Al-Jolani si fa presidente, celebrato dai filo-turchi

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La Repubblica Araba Siriana ha ufficialmente un nuovo presidente, Ahmed al-Sharaa, noto anche come Abu Mohammad al-Jolani, proclamato al culmine di una conferenza tenutasi mercoledì.
Come riporta l’agenzia statale Sana la rivoluzione siriana, iniziata nel 2011, è stata ora dichiarata vittoriosa, con l’8 dicembre fissato come festa nazionale.

La Costituzione è stata abolita e le leggi eccezionali revocate. Il parlamento sciolto insieme a tutte le sue commissioni, così come l’esercito e le agenzie di sicurezza governative. Anche il Partito Ba’ath, unico protagonista della scena politica siriana degli ultimi decenni, è stato sciolto con tutte le sue organizzazioni e istituzioni, comprese quelle collegate al Fronte nazionale progressista, di cui è stata dichiarata proibita la rifondazione sotto qualsiasi forma.

Pochi giorni prima Jolani aveva incontrato a Damasco l’alto diplomatico russo Mikhail Bogdanov nella prima visita ufficiale russa in Siria dalla caduta del regime. Al-Shaara ha chiesto l’estradizione di Bashar Assad. Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha rifiutato di rispondere a Sana sulla possibilità che la Russia lo consegni e paghi un risarcimento, come richiesto dal governo ad interim.

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IN QUESTA FASE di transizione, al-Sharaa ha detto di voler formare un consiglio legislativo con il compito di guidare la Siria verso l’adozione di una nuova Costituzione. Ancora una volta l’Amministrazione autonoma democratica della Siria del nord-est (Daanes) e le Forze siriane democratiche (Sdf) non sono state invitate. «La Siria è ora controllata da Hts, un’affiliata di al-Qaeda gestita da un jihadista che ha ballato per le strade l’11 settembre ed è responsabile dell’uccisione di molti soldati americani», ha affermato Tulsi Gabbard, la candidata a direttrice dell’intelligence di Trump, che sulla presenza di truppe in Siria si limita ad affermare che «una decisione verrà presa».

Intanto, secondo una nota dell’Eliseo, giovedì il presidente francese Macron ha rinnovato il sostegno alle Sdf e discusso dell’integrazione dei curdi nel dialogo nazionale siriano in una telefonata con il presidente della regione del Kurdistan, Nechirvan Barzani, aggiungendo che questa sarà la posizione francese nella Conferenza sulla Siria di Parigi, programmata per il 13 febbraio e organizzata dal ministero degli esteri francese.

«È sorprendente che Abu Hatem Shaqra, che figura nella lista delle sanzioni statunitensi, abbia parlato alle celebrazioni della “vittoria” per l’elezione di Ahmed al-Sharaa a presidente – commenta in un post su X il Partito di Unione Democratica (Pyd) attivo nel nord-est – Shaqra e la milizia Ahrar al-Sharqiya affiliata all’Esercito nazionale siriano (Sna) sono stati sanzionati per reati tra cui il traffico di donne e bambine ezide e per il brutale assassinio della politica curda Hevrin Khalaf durante l’invasione turca del 2019».

Shaqra non è l’unica presenza scomoda all’insediamento di al-Jolani: tra i partecipanti figurano il signore della guerra Abu Amsha, leader della divisione Sultan Suleiman Shah; Fahim Issa, leader di Sultan Murad; e Sayf Abu Bakr, capo della Divisione Hamza. Tutti inquadrati nell’Sna e tutti sottoposti a sanzioni per responsabilità dirette in crimini di guerra nelle regioni di Afrin, Serekaniye e Gire Spi.

LE FAZIONI in questione sono protagoniste degli scontri in corso sul fiume Eufrate, mentre i bombardamenti turchi contro le aree della Daanes continuano a mietere vittime. Solo nell’ultima settimana sono 16 i civili uccisi: Il 27 gennaio, l’artiglieria turca ha colpito il villaggio di al-Jamas, provocando la morte di tre civili, tra cui due bambini. Pochi giorni dopo, un attacco a Umm Harmalah ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre nove.

Il 29 gennaio un drone turco ha centrato una casa a Kobanê, uccidendo due civili e ferendone uno mentre, a pochi chilometri dalla città, droni turchi colpivano il mercato popolare della città di Sarrin, uccidendo otto civili e ferendone 20. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani a oggi sono 51 le vittime civili, tra cui quattro bambini e sei donne, a causa di attacchi aerei turchi sul presidio alla diga Tishreen. In particolare, Human Rights Watch chiede ad Ankara di indagare sull’attacco contro un’ambulanza della Mezzaluna Rossa curda avvenuto il 18 gennaio in quanto «apparente crimine di guerra».

A PRENDERE parola, riporta Afp, sono 65 tra scrittori, intellettuali e cineasti siriani che in una lettera ad al-Jolani chiedono «il ripristino delle libertà fondamentali, libertà di assemblea, parola e credo» e «una costituzione che garantisca libertà e dignità per tutti i cittadini, donne e uomini», senza l’imposizione di regole su cibo, abbigliamento, usi. Tra i firmatari gli scrittori Farouk Mardam-Bey, Samar Yazbeck e Mustafa Khalifa e i cineasti Hala Abdallah e Waad al-Kateab.



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