Agam Berger, Arbel Yehoud, Gadi Mozes. Sono questi i nomi degli ultimi tre ostaggi israeliani rilasciati da Hamas, come parte dell’accordo di cessate il fuoco in vigore dal 19 gennaio. La consegna è avvenuta anche questa volta a favore di telecamera ma in un clima caotico, fra ali di folla urlanti che sembravano voler linciare i prigionieri. La situazione ha suscitato proteste e critiche da parte israeliana, spingendo le autoritĂ a sospendere momentaneamente il rilascio dei prigionieri palestinesi, previsto dall’accordo. Anche cinque civili thailandesi, parte degli ostaggi catturati il 7 ottobre 2023, sono stati consegnati a Khan Younis. Migliaia di abitanti di Gaza, intanto, continuano a tornare alle loro case nel nord della Striscia, trovando però solo macerie inabitabili ad accoglierli. In generale, il clima di entusiasmo che ha seguito il cessate il fuoco sta lasciando il posto alle preoccupazioni e alle sfide della gestione post-tregua, tema su cui sta lavorando intensamente anche l’amministrazione americana di Donald Trump, entrata in carica dieci giorni fa. Steve Witkoff, inviato speciale per il Medio Oriente, è stato coinvolto in negoziati intensi per assicurare l’implementazione dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, che include anche la liberazione degli ostaggi in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi. L’esponente dell’amministrazione USA è stato in visita nella Striscia e in Israele nelle scorse ore, con l’obiettivo di portare avanti l’agenda di Trump, rilanciando anche l’ipotesi di “affidare” i palestinesi di Gaza a Egitto e Giordania. Â
La tregua regge?Â
L’accordo di tregua, negoziato anche sotto la supervisione di Witkoff, prevede una serie di fasi specifiche per la liberazione degli ostaggi e il mantenimento della pace. L’ONU ha supervisionato l’entrata di oltre 630 camion di aiuti umanitari a Gaza, ma l’implementazione non è stata priva di ostacoli: Israele e Hamas si sono scambiati accuse reciproche riguardo alle violazioni del cessate il fuoco. Witkoff, primo funzionario americano a visitare Gaza in 15 anni, si è recato nel corridoio Netzarim, che divide in due l’enclave costiera palestinese, e ha insistito affinchĂ©Â tutte le parti rispettino i termini dell’accordo. La comunitĂ internazionale osserva attentamente, sperando che questo accordo possa portare a una pace duratura nella regione, ma non mancano sfide e contraddizioni. Come scrivono Gregg Carlstrom e Anshel Pfeffer sull’Economist, Hamas “è ansiosa di mostrare al pubblico di essere sopravvissuta”, anche dispiegando in modo spettacolare le sue forze nelle operazioni di consegna degli ostaggi. “Ma internamente – scrivono – il movimento è nel caos”. Hamas, spiegano ancora, un tempo era contemporaneamente un gruppo militante, un governo e una forza nella politica palestinese: ora potrebbe dover scegliere solo una di queste opzioni. Â
Witkoff rilancia?Â
Durante la sua missione in Medio Oriente, Witkoff si è occupato direttamente della situazione post-tregua. A Gaza, ha parlato con rappresentanti di Hamas, cercando di assicurare la liberazione degli ostaggi rimanenti e la stabilizzazione della tregua. L’inviato di Trump ha incontrato a Gerusalemme il primo ministro Benjamin Netanyahu per discutere della situazione e assicurare che tutte le clausole dell’accordo venissero rispettate. L’esponente dell’amministrazione USA avrebbe anche sollecitato Netanyahu a risolvere gli ostacoli politici che potrebbero frapporsi al completamento di tutte e tre le fasi dell’accordo. Infatti, il partito di estrema destra Sionismo religioso ha minacciato di lasciare il governo se i combattimenti non saranno ripresi dopo la prima fase di 42 giorni, e ha affermato che Netanyahu gli ha dato assicurazioni che la campagna militare contro Hamas sarĂ ripresa. Non a caso, Witkoff ha anche avuto incontri con il ministro delle Finanze, l’estremista Bezalel Smotrich (leader di Sionismo Religioso), il ministro degli Interni, Aryeh Deri, e il consigliere strategico Ron Dermer, cercando di costruire un consenso tra i leader israeliani per favorire un supporto continuo al processo di pace. Secondo indiscrezioni filtrate sulla stampa israeliana, Witkoff e Netanyahu avrebbero discusso anche della proposta avanzata da Trump di trasferire la popolazione di Gaza in Egitto e Giordania.Â
FONTE: ISPI ISTITUTO PER GLI STUDI DI POLITICA INTERNAZIONALE
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