Steve Bannon ha proposto uno scenario interessante delle due destre alla conquista di Trump: a suo avviso, entrambe hanno un seme liberal e di sinistra. Ma chi ha più possibilità? Sulla risposta incide il ruolo di Elon Musk
In una conversazione con il giornalista Ross Douthat del New York Times, Steven Bannon ha proposto uno scenario interessante delle due destre alla conquista di Donald Trump: quella dei broligarchs (the oligarch brothers) e quella “populista”. L’intervista andrebbe letta insieme a quella rilasciata da un esponente simbolo dei broligarchs, Marc Andreessen.
Ci dice Bannon che entrambe le destre hanno un seme liberal o di sinistra.
La destra della Silicon
Cominciamo da quella oggi in ascesa: la destra nata a Silicon Valley. È figlia della stagione radical della cultura dei diritti, e si sposta a destra quando i giovani miliardari dell’hi tech scoprono (udite udite!) che i diritti hanno bisogno dei giudici e dello stato, con il paradosso che per goderne si finisce per essere regolati. Via le regole dunque, e via lo stato costituzionale…
I diritti diventano, cosí, licenza, privilegio dei pochi, di coloro che vogliono fare quel che vogliono perché hanno potere, soldi e forza persuasiva, inoltre creano futuro. Un personaggio come Elon Musk, educato nella cultura razzista dell’apartheid sudafricana, ha già una mente predisposta a questa radicale diseguaglianza. I perdenti si arrangino o si sottomettano.
Questa destra anarcoliberista dà dei sonori ceffoni al liberalismo, il cui padre fondatore, John Locke, associava il godimento degli uguali diritti naturali (pre-politici) a un governo eletto e limitato nel potere di legiferare.
I broligarchs ci riportano indietro a prima della Rivoluzione inglese: hanno disgusto dello stato di diritto e di ogni forma di eguaglianza per legge. Bannon non ha dubbi che siano neo-feudali, demolitori dello stato sovrano moderno. I diritti vogliono obblighi e gli obblighi vogliono un potere coercitivo centrale, quello che non piace alla destra broligarchica neppure se incatenato dalla costituzione come pensava Frederich von Hayek.
La destra non ama le costituzioni. La sua società ideale è dominata da chi merita per potere tecnologico e denaro con la fede religiosa in una società dell’hi tech che darà a tutti ricchezza, fine della fatica e benessere (Andreessen ha scritto elogiando la filosofia del Manifesto del Futurismo di Marinetti).
I rimpianti di Bannon
E veniamo all’altra destra estrema, quella che Bannon spera che riesca ancora a scaldare il cuore di Trump. Questa ci è più familiare. Anch’essa ha una parentela con la sinistra, non però via diritti ma via lavoro. Lo stato di questa destra lavorista deve essere forte, capace di militarizzare le frontiere per impedire che i poveri della terra vengano a competere con i salari dei poveri nazionali, coloro che con le tasse pagano la loro appartenenza allo stato e meritano sicurezza e sostegno sociale.
La repubblica americana è fondata sul lavoro indipendente, non sui soldi, le banche e la finanza (già il populismo del People’s Party di fine Ottocento aveva contrapposto il cittadino medio ai paperoni della finanza). La destra nazional-sociale è nell’orbita di quella fascista che conosciamo bene: benessere nazionale che giustifica il dominio del potere esecutivo e si avvale di forti apparati militari e burocratici.
Bannon è terrorizzato dalla destra che ha sfilato dietro Trump il giorno dell’inaugurazione. Una destra egoista, iper-individualista, anarchica e dispregiatrice della nazione e di chi si sacrifica per essa. Questa è la destra nazi che ha messo un piede alla Casa Bianca.
La destra dei broligarchs ha questo di irresistibile che la destra nazionalsociale non ha: vive di “media” non di persone concrete; confeziona immagini e parole che muovono consenso emotivo. Costruito da chi sta a guardia del gregge, senza sottostare a richieste di evidenze e al dialogo pubblico di cittadini e movimenti. Emozioni veloci e irresistibili: di questo vive il regime dei broligarchs. Che hanno l’intelligenza artificiale dalla loro, qualcosa che pochi ancora sanno usare con profitto.
Consenso costruito (per gioco e per cinismo) dai “demi” delle aziende della Silicon Valley, i cui oligarchi sono partiti dalle periferie del Midwest vent’anni fa, grazie a borse di studio federali, corteggiati dall’amministrazione Obama come semi di futuro, e oggi passati armi e bagagli dall’altra parte.
Queste due destre oggi si contendono Trump. L’impegno sistematico di Musk nella conquista nazi di Berlino fa pensare che i broligarchs abbiano più possibilità del vecchio arnese nazionalsociale.
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