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Affitti case popolari, rivolta contro i rincari: da destra e sinistra bordate alla Regione

In Campania esplode la rivolta degli inquilini delle case popolari. Gli aumenti decisi dalla Regione rischiano di creare un forte contraccolpo sociale. La questione è arrivata sia in consiglio regionale e, a breve, anche in Parlamento. Da destra e da sinistra sono partite le bordare nei confronti della Regione Campania.

Sinistra infuriata. “L’aumento fino al 180% delle pigioni per gli alloggi popolari in Campania è un colpo durissimo per migliaia di famiglie, già piegate dalla crisi e dal caro vita. Parliamo di case spesso fatiscenti, dove la manutenzione è inesistente da decenni e dove chi ci abita riesce a sopravvivere solo perché il canone era accessibile. Ora la Regione, invece di garantire un piano di riqualificazione e manutenzione, sceglie di scaricare tutto sulle spalle di chi ha meno. È una decisione inaccettabile e profondamente ingiusta.” Lo dichiara Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra Italiana Campania, commentando “gli aumenti delle pigioni per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP), che stanno mettendo in ginocchio migliaia di assegnatari” le parole del segretario regionale di Sinistra Italiana. “Nella maggior parte dei casi – prosegue Scala – si tratta di famiglie monoreddito, che riescono ad andare avanti proprio perché il costo dell’affitto è basso. Parliamo di lavoratori precari, pensionati al minimo, disoccupati, persone che già lottano ogni mese per arrivare a fine mese. Un rincaro di questa portata rischia di condannarli all’indigenza o, peggio ancora, di spingerli fuori dalle loro case.” Sinistra Italiana Campania denuncia inoltre lo stato di degrado in cui versano molte delle abitazioni ERP: umidità, infiltrazioni, ascensori rotti, impianti elettrici obsoleti, strade dissestate e spazi comuni abbandonati. “Come si può chiedere un aumento così spropositato per alloggi che, in molti casi, cadono a pezzi? Dove sono gli interventi di manutenzione che gli inquilini aspettano da anni? La Regione Campania si assuma le proprie responsabilità: prima di pretendere un adeguamento dei canoni, garantisca condizioni di vita dignitose per le famiglie” le parole di Tonino Scala, ex consigliere regionale e provinciale. Sinistra Italiana Campania chiede quindi l’immediata sospensione degli aumenti, l’apertura di un tavolo di confronto con i sindacati degli inquilini e un piano straordinario di manutenzione e riqualificazione del patrimonio ERP. “Non si può fare cassa sulla pelle dei più deboli. Questi aumenti vanno fermati subito. Non permetteremo che la Regione abbandoni le fasce più fragili della popolazione, scaricando su di loro il peso delle proprie inefficienze” l’atto d’accusa del partito che, da diversi mesi ormai, sta chiedendo anche un tavolo per il centrosinistra alle Regionali.

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Lega all’attacco. “Dal primo gennaio, in base a una discutibile e inquietante delibera della Giunta De Luca, l’Acer ha moltiplicato all’improvviso il canone di fitto per gli inquilini delle case popolari di proprietà della Regione, utilizzando un parametro contrario a ogni logica e morale. Il risultato è che, dalla fine di questo mese, pensionati, dipendenti a basso reddito, disoccupati e persone con disabilità (questa è nella stragrande maggioranza dei casi, la platea degli assegnatari degli alloggi di edilizia popolare) avranno enorme difficoltà a pagare il canone, in alcuni casi aumentato anche del 400%” afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania sul tema del canone aumentato. “Il tutto per continuare a vivere nel degrado di palazzoni che spesso cadono a pezzi, con ascensori guasti, servizi comuni inesistenti, infiltrazioni d’acqua e a volte, addirittura, amianto a vista. È questa l’idea di politica abitativa delle sinistre di questa regione? Fare cassa sulla pelle delle fasce deboli per poi magari sperperare gli introiti in misure clientelari?” continua il capogruppo della Lega, Nappi. “Per questo motivo ho presentato apposita interrogazione consiliare per sapere se il presidente della Giunta regionale intenda intervenire: con l’immediata sospensione, da parte dell’Acer, delle richieste di pagamento dei canoni maggiorati; con la revoca della delibera di Giunta che ha innescato detti spropositati aumenti; con la richiesta formale all’Acer di provvedere all’immediata ricognizione del suo intero patrimonio immobiliare perché si effettuino le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria necessarie” conclude l’avvocato Severino Nappi. Un tema che coinvolge tutti i quartieri popolari che sorgono sia a Napoli che nell’area metropolitana. Si tratta di abitazione di edilizia residenziale pubblica che, da sempre, sono nel mirino da parte degli inquilini a causa del fatto che non vengono fatti investimenti per la soluzione delle tante emergenze che le investono. Dunque, anche la notizia dell’aumento del canone per gli inquilini mette sicuramente in allarme la fascia dei residenti in affitto.

L’accusa dei grillini. “In Italia c’è un’emergenza casa completamente ignorata dal governo. Secondo gli ultimi dati dell’ANCE ben 10 milioni di italiani non possono permettersi l’acquisto di una prima casa, mentre oltre 80.000 case popolari sono inutilizzate o inagibili. Metà della popolazione italiana inoltre usa la metà o addirittura i 2/3 del loro stipendio per pagare la rata di un mutuo o l’affitto. L’Unione europea deve accelerare e dare il proprio contributo per calmierare il mercato e non trasformare la ricerca di una casa in un sogno impossibile per i giovani. Basta chiacchiere, contano i fatti”, così in una nota Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle al termine della tavola rotonda sull’housing che si è tenuta al Parlamento europeo organizzata da Pierfrancesco Maran con il Commissario alla casa Dan Jørgensen e la rete di amministratori e associazioni per la casa.



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