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14.28 – domenica 2 febbraio 2025
Un caloroso saluto prima di tutto a voi tesserati, intervenuti così numerosi, e a tutti i simpatizzanti che si riconoscono nel simbolo delle Due Stelle Alpine.
Un ringraziamento e un benvenuto anche a tutte le autorità e agli ospiti che ci onorano della loro presenza.
Grazie a tutti i componenti degli organi di partito e ai membri della Commissione congressuale per l’impegno e il lavoro svolto.
Infine un doveroso ringraziamento anche a Franco Panizza, unito alle congratulazioni per il suo nuovo ruolo di Presidente Onorario.
Questo è momento importante per la nostra casa politica, che ho scelto, come voi, con convinzione e nella quale, con grande senso di responsabilità voglio impegnarmi.
Stiamo attraversando un tempo di grande incertezza e disorientamento, segnato dalla sfiducia nella politica, dalla crescita dell’astensionismo, dall’impatto della globalizzazione e dall’avanzata dell’intelligenza artificiale. In questo scenario, è legittimo porsi una domanda fondamentale:
i partiti hanno ancora un ruolo da svolgere?
Nella risposta a questa domanda vi è lo scopo del nostro agire e l’importanza di essere qui oggi, che ci permetterà di affrontare con coraggio e determinazione le sfide future.
Ogni democrazia si fonda su una carta costituzionale, in tutte è sempre presente un principio fondamentale, un punto fermo.
I partiti non sono semplici strumenti elettorali, ma i garanti della partecipazione e della rappresentanza politica.
Anche la nostra carta costituzionale, all’articolo 49, affida ai partiti il compito di anello di congiunzione tra cittadini e istituzioni, soggetti necessari ed imprescindibili all’esercizio della democrazia.
Forse mai come ora è indispensabile questo nostro sforzo di presenza e credibilità, un saper farsi carico dei tanti problemi della nostra società.
Ma in questo contesto, ha ancora senso un partito autonomista?
Negli ultimi mesi mi è stata posta diverse volte questa domanda: perché hai scelto di candidare nel PATT? Perché hai scelto di fare la tessera del Partito AUTONOMISTA TRENTINO TIROLESE?
–
Ebbene, questa importante domanda mi piacerebbe rivolgerla idealmente anche a voi. Perché avete deciso di aderire proprio al PATT?
–
Io posso rispondere per me.
Ho scelto di fare la tessera del PATT perché credo fermamente nei valori del partito, che custodisce e mantiene vivo lo spirito dell’A.S.A.R., l’amore verso la propria terra, il diritto all’Autogoverno!
Mi riconosco in questo Partito, nelle sue battaglie politiche per la difesa della nostra storia e identità, della ricchezza linguistica e culturale, per la valorizzazione delle valli e del mondo rurale.
Fedele ai valori della cooperazione e della solidarietà.
Questo Congresso rappresenta un momento cruciale per il nostro partito. Mai come oggi è fondamentale rafforzare il nostro ruolo nello scenario politico, assumendoci con responsabilità il compito di affrontare le sfide e le trasformazioni della nostra società.
Ma affinché il partito possa davvero essere un luogo di partecipazione e di democrazia, questi principi devono trovare piena applicazione, anche al nostro interno.
Da Noi tesserati, che siamo il cuore pulsante del partito, e tra noi e gli organi statutari, fino ai vertici, deve esistere un filo conduttore fatto di confronto, di ascolto e di scambio di idee. Le decisioni devono nascere dal dialogo e dal coinvolgimento, non possono e non devono essere semplici ratifiche di scelte prese da pochi o, peggio ancora, da influenze esterne al partito stesso.
In questo percorso, la partecipazione è la nostra più grande ricchezza. Il movimento femminile e giovanile rappresentano una straordinaria risorsa di pluralità e innovazione, un ponte verso il futuro. Ho letto con attenzione e apprezzato i loro contributi, che condivido pienamente e che ritengo debbano trovare concreta attuazione per far crescere davvero il nostro partito.
Non dobbiamo chiuderci in noi stessi, ma affermare con forza il valore della nostra identità e il nostro legame con i cittadini, il territorio e le istituzioni locali. Questo radicamento è essenziale per offrire punti di riferimento chiari e riconoscibili nella coscienza collettiva.
Siamo parte di uno Stato composto da molte Regioni, ma il Trentino-Südtirol rappresenta un’autonomia speciale tra le speciali.
Da un lato, abbiamo il dovere di amministrare e tutelare questa autonomia con responsabilità; dall’altro, dobbiamo guardare oltre e sostenere con convinzione il percorso dell’autonomia differenziata, contribuendo attivamente alla sua evoluzione con spirito costruttivo e lungimirante.
Ma nel difendere la nostra autonomia, non possiamo dimenticare ciò che ne è l’essenza più profonda: il riconoscimento di un’identità unica, al di qua e al di là del Brennero, quella di un popolo di montagna e di confine.
Un popolo che prima dell’avvento dei nazionalismi, vedeva nei confini non barriere, ma ponti,
non divisioni, ma incontri.
Qui, tra queste valli e queste cime, le culture si sono intrecciate, le lingue si sono mescolate, le comunità hanno costruito insieme un destino comune.
Questa è la nostra storia. Una storia che non può restare chiusa nei libri, ma deve vivere in noi, nel nostro impegno, nella nostra visione del futuro. Dobbiamo riappropriarci di ciò che siamo, restituire dignità alla nostra appartenenza. Perché non si tratta solo di un’identità da rivendicare, ma di un modo di essere, di un legame profondo con la nostra terra, la nostra HEIMAT, e con le persone che la abitano.
Un legame che è responsabilità, orgoglio e soprattutto, futuro.
I cittadini di Pedemonte, Magasa e Valvestino sanno bene che la loro non è solo una legittima rivendicazione storica, ma una necessità legata ad un profondo senso di appartenenza. Per secoli, queste comunità hanno condiviso istituzioni, tradizioni e un modello di autogoverno con il territorio a cui sentono di appartenere,
E quella frattura imposta dall’alto quasi un secolo fa ha IGNORATO sia la loro storia che la loro volontà.
Oggi è tempo di sanare quell’ingiustizia. Queste comunità non chiedono privilegi, ma il riconoscimento di un diritto: tornare a essere parte di una realtà che sentono propria. È nostro dovere ascoltarle, sostenerle e impegnarci affinché questa battaglia trovi finalmente una soluzione giusta e concreta.
È chiaro però che dobbiamo guardare a nord, verso Bolzano e Innsbruck, e in particolare verso i nostri fratelli dell’SVP, perché la vera forza della nostra autonomia sta nell’unitarietà del nostro Statuto.
La nostra appartenenza al Tirolo storico non è solo un richiamo alla memoria, ma un legame profondo con una comunità di valori, cultura e tradizioni che si è plasmata nei secoli e che oggi trova nuova espressione attraverso strumenti concreti come l’Euregio Tirolese.
L’Euregio non è solo un accordo tra istituzioni, ma un ponte che collega passato e futuro.
È la dimostrazione che la nostra terra ha sempre vissuto di scambi, di connessioni, di relazioni che vanno oltre i confini amministrativi. Pensiamo al ruolo strategico del Brennero, non solo come via di comunicazione, ma come arteria vitale per la nostra economia e per una mobilità sostenibile.
Pensiamo al valore della collaborazione tra le nostre università, alla forza del nostro tessuto produttivo, alla possibilità di promuovere insieme un turismo sostenibile la valorizzazione delle nostre eccellenze agricole e artigianali.
Ma più di tutto, l’Euregio è un’ideale.
Un modello di convivenza e di autonomia responsabile, una strada che ci permette di affrontare le sfide del presente senza perdere il legame con la nostra storia. La nostra autonomia non è mai stata isolamento, ma dialogo e collaborazione. E questo è il percorso che dobbiamo continuare a tracciare, affinché le nuove generazioni possano sentirsi
pienamente europee senza mai smarrire le proprie radici.
–
Ma dobbiamo volgere lo sguardo anche a noi stessi.
Credo che il nostro Partito debba riscoprire e valorizzare la sua risorsa più preziosa:
i suoi tesserati e tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori fondanti.
Il loro ascolto deve essere il punto di partenza per un confronto vero, in cui le idee non restano parole, ma diventano azione.
Per questo, insieme ai due candidati Vicesegretari, ci siamo presi un impegno concreto:
indipendentemente dall’esito di questo congresso, ci recheremo ogni anno sui territori per incontrare i tesserati, per ascoltarli e per mantenere vivo quel legame diretto che è l’anima di un partito sano e partecipativo.
Permettetemi, a questo punto, un ringraziamento speciale a Mauro e Mattia. Il loro supporto, la loro competenza e il loro entusiasmo hanno reso questo percorso precongressuale non solo un impegno politico, ma una vera esperienza di squadra.
E proprio questo spirito di collaborazione è il cuore del nostro progetto.
Se vogliamo costruire davvero il futuro del Partito, non possiamo limitarci a inseguire convenienze di breve periodo o a schierarci con il probabile vincitore di turno.
Il nostro obiettivo è ben più ambizioso: lavorare con impegno per conquistare la fiducia degli elettori e rendere il Partito una forza centrale, capace di essere punto di riferimento per il mondo moderato, senza essere relegato a semplice stampella di uno schieramento o dell’altro.
In quest’ottica, una delle nostre priorità è ristabilire la sinergia tra il partito ed il gruppo consiliare, con cui già condivido un rapporto costruttivo ed un percorso comune, perché il progetto di unificazione, finora INcompiuto, deve trovare il suo pieno compimento.
La nostra non è una proposta divisiva, tutt’altro: vogliamo dare voce a tutte le anime del Partito, per mettere fine alle lacerazioni e alle dolorose emorragie che hanno segnato il cammino delle Stelle Alpine.
Ecco perché oggi presentiamo una tesi alternativa: non per dividere, ma per proporre un percorso chiaro e condiviso, capace di riportare il nostro Partito al centro della scena politica con una visione solida e lungimirante.
–
Ma ora concentriamoci sui temi: le mozioni congressuali sono il segno di una comunità politica viva, per questo motivo vorrei partire da due argomenti che verranno trattati nel pomeriggio:
Il Trentino ha una lunga storia di emigrazione, e le nostre famiglie conoscono bene il dolore e la speranza nel dover lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore. Oggi siamo l’altra parte di questo fenomeno e dobbiamo gestirlo con pragmatismo e umanità, lontani dagli slogan di alcuni partiti nazionali, facendo tre distinzioni fondamentali.
Anzitutto, chi arriva per lavorare e integrarsi deve trovare un sistema che favorisca l’inclusione, il rispetto delle regole e la partecipazione alla vita della comunità, contribuendo così al benessere collettivo.
Poi, chi fugge da guerre e persecuzioni merita accoglienza e protezione, ma servono procedure burocratiche più rapide ed efficienti, per garantire l’aiuto a chi ne ha diritto.
Infine non possiamo ignorare le criticità: chi cerca solo di sfruttare il nostro sistema o di delinquere non può trovare spazio, la legge deve essere applicata con fermezza.
L’obiettivo è trovare un equilibrio che coniughi dignità e sicurezza, senza lasciare che paura o pregiudizio ostacolino soluzioni concrete e giuste.
L’altro tema riguarda i trasporti e le connessioni con gli altri territori. Da mesi, infatti, il Consiglio è impegnato nella modifica del PUP, con particolare attenzione all’allargamento del corridoio est sul quale andrà progettato il completamento della Valdastico.
Su questo punto, il nostro Partito ha il dovere di prendere una posizione chiara, che rispecchi le esigenze e le preoccupazioni di chi ogni giorno lavora per portare avanti i nostri valori nelle valli, nei comuni e nelle istituzioni.
Dal dialogo tra la base e gli organi del Partito, dal pensiero e dalla volontà dei nostri membri, la Segreteria dovrà trarre la giusta sintesi ed indicarla a chi rappresenta il Partito in Consiglio Provinciale affinché si operi in quella direzione.
Oltre alle mozioni, ci sono molti altri temi sui quali dovremo concentrare le nostre energie e azioni a partire già da domani. Il Trentino sta affrontando sfide complesse che impattano direttamente sulle nostre comunità: dalla denatalità, per la quale servono politiche coraggiose a sostegno delle famiglie, al problema della casa, con troppi giovani e lavoratori in difficoltà nell’accesso all’abitazione.
C’è poi la questione della sanità e dei servizi socio-assistenziali, che necessitano di un rafforzamento per diventare più efficienti e vicini ai cittadini, specialmente nelle valli più periferiche.
L’invecchiamento della popolazione ci impone di riorganizzare il sistema sanitario, puntando sulla prevenzione e sulla promozione di stili di vita sani, per garantire la sua sostenibilità a lungo termine.
Non possiamo dimenticare il ruolo fondamentale del volontariato, che si è rivelato determinante anche nelle emergenze e nelle calamità. Grazie alla nostra autonomia, possiamo salvaguardare il nostro capitale sociale, andando oltre la riforma nazionale del Terzo Settore per proteggere la specificità del volontariato trentino e il suo valore per la nostra comunità.
Necessitiamo di un Trentino che valorizzi tutti i suoi territori, dalle città alle valli, senza creare divisioni. Dobbiamo dare più forza ai Comuni e alle Comunità di valle, assicurando loro le risorse e l’autonomia necessarie per rispondere ai bisogni dei cittadini. Infine, un Trentino forte e autonomo, che sappia affrontare temi urgenti come quello dei grandi carnivori e prendersi cura delle proprie risorse, in particolare dell’acqua, investendo nella sostenibilità e nel rispetto dell’equilibrio tra sviluppo e tutela ambientale.
Non possiamo permetterci che il confronto con i tesserati su questi temi si limiti solo ai momenti congressuali!
È ora di restituire centralità al Consiglio del Partito, che deve tornare a essere il vero cuore pulsante della nostra democrazia interna. Un luogo dove le mozioni, le proposte, le idee non restino parole vuote, ma si trasformino in azioni concrete per plasmare il nostro futuro!
Il PATT ha il compito fondamentale di raccogliere questa energia, di tradurla in proposta politica, perché solo un Partito radicato nei suoi iscritti, nei suoi valori, può davvero essere la guida di un Trentino autonomo, forte, che guarda al futuro con coraggio e determinazione.
Il nostro cammino è tracciato,
la nostra missione è chiara:
costruire insieme un Trentino che non solo sopravvive, ma prospera, cresce e si afferma!
Concludo questa riflessione con un profondo desiderio: che le future azioni del nostro partito siano all’altezza di 77 anni di storia, di sacrifici, di lotte e di speranze che ci sono state tramandate.
Un cammino che affonda le sue radici in un movimento di popolo straordinario, l’ASAR, che, pur nelle difficoltà, ha sempre creduto nell’autonomia come valore fondamentale per il nostro Trentino.
Persone, che con sacrificio e dedizione, privandosi a volte anche del poco che avevano, si sono batture per sostenere la causa, non per la gloria o per una poltrona, ma per un ideale più grande: la costruzione di una terra migliore per noi e per chi verrà dopo di noi.
Quello spirito di comunità, di appartenenza, di responsabilità nei confronti della nostra terra è la forza che ci deve guidare oggi.
Un Trentino che SA dove vuole andare, che SA cosa vuole diventare, e che SA, con orgoglio, che la sua forza sta nella sua identità, nelle sue radici e nella sua autonomia.
Ognuno di noi è parte di questo cambiamento. Ogni tesserato, ogni cittadino, ogni giovane, ogni famiglia è il cuore pulsante di questo progetto.
Se avremo la vostra fiducia noi garantiamo il nostro impegno per scrivere insieme il prossimo capitolo di questa straordinaria storia.
Maria Bosin in occasione del Congresso del P.A.T.T.
Pergine Valsugana 02 febbraio 2025
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