Aumentano i noli dell’autotrasporto europeo nel quarto trimestre 2024

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Le rilevazioni trimestrali sull’andamento dell’autotrasporto europeo svolte congiuntamente da Iru, TransportIntelligence e Upply mostrano che dopo una fase di declino, nel quarto trimestre del 2024 le tariffe contrattuali e spot dell’autotrasporto europeo hanno mostrato una crescita, più accentuata per i contratti. Tuttavia, la crescita dei costi operativi e la persistente carenza di autisti continuano a rappresentare una sfida significativa per gli autotrasportatori.

In particolare, le tariffe contrattuali hanno registrato un aumento di 2,8 punti su base trimestrale, raggiungendo i 128,9 punti dell’indice. Nonostante questo incremento, su base annua si è osservato un calo dell’1,4%, segno di una ripresa ancora fragile. Le tariffe spot, invece, sono aumentate marginalmente di 0,5 punti, attestandosi a 123,9 punti. Su base annua, anche queste hanno subito una leggera flessione di un punto. Il divario tra le tariffe contrattuali e quelle spot si mantiene stabile, con le prime che continuano a crescere più rapidamente. Ciò riflette la preferenza del mercato per accordi a lungo termine che offrano maggiore stabilità in un contesto economico ancora incerto.

Nonostante una riduzione dell’11,7% nei prezzi del gasolio, i costi operativi complessivi sono aumentati, trainati dall’incremento dei salari dei conducenti e da una crescente carenza di personale. Nell’UE27, i costi del lavoro sono aumentati del 5% su base annua, con i salari dei conducenti che rappresentano la voce di spesa in più rapida crescita. Attualmente, si contano circa 500mila posti vacanti nel settore, pari al 12% delle posizioni totali, una situazione che limita la capacità disponibile e spinge verso l’alto le tariffe. La capacità è ulteriormente ridotta dal calo delle immatricolazioni di nuovi veicoli pesanti, diminuite del 29% nell’UE nel terzo trimestre del 2024. I veicoli diesel rappresentano ancora il 95,3% delle immatricolazioni, nonostante un calo del 7,3% su base annua, mentre i camion elettrici mantengono una quota di mercato del 2,2%.

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In Italia, le tariffe contrattuali per il trasporto merci su strada sono aumentate in media di 3,9 punti nel quarto trimestre, raggiungendo i 137,4 punti a dicembre 2024. Al contrario, le tariffe spot hanno subito un calo significativo di quasi dieci punti, attestandosi a 149,8 punti. Ciò riflette una domanda interna che, pur crescendo nei consumi, non riesce a sostenere la domanda a breve termine. I costi operativi per i trasportatori italiani sono aumentati in modo moderato: i costi dei pneumatici sono cresciuti dello 0,2% su base trimestrale e del 2,1% su base annua, mentre quelli assicurativi hanno registrato l’incremento più significativo, con un aumento dell’1,2% trimestrale e del 7,1% su base annua.

Secondo la ricerca, il futuro del trasporto stradale in Europa sarà fortemente influenzato dalle normative ambientali e dalle strategie di delocalizzazione. L’implementazione della Direttiva Eurovignetta e l’integrazione del trasporto su strada nel sistema Ets II a partire dal 2027 aumenteranno i costi operativi, spingendo le aziende a investire in veicoli a zero emissioni. Parallelamente, la tendenza al nearshoring – ossia lo spostamento della produzione verso Paesi più vicini come Polonia, Romania e Turchia – modificherà la domanda di trasporto su specifiche rotte europee. Questa strategia vuole ridurre i rischi delle catene di approvvigionamento globali e potrebbe influenzare positivamente i volumi di trasporto su queste tratte.

Secondo l’Energy Information Agency, i prezzi del petrolio greggio subiranno un modesto aumento all’inizio del 2025, con il Brent previsto a 76 dollari al barile nel primo trimestre. Tuttavia, una successiva stabilizzazione è attesa nella seconda metà dell’anno, con il Brent che dovrebbe scendere a 72 dollari al barile entro dicembre 2025. Appare quindi che il trasporto stradale merci in Europa sta attraversando una fase di transizione. Se da un lato la ripresa delle tariffe contrattuali indica una certa stabilità, dall’altro la crescita dei costi operativi e le sfide legate alla sostenibilità ambientale pongono interrogativi sul futuro.

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