Roma-Eintracht 2-0, l’analisi tattica del match

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L’analisi tattica di Roma-Eintracht 2-0, match valido per l’ottava e ultima giornata della fase a girone unico di Europa League

Foto Romanews.eu

ROMA EINTRACHT ANALISI TATTICA – Roma missione compiuta, è il responso che esce dall’Olimpico al termine di una gara mai in discussione e gestita dagli giallorossi con autorità e spessore, avviso perentorio ai naviganti, ai quali dal sorteggio dei sedicesimi potranno vedere Ranieri e i suoi, come un avversario temibile e ormai registrato, dopo la sfasatura iniziale di stagione, che aveva lasciato presagire il peggio. Una volta liberati di specifiche tare la Roma ha finalmente intrapreso un cammino rilevante, che pone i presupposti per una seconda parte di stagione che potrebbe produrre sorprese fino a qualche tempo fa impensabile anche per il più inguaribile degli ottimisti.

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MODULI E SVILUPPI DI GIOCO 

Ranieri si affida ai giocatori di maggior peso europeo e spessore del momento, nel suo 3-4-2-1 speculare ai tedeschi, con Svilar tra i pali, Mancini, Hummels e N’Dicka centrali, i quinti Angelino e Saelemaekers. Paredes e Koné in mediana, i due trequartisti Dybala e Pellegrini ai lati di Dovbyk. Toppmoller nel suo modulo speculare davanti a Trapp, con Tuta e Theate braccetti, Koch centrale, Kristensen e Bahoya sono i quinti, in mediana Skhiri e Larsson, mentre Knauff a destra e Chaibi a sinistra sono gli offensivi ai lati di Ekitiké.

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PRIMO TEMPO CHE DISEGNA SUBITO I VALORI 

Sugli atteggiamenti che esprimono in campo, le due squadre sviluppano sul campo da subito ogni velleità, con gli uomini di Toppmoller che attendono lasciando iniziativa ai giallorossi, serrando la zona centrale e liberando gli spazi esterni, delegando ad ogni singolo duello l’esito delle due fasi.

Con Theate che deve lavorare su Saelemaekers in ampiezza mentre Tuta e Koch  gestiscono il 2 contro Dovbyk, mentre Kristensen si allaccia a Pellegrini e Knauff su Angelino l’Eintracht si difende con un 4-4-2 molto scolastico e ordinato, con le funzioni linee a 4 molto vicine e strette, con Chaibi ed Ekitike a schermare Paredes.

Anche la Roma sceglie di non andare a prendere alta i tedeschi, eccetto quando i bianchi costruiscono dal fondo con Trapp, laddove Angelino, Pellegrini, Dovbyk e Saelemaekers si allacciano a parti invertite sui contrapposti che li attenzionano in fase offensiva. La Roma arriva bene, muove palla velocemente, con Dybala tra le linee che cuce il gioco, mentre a sinistra Angelino e Pellegrini sfruttano gli spazi per muovere palla con pericolosità, agevolati da un Knauff poco disciplinato (è un giocatore offensivo)e trovando penetrazione sistematica.

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Sulla prima transizione veloce dei tedeschi una postura sbagliata di Saelemaekers lo carica di un giallo doppio 6 minuti, che può condizionare la sua gara, sanzione risparmiata poco dopo (decisione cervellotica) dal direttore di gara, lo sloveno Obrenovic, al mediano Larsson per un fallo su Koné. Al ventesimo da una palla dentro calciata da Angelino si genera un occasione monumentale fallita da Dovbyk, che vive una gara incolore, sistematicamente anticipato da Koch e Tuta quando riceve il passaggio di raccordo dai compagni.

La gara vive di improvvise emozioni, come al 30esimo quando N’Dicka si addormenta e si perde l inserimento di Larsson pescato da Bahoya, sul quale Svilar alza sopra il montante, mentre sopra il montante ci va poco dopo, un calcio di punizione dal limite di Dybala, nato proprio da un suo break in mezzo al campo col quale si era guadagnato la chance, sprecata malamente.

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Gli uomini di Toppmoller sono molto fallosi, Dovbyk ed Angelino sono i due più in difficoltà sulla reattività nelle seconde palle, con l’ucraino che cade sempre nell’errore di non aprirsi per nascondersi dal difensore, finendo per farsi sempre marcare e occupando male l’area di rigore. Manca poco alla fine di un primo tempo che per supremazia territoriale, percentuali di possesso palla ed indice di pericolosità, è favorevole ai giallorossi, che trovano premiati gli sforzi, con una grande visuale profonda di Mancini che pesca Angelino che chiude al secondo palo, portando i suoi al riposo meritatamente in vantaggio.

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RIPRESA DOVE I GIALLOROSSI LEGITTIMANO LA SUPERIORITÀ 

Al rientro in campo entrambe ripartono coi medesimi 22, e dopo 30 secondi Svilar sbroglia una verticalizzazione, dopo che Hummels si era perso Ekitike. Lo spavento anima subito i giallorossi, che riprendono da dove avevano finito la prima frazione di gioco, con tre transizioni dove prima Angelino e successivamente Koné non riescono ad assistere Dovbyk a centro area, con la Roma che continua ad arrivare bene, ma manca lo stoccare decisivo e con Dybala che sbaglia banalmente una ricezione con la quale sarebbe potuto presentarsi davanti a Trapp, o avrebbe potuto servire Dovbyk, perché l’Eintracht continua a serrare in mezzo, lasciando spazi esterni da dove diventa importante mettere cross per l’ucraino.

Ranieri cambia, fuori Paredes e Saelemaekers che non gradiscono entrambi (dentro Cristante e Soulè, ma il belga è ammonito mentre l’argentino testimonia la sua determinazione e personalità. Toppmoller è ancora in partita, essendo lo scarto minimo, e sostituisce Larsson, Bahoya e Knauff, (cioè mediano, quinto,e punta esterna) con Mahmoud, Uzun e Nkounkou, cercando di essere pratico, senza perdere equilibrio, mentre Ranieri pesca il jolly con Shomurodov per Dovbyk (ora più veloci in ripartenza) al quale bastano due minuti per superare Trapp su imboccata di Soulè.

Col risultato in cassaforte è il momento di Pisilli per Dybala e Celik per Pellegrini, in un 3-5-2 con Shomurodov e Soulè davanti, che diventa un 5-4-1 in una fase difensiva che deve portare in porto il risultato, e con esso il meritato accesso ai Playoff di Febbraio.

Maurizio Rafaiani

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