Come separarsi o divorziare senza spendere nulla?

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Separazione e divorzio in Comune, con negoziazione assistita degli avvocati o in tribunale: qual è la soluzione più economica per i coniugi?

Un lettore pone il seguente quesito: «Io e mia moglie abbiamo deciso di separarci consensualmente. Abbiamo una figlia di 11 anni. Vorremo sapere come procedere legalmente con la separazione riducendo al massimo i costi». La domanda può essere efficacemente sintetizzata nel seguente modo: come separarsi o divorziare senza spendere nulla?

Come diremo, la legge mette a disposizione diversi strumenti giuridici a favore dei coniugi che intendono separarsi o divorziare, a cominciare dalla dichiarazione resa innanzi all’ufficiale di stato civile del Comune sino al ricorso giudiziario, passando per una convenzione stipulata con l’assistenza dei rispettivi avvocati. Analizziamo nel dettaglio ogni soluzione, partendo dalla più economicamente conveniente per i coniugi che vogliono separarsi o divorziare senza spendere nulla – ovvero spendendo poco.

Come separarsi o divorziare in Comune senza spendere nulla?

La legge consente di separarsi e di divorziare con una dichiarazione resa innanzi all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza. Allo stesso modo è altresì possibile modificare le pregresse condizioni della separazione o del divorzio.

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Poiché non occorre l’assistenza degli avvocati, separarsi o divorziare in Comune non costa praticamente nulla: l’unica spesa è rappresentata da 16 euro per il bollo da apporre sulla dichiarazione.

Non è possibile separarsi o divorziare in Comune se i coniugi hanno figli minorenni oppure maggiorenni ma portatori di handicap o economicamente non autosufficienti.

L’accordo non può contenere patti di trasferimento patrimoniale, mentre è possibile prevedere l’obbligo di pagamento di un assegno periodico a carico di uno dei coniugi.

Innanzi all’ufficiale di stato civile viene quindi sottoscritto l’accordo di separazione o divorzio; trascorsi almeno trenta giorni dalla firma, entrambi i coniugi si dovranno ripresentare davanti allo stesso per confermare il primo accordo.

Negoziazione: ci si può separare senza spendere nulla?

È possibile separarsi o divorziare raggiungendo un accordo sottoscritto dalle parti e dai rispettivi avvocati: si tratta della convenzione di negoziazione assistita (art. 6, legge 10 novembre 2014, n. 162).

Allo stesso è anche possibile modificare le pregresse condizioni della separazione o del divorzio.

A differenza della separazione e del divorzio in Comune, la procedura di negoziazione assistita è accessibile anche nell’ipotesi in cui i coniugi abbiano figli minorenni oppure maggiorenni ma portatori di handicap o economicamente non indipendenti.

In questi casi, l’accordo deve essere trasmesso entro 10 giorni al pubblico ministero per la sua ratifica; se non è rispondente all’interesse dei figli, entro cinque giorni il procuratore lo trasmette al presidente del tribunale, che entro i successivi trenta chiede la comparizione delle parti per gli opportuni chiarimenti.

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In assenza di figli che si trovino nelle situazioni anzidette, l’accordo consensuale deve essere ugualmente trasmesso al pubblico ministero il quale, se non individua irregolarità, comunica agli avvocati il proprio nullaosta.

Entro dieci giorni gli avvocati devono trasmettere all’ufficiale dello stato civile del Comune dove è stato celebrato il matrimonio la copia, autenticata, dell’accordo corredato dal nullaosta, pena una sanzione amministrativa pecuniaria in caso di ritardo.

L’accordo di negoziazione assistita è del tutto equiparabile alla sentenza di separazione o di divorzio del giudice, anche per ciò che riguarda le regole dell’affido dei figli, il mantenimento e il trasferimento di beni immobili.

Gli avvocati che assistono i coniugi nella separazione o nel divorzio con negoziazione assistita hanno sempre diritto al compenso: trattandosi di una procedura facoltativa, non c’è diritto all’ammissione al patrocinio a spese dello Stato (art. 11-bis, legge 10 novembre 2014, n. 162; Cass., 9 febbraio 2023 n. 3888).

Come separarsi o divorziare in tribunale senza spendere nulla?

È infine possibile separarsi o divorziare in tribunale, chiedendo al giudice di omologare l’accordo eventualmente raggiunto dai coniugi.

Separazione e divorzio in tribunale non hanno limiti, per cui vi si può ricorrere in qualsiasi circostanza, anche in presenza di figli minorenni.

A differenza della negoziazione assistita, i coniugi non abbienti possono chiedere l’ammissione al gratuito patrocinio, così da non dover pagare l’avvocato.

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Se la separazione e il divorzio sono consensuali, è possibile che i coniugi si facciano assistere da un solo avvocato.

Come separarsi o divorziare senza spendere nulla o quasi?

Alla luce di quanto detto sinora, possiamo affermare che è possibile separarsi o divorziare senza spendere nulla (o quasi) solo se ricorrono le condizioni per la procedura davanti all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza.

In alternativa, i coniugi con un reddito non elevato possono rivolgersi al tribunale e chiedere che l’avvocato sia pagato dallo Stato mediante l’ammissione al gratuito patrocinio.

La procedura di negoziazione assistita è economicamente conveniente quando i coniugi vogliono separarsi o divorziare di comune accordo e non posseggono i requisiti per l’ammissione al gratuito patrocinio: la parcella dell’avvocato, infatti, è sicuramente più ridotta rispetto all’onorario previsto per una procedura giudiziaria in tribunale.



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