Esplode la cassa integrazione in Emilia-Romagna: nel 2024 aumento del 54,7%. La Cgil: dati gravi

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di
Alessandra Testa

I numeri pubblicati dall’osservatorio Inps. Lo strumento è stato usato soprattutto nell’ultimo quadrimestre. Bussandri (Cgil Emilia-Romagna): sistema manifatturiero messo a dura prova

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La tenuta della manifattura è a rischio anche in Emilia-Romagna, da sempre considerata una delle locomotive della crescita economica italiana. È quanto emerge dai dati pubblicati dall’Osservatorio Inps sugli ammortizzatori sociali, analizzati dalla Cgil regionale. «Nel 2024 da Piacenza a Rimini c’è stato un vero e proprio boom – denuncia il segretario generale Massino Bussandri – : sono state autorizzate 60,5 milioni di ore di cassa integrazione, oltre 21 milioni in più (+54,7%) del 2023». Le ore di cassa ordinaria sono state 44,9 milioni (+52,4%), quelle di straordinaria 15,5 milioni (+61,8%).

L’artigiano il settore più colpito

La crescita dell’ammortizzatore si è fatta particolarmente marcata nell’ultimo quadrimestre, dove i 26,5 milioni di ore autorizzate rappresentano un aumento del 68,2% su base annua. A essere colpito è soprattutto il comparto artigiano: i dati sul fondo bilaterale per l’erogazione degli ammortizzatori nel comparto (Fsba) rilevano come il ricorso al fondo sia aumentato del 90% nei primi undici mesi dell’anno. Una crescita trainata dal tessile, abbigliamento e arredamento, dal settore delle pelli/cuoio e calzature e dal metalmeccanico. L’utilizzo del fondo ha riguardato oltre 1.500 imprese artigiane e coinvolto circa 10 mila lavoratori. «I dati sono gravi e preoccupanti – rileva Bussandri – . Contesto internazionale, crisi della manifattura tedesca e rallentamento dell’economia italiana stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema manifatturiero. La crisi industriale dovrebbe essere la priorità del governo, che invece ripropone la ricetta inutile e dannosa dell’austerità, come sempre pagata dai più deboli. Chiediamo da mesi risposte concrete su investimenti, politiche industriali e ammortizzatori sociali ma il governo appare completamente disinteressato alle condizioni reali dell’economia e del lavoro».




















































I numeri per città

Sul fronte territoriale, la città metropolitana di Bologna è prima in regione per numero di ore autorizzate nel 2024 (13,7 milioni, +71,8%), mentre Reggio Emilia lo è per ammontare della crescita (+136,3%, per 11,7 milioni di ore). In mezzo si posiziona Modena (quasi 13,2 milioni di ore, +52,5%). Paride Amanti della segreteria Cgli segnala ventidue mesi consecutivi di calo della produzione industriale con veri crolli nei settori della fabbricazione dei mezzi di trasporto (- 10,4%) e delle industrie tessili (-9,9%), mentre si registrano cali diffusi in molti settori fondamentali per la manifattura come gomma-plastica, metallurgia, fabbricazioni di macchinari e attrezzature e chimica di base, settore in cui secondo la Camera del lavoro ci sarebbe un progetto di dismissione da parte di Eni a danno di migliaia di posti di lavoro nei petrolchimici e nell’indotto.

L’allarme dei sindacati

L’aumento della cassa integrazione era già stato denunciato alla fine del 2024 dal leader della Uil, Marcello Borghetti. «Contrariamente al racconto di una economia in espansione con crescita dell’occupazione – aveva commentato il numero uno della Uil – , siamo preoccupati per l’evidente quadro di sofferenza diffuso in molta parte del tessuto produttivo, con rischi occupazionali come purtroppo constatiamo in tutta la filiera dell’automotive». «È ora – chiude oggi Bussandri dalla Cgil – che il governo metta da parte la propaganda: servono risposte con urgenza, ammortizzatori in deroga per i settori maggiormente colpiti e politiche industriali in grado di accompagnare il sistema produttivo nelle transizioni ecologica e tecnologica. È urgente una regia pubblica, altrimenti il rischio è un processo di desertificazione industriale che, come organizzazione sindacale, contrasteremo in ogni modo».

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31 gennaio 2025

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