Mercoledì 12 febbraio 2025 l’Aula Spallanzani di Kosmos ospiterà una sessione di interventi a cura di ricercatori e docenti universitari per ragionare su diversi aspetti dell’evoluzione. L’evento si colloca anche in coda alla Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM), indetta dal Ministero dell’Università e della Ricerca nei giorni 4-11 febbraio 2025.
A partire dalle ore 9.00 fino alle ore 13.00 l’evento, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente e con il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Lazzaro Spallanzani” dell’Università di Pavia, sarà liberamente accessibile al pubblico. Saranno presenti in aula anche gli allievi dei licei scientifici della città e gli studenti universitari dei corsi scientifici.
Aprirà i lavori Paolo Mazzarello, docente all’Università di Pavia, in qualità di presidente del Sistema Museale di Ateneo e di direttore di Kosmos. “Quando a Pavia si iniziò a parlare di Darwin” è il titolo dell’intervento di Mazzarello, autore anche del recente volume “Il darwinista infedele. Lombroso e l’evoluzione”, che indagherà il darwinismo in ambito medico, con Cesare Lombroso e Paolo Mantegazza. Si tratterà, accanto a loro, anche di altri ricercatori pavesi e scienziati formatisi a Pavia, tra cui Filippo De Filippi, il primo a divulgare concretamente le teorie di Darwin in Italia.
Alle 9.30 sarà la volta di Ausonio Ronchi, docente all’Università di Pavia, attivo in ricerche di bio-crono stratigrafia e sedimentologia ed esperto di Permiano, e di Lorenzo Marchetti, ricercatore in paleontologia e stratigrafia al Museum für Naturkunde di Berlino. Nella loro relazione “La vita 280 milioni di anni fa. La Val d’Ambria, un sito eccezionale per ricostruire la vita nel Permiano” argomenteranno sul sito recentemente scoperto nel sondriese, che ha consentito di confermare la ricchezza paleontologica delle rocce del Permiano dell’area Sudalpina, già riconosciuta a livello mondiale.
Alle 10.15 parlerà David Caramelli, antropologo dell’Università di Firenze ed esperto di analisi del DNA antico e degradato per ricerche archeologiche e paleontologiche. A Pavia presenterà “Il DNA antico sfida le narrazioni archeologiche dei calchi in gesso di Pompei”: il DNA, estratto dai resti scheletrici intrappolati nei calchi di gesso dei corpi sepolti sotto la cenere del Vesuvio, ha portato a una revisione significativa della loro storia, mostrando l’intreccio di culture diverse presenti nell’Impero Romano e aiutandoci a comprendere anche le vite e i comportamenti delle vittime dell’eruzione del Vesuvio.
Dopo la pausa caffè, i lavori riprenderanno alle 11:30 con Mariagrazia Portera dell’Università di Firenze che, occupandosi di Estetica e storia dell’Estetica, proporrà “Belle e impossibili? Estetica e biologia da Darwin alle strategie contemporanee di tutela della biodiversità”. Partendo da una famosa lettera di Darwin su una piuma di pavone, Portera ragionerà sul ruolo della bellezza nel mondo naturale, indagando il rapporto tra estetica e biologia e in particolare il ruolo dell’estetico e della bellezza nelle strategie di tutela della biodiversità a rischio.
DARWIN DAY
MUSEO KOSMOS – AULA SPALLANZANI
Pavia, Piazza Botta 9
MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2025
PROGRAMMA
Ore 9.00 Paolo Mazzarello “Quando a Pavia si iniziò a parlare di Darwin”
Il precoce impatto delle teorie darwiniane nel mondo medico pavese è argomento poco conosciuto e solo in parte esplorato. Da ricerche fatte recentemente risulta che i primi ad applicare concretamente a Pavia le idee di Charles Darwin all’interpretazione dei fenomeni naturali furono Cesare Lombroso e Paolo Mantegazza. Accanto a loro troviamo altri ricercatori pavesi e alcuni scienziati che avevano avuto la loro formazione a Pavia, come Filippo De Filippi, il primo a divulgare concretamente le teorie di Darwin in Italia.
Paolo Mazzarello: è professore ordinario di Storia della medicina all’Università degli Studi di Pavia dove presiede il Sistema Museale di Ateneo e dirige Kosmos, il museo di Storia naturale dell’Università di Pavia. È membro effettivo dell’Istituto Lombardo – Accademia di Scienze e Lettere e dell’Academia Europaea (The Academy of Europe). Autore di molte pubblicazioni scientifiche, ha scritto anche numerosi libri tra cui “Il darwinista infedele. Lombroso e l’evoluzione” pubblicato da Hoepli.
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Ore 9.30 Ausonio Ronchi e Lorenzo Marchetti “La vita 280 milioni di anni fa. La Val d’Ambria, un sito eccezionale per ricostruire la vita nel Permiano”
Il sito recentemente scoperto della Val d’Ambria (SO) ha consentito di confermare la grandissima ricchezza paleontologica delle rocce del Permiano dell’area Sudalpina, già riconosciuta a livello mondiale. Impronte fossili di vertebrati ed invertebrati e piante fossili che popolavano questi luoghi hanno permesso di aprire un’incredibile finestra sull’evoluzione della vita di 280 milioni di anni fa, in un contesto di riscaldamento globale analogo all’attuale.
Ausonio Ronchi: professore ordinario all’Università di Pavia svolge ricerche di bio-crono stratigrafia e sedimentologia sulle sequenze continentali dal Carbonifero al Triassico di aree italiane (Sardegna, Alpi meridionali) ed estere (Bulgaria, Francia, Spagna, Marocco, Sud Africa e Patagonia Argentina). È autore di numerose pubblicazioni ed è voting Member della Sottocommissione di stratigrafia del Permiano (SPS).
Lorenzo Marchetti: laureato e dottorato all’Università degli Studi di Padova, è un ricercatore in paleontologia e stratigrafia al Museum für Naturkunde di Berlino. La sua ricerca è focalizzata su icnofaune del Paleozoico e del Mesozoico, con speciale enfasi sugli amnioti. Ha studiato collezioni museali ed universitarie ed affioramenti in Europa, Africa, Nord America e Sud America. Ha pubblicato oltre 130 contributi ed è editor delle riviste Paleontology e Papers in Paleontology.
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Ore 10.15 David Caramelli “Il DNA antico sfida le narrazioni archeologiche dei calchi in gesso di Pompei”
L’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. causò la sepoltura degli abitanti di Pompei sotto depositi di cenere. L’analisi del DNA antico, estratto dai resti scheletrici intrappolati nei calchi di gesso di quei corpi, ha portato a una revisione significativa della loro storia. Le prove del DNA, infatti, mostrano che i sessi e le relazioni familiari degli individui non corrispondono alle interpretazioni tradizionali, sottolineando l’intreccio di culture presenti nell’Impero Romano. I dati genetici, insieme ad altri approcci archeologici, offrono l’opportunità di approfondire la nostra comprensione delle vite e dei comportamenti delle persone che furono vittime dell’eruzione del Vesuvio.
David Caramelli: professore ordinario di Antropologia all’Università di Firenze e Presidente del Sistema Museale di Ateneo. La sua ricerca si rivolge all’analisi sul DNA antico e degradato per ricerche archeologiche e paleontologiche, con particolare attenzione all’uomo di Neanderthal e alla struttura genetica dell’Italia e dell’Europa. Nel 2015, ha estratto il più antico campione di DNA di Neanderthal mai trovato. Anche le popolazioni etrusche e la civiltà nuragica sono state punti focali delle sue ricerche. Nel 2024 è stato insignito del premio Internazionale “Fabio Frassetto” per l’Antropologia dall’Accademia dei Lincei.
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Ore 11.30 Mariagrazia Portera “Belle e impossibili? Estetica e biologia da Darwin alle strategie contemporanee di tutela della biodiversità”
In una famosa lettera ad Asa Gray del 1860, Charles Darwin scriveva che già la sola vista di una piuma di pavone – così bella, così appariscente… ma anche così (apparentemente) complicata da spiegare in termini di selezione naturale – lo faceva star male. Qual è il ruolo della bellezza nel mondo naturale? A che cosa serve? Il senso estetico è solo nostro – di noi esseri umani – oppure lo condividiamo con altre specie? E come stanno le cose oggi, in un tempo in cui la natura che ci circonda è anzitutto natura a rischio, da tutelare e conservare? Questo intervento intende mettere a tema la questione del rapporto tra estetica e biologia, concentrandosi in particolare sul ruolo dell’estetico e della bellezza nelle contemporanee strategie di tutela della biodiversità a rischio.
Mariagrazia Portera: professoressa Associata di Estetica presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. Si occupa di storia dell’estetica, soprattutto in area tedesca e inglese, e di approcci interdisciplinari all’estetica, in particolare di estetica evoluzionistica, estetica della biodiversità, ed estetica ambientale. Collabora con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e coordina un’Unità di ricerca su temi di Environmental Humanities, cioè approcci umanistici alla crisi socio-ecologica.
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Ore 12.15 Piero (Papik) Genovesi “Invasioni biologiche: impatti negativi e positivi delle specie aliene sulla società umana”
Da sempre piante e animali trasportati dall’uomo giocano un ruolo chiave nello sviluppo delle comunità, influenzando la nostra alimentazione, i paesaggi, la vita dei popoli, e in alcuni casi causando impatti negativi. Lezioni dal passato possono farci capire come gestire in futuro il fenomeno delle invasioni biologiche.
Piero Genovesi: responsabile per l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) della conservazione della fauna e del monitoraggio della biodiversità, presiede il gruppo specialistico dell’IUCN sulle specie invasive. Ha pubblicato oltre 200 articoli scientifici e libri; dal 2018 al 2022 è stato inserito nella lista degli Highly Cited Researchers. Attivo nella divulgazione, nel 2024 ha scritto il libro “Specie Aliene”, pubblicato da Laterza.
Maggiori informazioni sul sito e sulla pagina facebook del Museo
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