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Molti contribuenti potrebbero vedere cancellato il loro debito con il Fisco già da gennaio 2025, cosa sta succedendo
Se hai contratto debiti con il Fisco hai la possibilità di rateizzare la cifra. Dal 2025, i contribuenti in difficoltà economica potranno beneficiare di piani di rateizzazione più lunghi per il pagamento dei debiti fiscali. Grazie al decreto del 27 dicembre 2024, che ha dato attuazione alla riforma della Riscossione, è ora possibile dilazionare i pagamenti fino a dieci anni, semplificando le procedure di richiesta.
Questa misura rappresenta un’opportunità per coloro che non riescono a saldare i propri debiti in tempi brevi, permettendo di distribuire l’onere fiscale su un periodo più ampio e sostenibile. Per i contribuenti con debiti fino a 120.000 euro, la rateizzazione sarà accessibile con una semplice dichiarazione di difficoltà economica, senza bisogno di ulteriore documentazione.
Le richieste presentate nel 2025 e 2026 potranno ottenere un piano di pagamento fino a 84 rate mensili. Questa soglia sarà progressivamente ampliata negli anni successivi: fino a 96 rate per richieste tra il 2027 e il 2028 e fino a 108 rate per richieste dal 2029 in poi. Questo meccanismo permette di adattare il piano di rientro alle esigenze del contribuente, offrendo maggiore flessibilità nella gestione dei pagamenti. Per i debiti oltre i 120.000 euro, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione concede una dilazione più lunga, ma solo previa documentazione della temporanea difficoltà economico-finanziaria.
La concessione della rateizzazione dipenderà dalla valutazione della situazione economica del contribuente. Per le persone fisiche e i titolari di ditte individuali in regime fiscale semplificato, sarà considerato l’ISEE, mentre per le imprese verranno utilizzati l’Indice di liquidità e l’Indice Alfa
Debiti e prescrizione: cosa cambia nel 2025
Ma c’è anche chi vedrà estinguere il suo debito. Nel 2025, molti contribuenti potrebbero vedere la loro situazione debitoria alleggerirsi o addirittura azzerarsi grazie alla prescrizione di alcune cartelle esattoriali. La prescrizione, infatti, è un meccanismo legale che estingue il diritto del creditore a riscuotere un debito se non sono stati compiuti atti di recupero nei termini previsti dalla legge. Tuttavia, parallelamente, le normative per il recupero forzoso dei debiti sono diventate più severe, con procedure più rigide per chi non paga. Alcune categorie, come i nullatenenti senza reddito e chi rientra nella Legge Salva Suicidi, godono comunque di tutele che impediscono il pignoramento dei loro beni essenziali.
Le cartelle esattoriali si prescrivono in tempi diversi a seconda del tipo di tributo. Alcuni debiti, come il bollo auto, si prescrivono in tre anni: ad esempio, quelli non pagati nel 2021 diventeranno inesigibili nel 2025. Altri, come IMU, TARI, contributi INPS e multe stradali, hanno un termine di prescrizione di cinque anni, il che significa che i debiti risalenti al 2020 non potranno più essere riscossi nel 2025. Infine, tributi come IRPEF, IVA e canone RAI si prescrivono in dieci anni, quindi le somme non pagate nel 2015 diventeranno non più recuperabili entro quest’anno.
Come verificare la propria situazione debitoria
Per sapere se un debito è ancora esigibile, è possibile accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e consultare l’estratto conto nell’area riservata, utilizzando SPID, CIE o CNS. Qui è possibile visualizzare lo stato delle proprie cartelle esattoriali e verificare se sono state notificate richieste di pagamento negli ultimi anni. Se il contribuente non ha ricevuto alcuna comunicazione o atto di recupero entro il termine di prescrizione, il debito potrebbe risultare estinto. Tuttavia, in caso contrario, sarà ancora necessario provvedere al saldo o concordare un piano di rateizzazione con l’ente di riscossione.
È importante ricordare che la prescrizione di una cartella esattoriale non avviene in automatico. Se l’Agenzia delle Entrate ha inviato solleciti di pagamento o ha avviato procedure di recupero, il termine di prescrizione potrebbe essere interrotto e ripartire da capo. Per questo motivo, chi ritiene di avere debiti ormai prescritti dovrebbe sempre verificare lo storico delle notifiche e, se necessario, contestare eventuali richieste di pagamento ingiustificate. Conoscere i propri diritti e i tempi di prescrizione è essenziale per evitare di pagare somme che non sono più dovute.
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