La segretaria del Pd:«Ora l’indirizzo del partito è un altro. Il governo? È frustrato». E sulle alleanze: «Quelle importanti non si costruiscono dentro i palazzi ma nella società.Una visione il Pd ce l’ha, e bella forte»
Il governo «è frustrato e cerca nemici». Il Pd invece ha voltato pagina dopo aver «fatto autocritica sull’accoglienza». Elly Schlein torna sulla vicenda del rilascio di Almasri per mettere in chiaro che se anche in passato il partito che guida ha aderito al modello «cattivista e cinico» — il riferimento è all’intesa con la Libia per il contrasto dell’immigrazione irregolare, firmata nel 2017 dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti nel governo guidato da Paolo Gentiloni — ora l’indirizzo è un altro. Anche nel campo delle alleanze, che vanno cercate «fuori dai palazzi, tra le persone».
Un avvertimento che suona indirizzato a quella minoranza del partito che spinge in direzione opposta: i riformisti, due settimane fa, e i portavoce — come Dario Franceschini — della necessità di «marciare divisi e colpire uniti» per vincere le elezioni, attraverso un ritorno al sistema proporzionale. La segretaria del Pd parla davanti agli operatori del sociale, nella prima delle quattro tappe del «viaggio nel terzo settore», organizzato dal partito. La contrapposizione con il governo sul caso del comandante libico accusato di omicidi, stupri e torture, liberato ed espulso nonostante il mandato di arresto della Corte penale internazionale, è frontale da giorni. Schlein ieri ha tenuto insieme la vicenda Almasri e la «fallimentare» operazione del governo di trasferire migranti in Albania: «I nostri deputati, ora in quei centri per controllare che fossero assicurati i diritti alla difesa, prima che venisse disposto il rientro in Italia, mi hanno riferito: “Qui ci sono i torturati da Almasri mentre lui è stato riportato a casa con un volo di Stato dal governo Meloni con tutti gli onori”».
La riflessione della segretaria si sposta poi sulla linea politica in casa propria: «Siamo fieri di poter dire che da quando c’è questa segreteria abbiamo sempre votato no al finanziamento della Guardia costiera libica — rivendica — che calpesta i diritti fondamentali e che è infiltrata da soggetti come Almasri. Noi non possiamo e non vogliamo il ritorno di una stagione del cattivismo e del cinismo». L’affondo successivo è nei confronti di Meloni e della sua strategia comunicativa: «Ogni giorno i populisti — dice — scelgono un nemico verso cui scaricare tutta la frustrazione sociale».
Schlein promette che il modello del Pd sotto la sua guida sarà lontano non solo, com’è ovvio, da quello del centrodestra, ma anche da quello promosso dalle gestioni passate. «Il dialogo con voi che appartenente a questa galassia — dice rivolgendosi alla platea di operatori del sociale — conta perché sono queste le alleanze più importanti, che non per forza devono essere costruite nei palazzi, ma nella società, nelle pratiche quotidiane».
Non bastasse, il messaggio viene declinato in modo ancora più chiaro: «È il modello che va ribaltato. A chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione rispondo certo che ce l’abbiamo, e bella forte: giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso, innovazione, diritti. Magari non è quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd si è autodeterminato in questa direzione, a cui dobbiamo dare sostanza insieme». Le formule politicistiche, insomma, sono bandite. Almeno quando si parla dal palco.
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