La guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti rappresenta uno dei principali fattori di rischio per la sicurezza stradale. Il legislatore italiano è intervenuto recentemente con una serie di modifiche agli articoli 186 e 187 del Codice della Strada, introducendo disposizioni più severe e mirate a rafforzare la sicurezza stradale e a promuovere comportamenti più responsabili da parte dei conducenti. In questo articolo analizzeremo le novità normative, il loro impatto sui conducenti e i comportamenti che questi ultimi dovranno adottare per evitare pesanti conseguenze.
Articolo 186: Guida in stato di ebbrezza
L’articolo 186 disciplina la guida in stato di ebbrezza, differenziando le sanzioni in base al livello di alcol nel sangue (il c.d. tasso alcolemico) riscontrato nel conducente. Le modifiche principali riguardano:
- Abbassamento dei limiti di tasso alcolemico per alcune categorie: Per i neopatentati (con patente conseguita da meno di tre anni) e per i conducenti professionali (autisti di autobus, taxi, veicoli adibiti al trasporto di merci pericolose, ecc.), il limite di tolleranza è stato ridotto a 0,0 g/l. Questo implica una totale incompatibilità tra il consumo di alcol e la guida per tali categorie.
- Inasprimento delle sanzioni amministrative e penali: Per chi supera i limiti consentiti (0,5 g/l per i conducenti ordinari), le sanzioni sono state aumentate in maniera significativa. Ad esempio:
- Per un tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l, si applica una multa maggiorata (ora compresa tra 800 e 3.200 euro), la sospensione della patente fino a 12 mesi e l’attribuzione di 10 punti di penalità sulla patente.
- Per un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, si rischia la revoca della patente, una multa fino a 9.000 euro e la confisca del veicolo.
- Introduzione di obblighi di riabilitazione: I conducenti recidivi o con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l saranno obbligati a frequentare corsi di sensibilizzazione presso strutture autorizzate, con costi a carico del trasgressore.
- Installazione del dispositivo Alcolock: una delle principali innovazioni è l’introduzione dell’obbligo per i conducenti condannati con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l. Questo dispositivo impedisce l’avvio del veicolo se rileva un tasso alcolemico superiore a zero nel conducente, garantendo così che chi ha precedenti per guida in stato di ebbrezza non possa mettersi al volante dopo aver consumato alcol. Inoltre, la patente di guida di questi soggetti sarà contrassegnata con i codici armonizzati 68 e 69, indicanti rispettivamente l’obbligo di mantenere un tasso alcolemico pari a zero e l’obbligo di utilizzare veicoli dotati di Alcolock, per un periodo minimo di due o tre anni a seconda della gravità dell’infrazione. Inoltre sono state previste aggravanti per chi viola le prescrizioni relative all’Alcolock, tra cui l’aumento di un terzo delle sanzioni se il conducente è titolare di una patente contrassegnata dai codici armonizzati ed il raddoppio delle sanzioni in caso di manomissione o rimozione del dispositivo.
Articolo 187: Guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti
L’articolo 187 si occupa della guida sotto l’effetto di droghe. Anche in questo caso, le recenti modifiche mirano a rendere più efficaci i controlli e più severe le conseguenze per i trasgressori:
- Estensione dei controlli preventivi: Le forze dell’ordine potranno sottoporre i conducenti a test salivari rapidi anche in assenza di sintomi evidenti di alterazione. In caso di positività, il conducente sarà accompagnato presso una struttura sanitaria per accertamenti approfonditi ed in caso di positività al primo test, comunque procedere al ritiro immediato della patente Pertanto la nuova formulazione prevede che il reato si configuri non solo in presenza di uno stato di alterazione psico-fisica, ma anche semplicemente dopo l’assunzione di tali sostanze, indipendentemente dall’evidenza di alterazione durante la guida. Questo significa che la sola positività agli accertamenti tossicologici è sufficiente per l’applicazione delle sanzioni previste.
- Nuove soglie di tolleranza: Come per l’alcol, è stato introdotto un limite di tolleranza zero per alcune categorie di conducenti (neopatentati e professionisti). Per gli altri conducenti, la presenza di sostanze nel sangue è tollerata solo se riconducibile a trattamenti medici documentabili.
- Aumento delle sanzioni: La guida sotto l’effetto di stupefacenti comporta ora:
- Una multa fino a 6.000 euro.
- La sospensione della patente fino a 24 mesi.
- Nei casi più gravi, la confisca del veicolo e pene detentive fino a 12 mesi.
Le modifiche normative agli articoli 186 e 187 del Codice della Strada incidono in maniera rilevante sulle abitudini e sui comportamenti dei conducenti, di neopatentati e conducenti professionisti in particolar modo essendo sottoposti ad un regime di tolleranza zero. Questo implica un cambiamento significativo nello stile di vita, imponendo una totale astensione dal consumo di queste sostanze, anche in situazioni occasionali o sociali.
L’introduzione dei test salivari rapidi ha inoltre incrementato la probabilità di essere sottoposti a controlli da parte delle forze dell’ordine, indipendentemente dal fatto che si manifestino segni evidenti di alterazione. Questo significa che i conducenti dovranno prestare particolare attenzione, soprattutto nelle ore serali o in contesti considerati a rischio, come la frequentazione di locali notturni.
Le conseguenze delle violazioni si estendono ben oltre le sanzioni immediate. Per i conducenti professionisti, il rischio di sospensione o revoca della patente si traduce spesso nella perdita del lavoro, a causa della sospensione o revoca della patente aggravando ulteriormente l’impatto economico dell’infrazione. A queste si aggiungono le spese legate a multe salate, corsi di riabilitazione obbligatori e, in alcuni casi, l’impossibilità di continuare a svolgere la propria attività lavorativa.
Le predette modifiche normative avranno altresì un impatto significativo anche sui contratti assicurativi relativi alla responsabilità civile auto. In caso di guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, le compagnie assicurative potrebbero esercitare il diritto di rivalsa nei confronti del conducente responsabile. Ciò significa che, pur risarcendo i danni causati a terzi, l’assicurazione potrà rivalersi sul conducente per recuperare l’importo pagato. Inoltre, la recidiva o la gravita delle infrazioni potrebbero portare a un aumento dei premi assicurativi o alla risoluzione del contratto. Queste conseguenze rappresentano un ulteriore incentivo per i conducenti ad adottare comportamenti responsabili, non solo per evitare sanzioni penali ma anche per prevenire pesanti ripercussioni economiche a lungo termine.
Pertanto se è pur vero che le recenti modifiche agli articoli 186 e 187 del Codice della Strada rappresentano un passo importante verso una maggiore sicurezza sulle strade italiane, tuttavia la loro efficacia dipenderà in gran parte dalla capacità dei conducenti di adeguarsi alle nuove regole e di adottare comportamenti più responsabili. Il messaggio del legislatore è chiaro: la guida e l’uso di alcol o droghe non possono coesistere.
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