Luci ed ombre sulle aree industriali in Sicilia, dal rilancio di Termini ai rischi di Priolo, lo sbarco del Ministro Urso – BlogSicilia

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Arriva in sicilia il ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Il suo sbarco è atteso entro la metà del mese di febbraio appena iniziato. Non c’è una conferma ufficiale ma più passa il tempo più le voci si fanno insistenti. Sul piatto c’è il futuro dell’industria siciliana ma anche italiana. Sì perché anche se nessuno lo dice in Sicilia ci sono nodi strategici per l’andamento del paese come Priolo dove avviene la trasformazione di un quarto del prodotto petrolifero consumato in Italia. Il dato, se vogliamo, è grossolano se posto così, ma da la misura dell’importanza per l’Italia del nodo siracusano.

Ma il Ministro arriva per controllare l’avanzamento di quello che i governi, regionale e nazionale, vogliono diventi il simbolo della rinascita: Termini Imerese.

Amadore del Sole 24 ore ospite a Talk Sicilia

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Le anticipazioni su una visita attesa sono arrivate dal Sole 24 ore e con il collega Nino Amadore, ospite di una punta di Talk Sicilia, abbiamo voluto approfondire questo tema

 “Sì il ministro Urso non è confermato però insomma da quello che sono riuscito a capire, da quello che abbiamo raccolto, dovrebbe venire a presentare il piano su Termini Imerese da qui al 15 del mese quindi era un viaggio che  doveva avvenire ai primi di febbraio poi per impegni del ministro mi dicono è stato è stato spostato”.

Cosa succede a Termini

“Il quadro comincia a delinearsi in qualche modo: il ministro dovrebbe portare il documento del bando, il primo bando gestito con la Regione Siciliana perché l’accordo di programma e con la Regione Siciliana oltre ad altri enti, ed è un bando da 15 milioni, prima trance di un accordo che vale 105 milioni. L’altro aspetto è invece quello più industriale che riguarda lo stabilimento ex Blutec. Il progetto è più complesso perché il gruppo Pelligra si sta muovendo anche per trovare nuovi partner per i quali potrebbe essere interessante anche lavorare sul fronte dell’interporto di Termini Imerese. E poi serve il coinvolgimento di altre aziende per l’intera area tra cui anche l’’impresa statunitense Renesys Energy Inc, azienda specializzata nella progettazione e sviluppo di batterie di nuova generazione. sia non è perfettamente che ha già incontrato il ministro a ottobre annunciando un piano di investimenti per l’Italia (non per Termini Imerese ma per l’Italia) di 400 milioni. Vedremo insomma”

Lo sbarco in Sicilia degli americani

Loro si occupano di energia rinnovabile quindi Termini Imerese potrebbe essere il posto giusto per fare la parte relativa alle batterie, alla produzione di energia rinnovabile e Allo stocaggio, alla conservazione dell’energia rinnovabile. E’ un mercato florido e in espansione e quindi potrebbe  essere una cosa interessante. Ma quando parliamo di Termini Imerese bisogna dire dobbiamo sempre fare gli scongiuri”

Ma cosa farà davvero Pelligra a Termini Imerese

“Ma l’idea iniziale, mi è sembrato di capire, è quella della riconversione e re industrializzazione. Pelligra si occupa di riqualificazione di grandi aree industriali. Ne hanno fatto in Australia e anche in altre parti del mondo quindi l’operazione riguarda la trasformazione di grandi aree industriali dismesse in nuove aree industriali con nuovi servizi e nuove produzioni, nuove opportunità. Immagino, di conseguenza che il lavoro sia quello di trasformare il grande stabilimento che fu FIAT e gli oltre 200.000 metri quadrati, se non ricordo male, in tanti stabilimenti al servizio di nuove imprese  che vogliono insediarsi anche a Termini Imerese: è un’operazione possiamo dire anche immobiliare”

Una operazione immobiliare

Insomma, diciamoci la verità è più una operazione immobiliare per lq aule occorre trovare poi i partner industriali che si insedino lì?

“L’idea di nuovi partner, come gli americani di cui dicevamo e altri, va anche nella direzione di portare nuove iniziative, nuove imprese. Immagino che il Ministero su questo fronte abbia lavorato parecchio per far capire che l’area di Termini Imerese può essere un’area importante e di sviluppo”.

Termini rinasce (si spera) ma Priolo rischia din diventare un’altra Termini

“Lì rischio è perfino più grande, c’è il rischio di una nuova Ilva perché il sistema Siracusa, quindi Augusta, Priolo insomma il triangolo industriale, è un sistema che si tiene a vicenda; è un sistema connesso per vari motivi e la grande difficoltà di un pezzo del triangolo potrebbe portare conseguenze dalle altre parti. Ora al netto dell’annuncio di Versalis che comunque ha uno stabilimento ancora è attivo mette sul piatto temi pensati mentre ci dimentichiamo spesso che Ragusa, invece, è già stato chiuso”.

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Futuro nero per l’industria siciliana?

“L’industria siciliana viene spesso sottovalutata in questo momento ma ha un grande polo industriale avanzato che è l’area del catanese, quella di St. La produzione di pannelli fotovoltaici dell’azienda che fa capo ad ENEL, poi c’è un pezzo di farmaceutica e altre piccole imprese che piccole poi non sono. Quell’area, diciamo, non ha nulla in meno rispetto ad aree più importanti del Paese come quelle lombarde o venete. Poi c’è un agroalimentare che sta crescendo ma la trasformazione in genere è proprio un settore che sta crescendo e anche parecchio negli ultimi anni anche se stenta a diventare un vero e proprio sistema dell’agroalimentare. Questi sono i dati posizitivi”

“Poi abbiamo questi poli industriali su cui bisogna fare una scelta precisa perché la scelta ENI l’ha fatta su Gela con tutti i sacrifici anche del territorio che nessuno ha mai nascosto. Ma oggi Gela è un avamposto delle produzioni moderne, avanzate. Rimane da capire cosa si vuol fare a Milazzo dove c’è un’altra raffineria; cosa si può fare soprattutto nell’area di Priolo. Per sostituire la produzione dobbiamo avere un’idea di cosa metterci, al posto della chimica di base”

Rischio desertificazione come a Termini negli ultimi vent’anni

No, non credo! Non credo perché l’energia è un asset veramente strategico per il Paese. E quindi  prima o poi una scelta va fatta. Ci sono settori produttivi talmente importanti non solo per la Sicilia, non solo per il mercato, ma per l’intero sistema sistema Paese, che non si può restare nell’oblio. Non sono solo questioni di vendo o non vendo ma le scelte incidono su una strategia che può essere anche geopolitica complessiva quindi io penso che prima o poi si dovrà arrivare a una scelta compatibilmente con le regole che sono ormai europee e che vanno in una certa direzione.

“Certo se guardiamo gli Stati Uniti, Trump per esempio ha intrapreso un’altra strada diversa da quella europea a tutela dell’industria americana e a tutela di un certo tipo di produzioni americane che comprendono anche il petrolio quindi immaginare cosa succederà è complesso: vedremo!





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