittato il monolocale in via del Prospetto, dove è stato trovato il suo cadavere, dall’8 al 20 gennaio. Ha pagato in anticipo, attraverso una carta prepagata, e poi ha chiesto una proroga. Il 24 gennaio è uscito per l’ultima volta dall’ostello di via Bontempi e si è rintanato nella sua seconda casa. E solo il mancato pagamento del secondo periodo richiesto ha consentito agli inquirenti di trovarlo: l’agenzia immobiliare, cercando informazioni online su quel cliente moroso, ha trovato la notizia della sua scomparsa e ha dato l’allarme in questura. 
Ma il suo nome negli elenchi delle persone alloggiate in strutture ricettive in tutta Italia non è mai spuntato, nonostante le verifiche fatte da quando è scattato l’allarme della sua scomparsa, ripetute anche più volte dalla polizia. Eppure Andrea aveva fornito i dati della sua carta d’identità, ma evidentemente nessuno lo ha inserito, per settimane, tra i nominativi che per legge devono essere forniti con tempestività alle questure. Si sarebbe potuto salvare se la procedura fosse stata eseguita correttamente? È dipeso dal periodo della prenotazione, quindi precedente alla scomparsa? Forse. Ma come è stata gestita la proroga? È un dubbio che resta, tra i tanti, in un caso che ha sconvolto due città, Perugia e Lanciano, e due comunità. Con la famiglia di Andrea che adesso chiede solo risposte. 
Le prime potrebbero arrivare già oggi, quando è prevista l’autopsia svolta dal medico legale Sergio Scalise Pantuso. L’ipotesi più concreta è che Andrea sia morto per un’intossicazione da farmaci, quelli trovati in blister vuoti accanto a lui, adagiato sul letto intatto, su un fianco e con i piedi che toccavano terra. Ma bisogna stabilire quando li ha ingeriti, se venerdì poco dopo aver confermato l’appuntamento a pranzo con la sorella gemella Anna o dopo. 
Dopo aver tolto la sim dal telefono cellulare conosciuto alla sua famiglia e lasciato nella stanza accanto gli altri tre di cui era in possesso. E questo è l’altro buco nella ricostruzione delle ultime ore di vita dello studente abruzzese, ma in realtà almeno degli ultimi mesi. A cosa servivano tutti quei cellulari? Il giovane non risulta titolare di profili social, ma magari aveva qualche passatempo online, dai giochi di ruolo a qualche amicizia da remoto con cui restava in contatto tramite i telefoni. Magari qualcosa per cui preferiva avere un po’ di privacy, rispetto alla camera condivisa con Gabriel, suo compagno di stanza nell’ostello e che negli ultimi giorni lo aveva visto in realtà molto tranquillo. Ieri gli investigatori della squadra mobile sono tornati proprio nell’alloggio, evidentemente alla ricerca di ulteriori elementi per risolvere il giallo
Ma il quesito resta: a cosa serviva un secondo alloggio, costato circa mille euro, a soli 150 metri da via Bontempi? Sono queste le domande a cui sta cercando di dare una risposta la procura di Perugia, con il capo Raffaele Cantone e l’aggiunto Giuseppe Petrazzini, che coordinano le indagini della squadra mobile. Per cui diventano fondamentali le verifiche in corso sui cellulari e sul computer trovato accanto al cadavere, per capire di più di questa vita parallela, lontana dalle abitudini conosciute di Andrea, sempre apparso come un ragazzo tranquillo e senza profondi disagi come quelli che invece lo hanno portato a fare ciò che gli ha tolto la vita. 
E davanti al dolore di una famiglia, davvero, mancano le parole, come detto dall’arcivescovo di Lanciano- Ortona, Emidio Cipollone: «Siamo stati chiamati a confrontarci, una volta di più, con l’inadeguatezza e la paura prima, e con la disperazione poi. Come in altre occasioni, anche oggi siamo rimasti a bocca aperta e senza parole di fronte ad un dramma personale, familiare, sociale ed ecclesiale come la morte di Andrea. Ogni cosa che riusciamo a pensare e a dire ci sembra banale, sciocca, inutile o nella migliore delle ipotesi, un palliativo». In attesa di tutte le risposte. Che non restituiranno il sorriso timido di Andrea, ma aiuteranno a capire cosa gli sia successo. 

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