C’è chi vive con la paura che il soffitto, prima o poi, gli crolli in testa. O che un balcone, già transennato perché pericolante, possa cadere da un momento all’altro. Ci sono famiglie che si ritrovano in mano bollette da mille, duemila euro in un colpo solo, quando pagano 50 euro d’affitto e hanno redditi minimi, se non addirittura inesistenti.
A Settimo Torinese succede anche questo, nel cuore delle cosiddette “case dell’Arco” di via Petrarca 37 (più nota ai residenti come via Ariosto), in un groviglio di disservizi e rabbia che nessuno sembra voler davvero ascoltare.
Qui vive gente reale, persone che si dannano l’anima ogni giorno per arrivare a fine mese, e che ora dicono “basta”. Lo dicono in tanti, tra cui Maurizia Olivero e Battistina Foi, che si sono fatte portavoce di un comitato spontaneo. Lo ribadisce con passione anche Giuseppe Manciameli, che da 42 anni abita in via Foglizzo e, come altri, si sente da tempo abbandonato: la battaglia per una vita più dignitosa la combatte non solo per sè, ma per tutti i settimesi che si trovano in situazioni di difficoltà.
Da sinistra: Giuseppe, Battistina e Maurizia
Sono oltre 90 gli alloggi in via Petrarca 37, costruiti a partire dagli anni ’30 e mai davvero ristrutturati. Tetti che perdono, tubi che si rompono, muffa che sbuca da ogni angolo. E poi i balconi, alcuni messi così male che un qualsiasi passante rischia di farsi male sul serio. La sindaca di Settimo, Elena Piastra, ha firmato tre ordinanze per obbligare i proprietari, ATC compresa, a mettere in sicurezza quelle parti pericolanti. Eppure, denunciano i residenti, non è cambiato nulla. Passano i mesi, i frontalini restano rotti, i cornicioni continuano a sgretolarsi e ogni tanto qualcuno raccoglie i calcinacci da terra, con il terrore che prima o poi succeda una tragedia vera.
Come se non bastasse, si è scoperto un debito monstre nei confronti della SMAT, l’azienda che gestisce la rete idrica. “Un’enormità”, dicono alcuni, che oggi rischia di strangolare chi abita qui con richieste di denaro impossibili da sostenere.
“Sapevamo che la gestione dell’amministratore, dal 2013 al 2022, potesse essere stata un po’ ‘leggera’, ma non pensavamo fino a questo punto”, raccontano Maurizia e Battistina. E così si passa dalla paura di vedersi i balconi cadere addosso alla prospettiva di perdere anche la casa, perché se non paghi queste cifre assurde ti mettono in morosità.
La muffa in uno dei bagni delle case dell’Arco
“A me è arrivata un’ingiunzione di quasi 2mila euro – spiega un’inquilina – mentre pago 50 euro d’affitto: come faccio?”. E c’è anche chi supera i 3mila, 4mila euro, senza un lavoro stabile, con figli piccoli o con una pensione ridicola. “Siamo esseri umani, non bestie a cui togliere l’acqua. Siamo al limite”.
In tanti puntano il dito contro l’ATC: “Questi alloggi popolari sono suoi, o comunque li gestisce. Come ha fatto a non accorgersi di nulla, a non intervenire quando l’amministratore non pagava SMAT e non faceva i lavori?”. E anche il Comune finisce nel mirino: “Siamo a Settimo, ma è come se fossimo un altro pianeta. Vengono, fanno foto, promesse, poi spariscono. Intanto i balconi restano puntellati, i tubi rotti e i nostri bambini crescono in case dove piove dentro”.
Paradossalmente, sulla zona di via Foglizzo (di cui fa parte Borgo Nuovo) la sindaca ha lanciato l’idea di abbattere e ricostruire a prezzi agevolati. “Ma noi non vogliamo favole, né cattedrali nel deserto. Vogliamo manutenzioni vere, e vogliamo pagarle il giusto, senza trovarci debiti accumulati che non ci competono”, sbotta Manciameli.
Di fronte a questa situazione si è formato un comitato spontaneo, che ha già preso contatti con altri residenti di Torino (Falchera, Barriera) e di altri comuni per una protesta davanti alla Prefettura. “Non vogliamo mettere a ferro e fuoco la città, ma vogliamo alzare la voce: è l’unico modo per farci ascoltare”.
L’ultima speranza è che il nuovo presidente dell’ATC, nominato dalla Regione, scenda davvero in strada a toccare con mano questa realtà. “Che venga a vedere i buchi nei soffitti, i balconi transennati da anni, i conti condominiali in rosso fisso. E che si renda conto che la gente qui paga e ha diritto almeno a un tetto che non perda, a un wc che scarichi, a un impianto elettrico a norma”.
Il caso delle palazzine di via Petrarca 37 è molto simile a quello del quartiere Borgo Nuovo, finito recentemente nel mirino delle telecamere di Carta Bianca, la trasmissione di Bianca Berlinguer. “Non lo facciamo per compassione o per chiedere l’elemosina in tv – ribadiscono gli inquilini – ma per urlare una volta di più che anche qui ci sono famiglie, anziani, disabili, persone con un cuore che batte, non fantasmi nel nulla. Esseri umani che non meritano case da incubo e un condominio prossimo al collasso”.
Sopra tutto, un grido risuona: “Vogliamo dignità”. Basta balconi cadenti e conti sballati. Basta indifferenza di chi, invece, avrebbe il dovere di tutelare il diritto a un’abitazione sicura e a spese trasparenti. Settimo non è terra di nessuno. E chi ci abita non vuole più sentirsi cittadino di serie B.
Le condizioni in cui si trovano le “case dell’Arco”:
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