«A Ora o mai più gli artisti ritrovano se stessi. Con la terapia dei geni ho superato ansia e stress. Gaffe di Capodanno? Ecco com’è andata»

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Ora o mai più è il programma di Rai 1 delle seconde possibilità. Artisti che hanno avuto un periodo di grande successo per poi ritrovarsi a un punto un po’ spento delle loro carriere stanno cercando di dare il meglio di sé all’interno dello show in onda il sabato sera. La trasmissione musicale è condotta da Marco Liorni, padrone di casa impeccabile e accogliente, sempre pronto ad ascoltare e sostenere concorrenti e coach. Il conduttore si è raccontato a Leggo.


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Qual è la parte più difficile di condurre un programma come questo?


«Ci sono personalità molto sensibili che, però, per carattere, vengono fuori in diversi modi perché c’è chi si difende, chi attacca, chi, invece, preferisce stare in disparte o anche chi è più competitivo. Non c’è una parte difficile, se non quella di tenere conto delle esigenze un po’ di tutti».


I concorrenti come stanno vivendo la competizione?


«Sta succedendo qualcosa all’interno del programma. Ci sono alcuni artisti che stanno avendo una seconda occasione con interviste, serate, ospitate. Altri si stanno ritrovando anche come persone. Ognuno di loro si sta davvero dando da fare e tutti stanno dando il loro apporto al programma».


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Nella gestione dello scambio tra Valerio Scanu e Donatella Rettore se l’è cavata benissimo.


«In quei frangenti è anche necessario valutare e dare il giusto peso alle cose. Quando Donatella dice “come ti permetti di dire queste cose” e Valerio risponde “non ce l’avevo con te”, secondo me, lì, la cosa è già stata chiarita».


A Capodanno, con Angelo Sotgiu dei Ricchi e Poveri, è stato protagonista di un episodio diventato virale sui social. Si era accorto di ciò che stava succedendo?


«Effettivamente questa cosa non è mai stata chiarita. Allora, molto semplicemente, il microfono era aperto, però, sul palco, non si sentiva quello che diceva Angelo e nemmeno le persone in piazza lo hanno sentito. In realtà, io non ho sentito assolutamente niente perché era alle mie spalle in mezzo a un grande fracasso e nemmeno ha capito che aveva il microfono acceso, perché sennò, non avrebbe mai detto quella frase. Ci sono arrivati anche dei video di persone presenti in piazza e non si sente mai la voce di Angelo, la mia si sente perché sono “diffuso”, quindi, quello che ha detto lui è una cosa che è andata in onda ma non in diffusione».

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Da ultrà della Roma, le è mai capitato di assistere a qualche disordine o rissa?


«Io andavo nel settore Cucs, che era il Commando ultrà della Curva Sud dove, tra l’altro, non si vedeva nemmeno bene la partita. Mi è successo di trovarmi al centro di un’invasione di campo che la Polizia aveva “caricato” e io mi sono ritrovato in mezzo alla folla. Tra l’altro, dopo quell’esperienza, mi è rimasto il trauma perché non puoi più controllare dove vai, segui la gente che ti porta chi sa dove e io soffro pure di claustrofobia, quindi, è stato un momento brutto! (Ride, ndr) Poi, mi ricordo che in Roma-Liverpool mi ritrovai in mezzo agli scontri e presi anche un calcio… però, non è che andavamo a fare a botte».


In passato ha dichiarato di aver sofferto di ansia e stress, forse in parte legati al rapporto con suo padre. Come li ha superati?

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«Il discorso non è proprio relativo a mio padre. Lui era orfano di guerra, aveva perso il papà a 8 anni.

Non ha avuto un modello genitoriale affettuoso e era molto severo. Questo mi ha fatto crescere tanto e io gli sono molto grato perché – insieme a mia madre – mi ha trasmesso valori importantissimi. Diciamo che sono cresciuto, fino a un certo punto della mia vita, con paure eccessive. In seguito, ho scoperto che i traumi dei genitori vengono trasmessi attraverso i geni, per cui io avevo delle reazioni – ad esempio, mi svegliavo di notte con una certa frenesia alle gambe – che non riuscivo a spiegarmi e che ho compreso con la meditazione dei geni». 

Di cosa si tratta?


«L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ndr) è una tecnica terapeutica veloce. Certe cose che sentivo derivavano da alcuni traumi di mio padre, da situazioni che aveva vissuto da piccolo, essendo un orfano di guerra. Ho superato tutto con la consapevolezza: risalivo al pensiero principale che poteva crearmi ansia o stress e imparavo a capirlo e a conviverci».


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Ha definito il rapporto con sua moglie Giovanna continuamente in crescita, cosa intende? 


«Abbiamo imparato e scoperto nel tempo, in mezzo a mille situazioni e a qualche crisi, che bisogna cercare di dirsi un po’ tutto, anche le cose che magari si vorrebbero non dire. Anche se alcune dinamiche della coppia poi non vengono risolte, almeno non sono pesi che ci si porta dietro. Questa è una “ricetta” che vale per me e mia moglie, poi ognuno trova la sua. Bisogna parlarsi tanto per capire per quale ragione una persona fa una cosa piuttosto che un’altra e dal confronto si può anche cambiare punto di vista».


Lei ha tre figli (Niccolò, Viola ed Emma, ndr). Che papà è Marco Liorni?


«Non saprei trovare un aggettivo preciso, direi che la cosa più importante è ascoltare ed esserci per i figli quando te lo chiedono perché, a volte, come genitori tendiamo un pochino a strabordare. Credo che sia importante creare una situazione di ascolto e non sfuggire sempre perché magari si ha da fare. No, cercare di stare con loro, anche in silenzio e formulare domande molto semplici, ad esempio “come stai?”, senza fare il terzo grado».

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A un certo punto della sua carriera era diventato “quello del GF”. Quando è arrivata la svolta?


«In realtà è arrivato prima Verissimo perché ho cominciato nel 1996 e, poi, nel 2000 arrivò il Grande Fratello dove lavorai come inviato ma, a un certo punto – dopo sette anni di reality – volevo fare qualcosa di diverso e quindi l’ho lasciato. C’è stato un periodo di 4 anni dove non sono riuscito a fare molto, però dopo, arrivò l’occasione de La Vita In Diretta. Ci fu un momento in cui sono stato sul punto di lasciare perché dopo 4 anni in cui vedi che non succede niente ti chiedi se sarà sempre così. Invece, poi, feci un programma in prima serata, che non ebbe seguito, ma che mi aprì nuove possibilità come “Estate in Diretta” e, appunto, “La vita in diretta”. Quando pensavo di mollare, le oppurtunità sono arrivate». 


Il Festival di Sanremo incombe, condurre dal palco dell’Ariston è un sogno nel cassetto?


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«Con Ora o mai più e anche dopo aver condotto il Capodanno, sto cominciando a conoscere il mondo della musica e mi piace molto. Su Sanremo tutti dicono “speriamo un domani” e anche io lo dico, però, il Festival è anche tanta direzione artistica. Io, ora, mi voglio concentrare sui progetti come “Ora o mai più” e, magari, un giorno, capiterà anche Sanremo. Sono molto contento di tutte le esperienze che sto facendo e che ho fatto: infotainment, i quiz, i reality…». 




Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Febbraio 2025, 05:00



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