Migranti, “Francia sommersa”, dice Bayrou. La sinistra si indigna

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Parigi. “L’errore semantico di François Bayrou”, ha scritto Le Monde nel suo editoriale, alzando il ditino con i soliti toni moraleggianti. «François Bayrou alla deriva», ha rincarato la dose Libération, il quotidiano della sinistra progressista francese. E il Partito socialista ha deciso addirittura di ritirarsi dalle negoziazioni sulla legge di bilancio 2025, agitando lo spettro di una mozione di sfiducia se il primo ministro non rientrerà nei ranghi. Ma di cosa è colpevole il leader dei centristi del MoDem e capo del governo francese dallo scorso 13 dicembre dopo la caduta di Michel Barnier?

Di aver utilizzato l’espressione “submersion migratoire” per descrivere non una percezione, ma una realtà vissuta da sempre più francesi, quella di un’ondata migratoria che continua a espandersi, stravolgendo i modi di vivere, i costumi, il volto di interi quartieri.

«Sommersi dai migranti non riconosciamo più il nostro paese»

«Penso che l’apporto straniero sia positivo per un popolo, a patto che non superi una certa proporzione», ha detto il capo del governo lunedì in un’intervista a Lci, prima di aggiungere: «Non appena si ha la sensazione di essere sommersi, di non riconoscere più il proprio paese, il proprio modo di vivere o la propria cultura, c’è un rifiuto». Parole di buon senso, che prendono atto di una situazione che, dalla Seine-Saint-Denis a Mayotte, è diventata per molti francesi insostenibile, ma che una certa sinistra continua a negare, a far finta di non vedere, accusando il premier di aver utilizzato un lessico di estrema destra, lo stesso che Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front national, utilizzava negli anni Ottanta.

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Bayrou, tuttavia, non è l’unico esponente della maggioranza ad aver pronunciato parole così schiette. Nel 2018, Gérard Collomb, socialista pragmatico allora ministro dell’Interno, aveva parlato di «regioni francesi sommerse dall’immigrazione», suscitando, anche in quell’occasione, una levata di scudi a sinistra.

«Il termine “sommersione” è il più adeguato»

Martedì scorso, durante il question time al governo, Bayrou è stato interrogato dal presidente del gruppo socialista all’Assemblea nazionale, Boris Vallaud: «Conferma la parola sommersione, signor primo ministo?». Al microfono, il premier non ha fatto nessun mea culpa, anzi, ha ribadito le sue affermazioni, dicendo che «il termine “sommersione” è il più appropriato» per parlare della situazione di Mayotte, piccolo arcipelago dell’Oceano indiano e dipartimento d’oltremare francese, e di altre situazioni simili nella Francia metropolitana. «Un’intera comunità di dipartimenti francesi sta affrontando ondate di immigrazione clandestina che raggiungono il 25 per cento della popolazione», ha aggiunto il leader del MoDem.

A rafforzare la posizione di Bayrou è un sondaggio dell’istituto Elabe per BfmTv pubblicato mercoledì, secondo cui quasi due terzi dei francesi è d’accordo con il primo ministro e ritiene che il paese sia “sommerso dall’immigrazione”. Nel dettaglio è il 92 per cento degli elettori del Rassemblement national di Marine Le Pen a essere d’accordo con Bayrou, l’82 per cento dei militanti Républicains, il partito gollista, e il 67 per cento degli aficionados di Ensemble, la maggioranza presidenziale.

Anche a sinistra sono emersi dati interessanti: quasi la metà degli elettori del Partito socialista, il 43 per cento, è d’accordo con la constatazione di Bayrou, percentuale che scende al 24 tra i sostenitori della France insoumise, il partito della gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon.

Aumento dei migranti. I numeri danno ragione a Bayrou

Oltre alle opinioni, c’è la fredda realtà dei numeri a convalidare le affermazioni del primo ministro francese. Negli ultimi tre decenni, in Francia, si è verificata infatti un’accelerazione senza precedenti dei flussi migratori. Il numero annuale di nuovi permessi di soggiorno concessi in Francia, secondo i dati diramati da Nicolas Pouvreau-Monti, direttore dell’Observatoire de l’immigration et de la démographie, è aumentato del 175 per cento tra il 1997 e il 2023. Attualmente, ci sono 4 milioni di permessi di soggiorno in corso di validità. Si tratta del 30 per cento in più rispetto al 2017, del 50 in più rispetto al 2012 e del 70 in più rispetto al 2007.

Accanto ai canali tradizionali dell’immigrazione legale, sottolinea Pouvreau-Monti, c’è quello della “protezione internazionale”, cioè dell’asilo. Il numero di prime richieste di asilo ricevute dalla Francia è aumentato del 245 per cento tra il 2009 e il 2023. Dal 2013, sono stati registrati in Francia 1 milione di richiedenti asilo e 600mila cittadini stranieri beneficiano oggi del diritto d’asilo sul territorio francese.

La “sommersione” è una realtà, non una percezione

Per comprendere questa dinamica, bisogna anche considerare la massa dei “déboutés”, ossia delle persone che non ottengono l’asilo, ma rimangono nel paese dopo che la loro richiesta è stata respinta. A questa immigrazione illegale, si aggiunge l’immigrazione clandestina, che per natura è più difficile da tracciare. Tuttavia, esiste un indicatore pertinente: l’analisi del numero di beneficiari dell’Aide Médicale d’État, l’assistenza gratuita per gli stranieri in situazione irregolare. Il numero, negli ultimi vent’anni, è triplicato.


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Il ministero dell’Interno stima che in Francia vi siano tra i 600mila e i 900mila sans-papiers, con una situazione particolarmente acuta in alcune aree, non solo a Mayotte, ma anche nella Francia continentale. Nel 2018, un rapporto dei deputati Kokouendo e Cornut-Gentille stimava che nel solo dipartimento della Seine-Saint-Denis vivessero tra i 150mila e i 400mila stranieri irregolari, ovvero fino a un quarto della sua popolazione ufficiale.

Il risultato di questi stravolgimenti demografici è che la popolazione immigrata di “prima generazione”, ossia composta da persone nate all’estero, è aumentata del 40 per cento dal 2006, raggiungendo i 7,3 milioni nel 2023. Il principale paese di provenienza resta l’Algeria: la metà degli immigrati algerini è arrivata sul territorio francese dopo il 2000. Più in generale, la Francia ha la particolarità di accogliere il maggior numero di immigrati africani (maghrebini e non) di tutti i continenti europei: il numero di immigrati dall’Africa saheliana, guineana e centrale, è raddoppiato dal 2006. La “submersion migratoire”, in Francia, è una realtà, non una percezione.



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